Operazione "Non solo pane": i nomi e dettagli del blitz antidroga

NOMI E VIDEO| Operazione “Non solo pane”: i nomi del blitz antidroga e l’intervista al capitano Capodivento

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NOMI E VIDEO| Operazione “Non solo pane”: i nomi del blitz antidroga e l’intervista al capitano Capodivento

Redazione  |
lunedì 19 Febbraio 2024

Durante la conferenza stampa di questa mattina, i carabinieri di Catania hanno svelato i nominativi e i dettagli.

Il 19 febbraio 2024, in esito alle attività investigative dell’Operazione “Non solo pane”, i Carabinieri di Catania, supportati da personale specializzato del Nucleo Carabinieri Cinofili di Nicolosi e dalla C.I.O. del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale etneo, nei confronti di 9 persone (8 in carcere ed una agli arresti domiciliari), in relazione ai reati di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, in maniera reiterata ed in concorso tra loro.

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Le indagini dell’Operazione “Non solo pane”

Le indagini si pongono come prosecuzione dell’Operazione “Koala” del 2021, che aveva consentito di individuare l’esistenza di un sodalizio criminoso finalizzato allo spaccio di stupefacente del tipo cocaina in modalità itinerante nella provincia di Catania.

Eseguite nel periodo compreso tra febbraio e giugno 2023 dalla Stazione Carabinieri di San Giovanni La Punta, sia mediante attività tecniche, sia attraverso i tradizionali approcci investigativi come i pedinamenti degli indagati, avrebbero permesso di acquisire gravi e concordanti elementi indiziari in ordine ad una fiorente attività di smercio al dettaglio di cocaina, realizzata dagli indagati, sia autonomamente che in concorso tra loro, nei territori di Catania, Gravina di Catania, Mascalucia, San Giovanni la Punta, San Gregorio di Catania, Valverde e Tremestieri Etneo.

Le modalità di cessione della droga

In particolare, in esito all’attività investigativa, sarebbero state ricostruite le diverse modalità di cessione della cocaina, comunemente indicata come “cosa”, che avveniva prevalentemente in maniera itinerante. Gli spacciatori infatti, per evitare di destare sospetti avrebbero preferito prendere “gli ordini” telefonicamente. Per garantirsi l’impunità, i pusher avrebbero quindi definito un caratteristico modus operandi, che si sarebbe sviluppato secondo diverse fasi:

  • una veloce battuta al cellulare, in cui sarebbe stata richiesta la disponibilità del pusher da parte dell’acquirente ed indicato il quantitativo o il valore della dose (sempre adoperando parole in codice);
  • l’indicazione di un punto noto ad entrambi, nonché dell’orario, da far coincidere con gli impegni di famiglia dei malviventi, o con la necessità dello spacciatore di andarsi a rifornire periodicamente di “roba”, atteso che veniva portato al seguito solo quanto strettamente ordinato dal cliente, per evitare, in caso di controlli, di essere denunciati o arrestati;
  • l’incontro vero e proprio e la velocissima cessione di sostanza in cambio del corrispettivo in denaro, che in alcuni casi avveniva addirittura a mezzo di ricariche di carte prepagate intestate a persone terze.

Il take away e le ospitate nelle abitazioni dei pusher

In casi residuali, per ancora maggior prudenza, la compravendita di droga sarebbe avvenuta addirittura in modalità take away, quando gli spacciatori sarebbero ricorsi a luoghi già concordati con gli acquirenti, ove facevano loro trovare “l’ordine”. Emblematica la modalità messa in atto da uno degli indagati, che per informare il cliente che la droga era pronta per il ritiro nel luogo convenzionalmente stabilito, utilizzava dire “già fatto amazon”, proprio come avrebbe fatto un onesto corriere del noto e-commerce.

Tra i presunti spacciatori, vi era poi chi, per evitare che la cessione di cocaina avvenisse in luogo pubblico, avrebbe anche ospitato gli assuntori all’interno delle proprie abitazioni, per il tempo strettamente necessario alla consumazione del “pippotto”, mettendo a disposizione perfino le camere dei propri familiari.

Operazione “Non solo pane”: l’origine del nome

Infine particolarmente significativa sarebbe stata la condotta di uno degli spacciatori, che essendo un panettiere, avrebbe utilizzato il suo forno, posto in una strada senza uscite del Comune puntese e per questo motivo molto riservata, quale “copertura” per la sua seconda e probabilmente più redditizia illecita attività professionale.

Tra gli ignari clienti dell’esercizio, alcuni “affezionati” avrebbero così fatto precedere la normale spesa da una veloce chiamata al fornaio nella quale avrebbero chiesto di ritirare “mezzo chilo di pane” o “mezza pagnotta”, tutte forme criptiche che avrebbero celato il reale riferimento alla quantità di cocaina richiesta.

Il sequestro della droga e le misure cautelari

Nel corso delle indagini, decine di riscontri hanno portato ad un arresto in flagranza di reato ed a 5 deferimenti in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Correlato il sequestro di oltre 50 gr di cocaina, nonché di bilancini e strumenti finalizzati al confezionamento.

Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto la misura della custodia cautelare in carcere per:

  • BELLIA Gaetano, 35 anni;
  • CANNAVO’ Angelo, 55 anni;
  • D’AMICO Santo, 33 anni;
  • DE FAZIO Gabriele, 22 anni;
  • MARINO Marco, 33 anni;
  • PUGLISI Giuseppe, 64 anni;
  • RINALDI Anthony, 32 anni;
  • SPERANZA Ignazio Christian, 33 anni;

Per DI MAURO Giuseppa, 53 anni, la misura degli arresti domiciliari.

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