Operazione Selinus, 6 indagati per corruzione al Parco di Selinunte

“Sistema clientelare” al Parco Archeologico, indagati ex direttore, funzionari e imprenditori

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“Sistema clientelare” al Parco Archeologico, indagati ex direttore, funzionari e imprenditori

Redazione  |
martedì 07 Marzo 2023

Scatta l'operazione "Selinus": le scoperte della Guardia di Finanza grazie a un "Trojan" e alle lunghe indagini su presunti casi di corruzione e abuso d'ufficio. I DETTAGLI

Alle prime luci dell’alba, i finanzieri del comando provinciale di Trapani hanno eseguito 6 provvedimenti cautelari nell’ambito dell’operazione Selinus. I 6 indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di aver preso parte a plurimi episodi di corruzione ed abuso d’ufficio, consumatisi al Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, negli anni 2020 e 2021.

Il giudice per le indagini preliminari di Marsala, in accoglimento di specifiche richieste avanzate dalla Procura della Repubblica lilibetana, ha inflitto la temporanea interdizione dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione ad altrettanti pubblici ufficiali e privati imprenditori di origine agrigentina e palermitana.

Operazione Selinus, accuse di corruzione e abuso d’ufficio al Parco di Selinunte

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle di Castelvetrano dall’estate del 2020, hanno consentito di accertare molteplici irregolarità nella concessione di appalti pubblici da parte dell’Ente archeologico, constatando numerosi episodi illeciti a carico dell’allora Direttore del Parco, due funzionari regionali e tre privati imprenditori.

Nel corso delle investigazioni, durate quasi due anni ed eseguite mediante incroci di banche dati, intercettazioni telefoniche, analisi di tabulati telefonici, telecamere occulte, accertamenti bancari e, non da ultimo, attività di pedinamento, i finanzieri, avvalendosi delle più sofisticate tecnologie d’indagine, hanno inoculato un “trojan” sul dispositivo cellulare in uso a uno degli imprenditori, legato all’ex Direttore del Parco da solidi e ben celati legami d’amicizia.

Il “Trojan” e le indagini

Grazie al captatore informatico, la Guardia di Finanza, attivando il microfono del cellulare infetto, è riuscita a costruire un quadro probatorio di assoluto rilievo, utile a dimostrare l’esistenza, all’epoca delle indagini, di un patologico sistema clientelare al Parco archeologico di Selinunte, preordinato all’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello d’imprese, perlopiù agrigentine, riconducibili alle figure dei tre imprenditori.

In sintesi, a fronte di una rotazione formale degli operatori economici chiamati a lavorare al Parco, gli operatori hanno constatato che le imprese beneficiarie apparivano puntualmente riconducibili, per il tramite di soggetti “prestanome“, a fattuali poteri di gestione dei predetti imprenditori, legati all’allora Direttore da diretti e radicati rapporti di amicizia.

In tale contesto, la Finanza ha constatato che molte delle procedure di somma urgenza imbastite dall’Ente venivano organizzate “a tavolino”, sulla base di rapporti collusivi tra i pubblici funzionari e le private imprese.

I lavori assegnati ad “amici”

Nello specifico, nell’ambito dell’operazione Selinus si è confermato che, a fronte dell’assegnazione di pubblici lavori, gran parte dei quali attribuiti in somma urgenza e – attraverso uno strumentale utilizzo del MEPA (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione) -, il responsabile dell’Ente percepiva dalle imprese affidatarie varie utilità, tra le quali opere di ristrutturazione in abitazioni private nella disponibilità del Pubblico Ufficiale e di familiari di quest’ultimo, situate nelle province di Palermo ed Agrigento, e interventi di trasloco, giardinaggio e disinfestazione.

Analoghi condotti riconducibili a casi presunti di corruzione sono emersi a carico del funzionario di Favara, il quale, in qualità di R.U.P. di vari appalti contestati dalla Guardia di Finanza, facilitava l’illecita assegnazione delle commesse a favore di alcune ditte, da queste ricevendo utilità monetarie e l’assunzione lavorativa di propri familiari.

Tra gli episodi illeciti di presunta corruzione al Parco archeologico di Selinunte maggiormente significativi spiccano gli appalti legati ai lavori di adeguamento Covid-19 svolti al Museo del Satiro Danzante di Mazara del Vallo nel giugno 2020 e quelli relativi alla preparazione dell’evento di commemorazione di Tusa, tenutosi nel dicembre dello stesso anno nell’area archeologica selinuntina.

Il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria rappresenta uno dei più straordinari siti di interesse storico, culturale e artistico del Mediterraneo. Le investigazioni condotte dalla Guardia di Finanza di Castelvetrano, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Marsala, culminate negli odierni provvedimenti cautelari, perseguono lo scopo di tutelare la legalità e il buon andamento della Pubblica Amministrazione, garantendo parità di diritti alle imprese che, quotidianamente, scelgono di operare con correttezza e nel rispetto delle norme vigenti.

Si evidenzia che il procedimento penale dell’operazione Selinus verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo dove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

Immagine di repertorio

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