Oggi viene visto da parte degli attuali governanti, in primis il Ministro dell’Economia Giorgetti, come un pericoloso capitalista, che non concorda con il governo le sue mosse
Nonostante il paese sia a trazione sovranista quelli che tirano più forte non si chiamano né Rossi né Cazzaniga, ma Sinner e Orcel, uno di madrelingua tedesca ed uno che ha nel francese la sua lingua d’elezione, ed entrambi tengono ‘a cazzimma. La francofonia di Andrea Orcel viene dai suoi studi al liceo Chateaubriand di Roma e proseguiti a Fontainebleau in Francia, poi una lunga carriera in banche internazionali, come Ubs e Merryl Linch.
Oggi Orcel viene visto da parte degli attuali governanti, in primis il Ministro dell’Economia Giorgetti, come un pericoloso capitalista, che non concorda con il governo le sue mosse. Cioè per fare una ops, un’offerta pubblica di scambio tra privati, bisogna chiedere il permesso al governo? In Russia, forse, in Cina sicuramente, ma l’Italia non è in occidente? Quell’occidente che ha tanto accettato il capitalismo del libero scambio, che addirittura era intenzionato ad appaltare asset strategici della Difesa ad un privato, Elon Musk, e poi si interessa dello scambio di azioni tra azionisti di due soggetti privati? Ma non era la sinistra statalista e la destra liberale? O il mondo è andato tutto al contrario.
L’accusa che si fa ad Orcel, uno che di banche ne capisce assai, è di aver rovinato i piani del governo attuale, che con la fusione immaginata tra BpM e Monte Paschi pensava di essersi fatto una banca, con le tasse degli italiani ovviamente. Un po’ come pensava quel comunista di Piero Fassino che esclamò intercettato “abbiamo una Banca” per l’acquisto di Bnl da parte di Unipol, ma almeno quelli erano soldi privati, in MpS ce li hanno messo i contribuenti. Salvini nel suo scarto sovranista quotidiano con la Meloni tuona: via gli stranieri dall’Italia. Perché Giorgetti teme che gli odiati cugini d’oltralpe, vogliano pesantemente entrare in Italia, dove peraltro detengono il 9% di BPM tramite Credit Agricole. E poi Unicredit è ormai straniera, dice Salvini, vista la sua presenza in tanti paesi europei, e questo è un sintomo di poca italianità, già abbiamo problemi con Elkann, anche lui con un genitore francese come Orcel. Non è che tra poco rimettiamo mano alle leggi razziali? Se non sei di pura razza italica, e non vendi salami di suini italiani solo sul territorio nazionale, come i salamini Beretta, non hai diritto di fare impresa in Italia, a parte Elon, s’intende. Il silenzio della Meloni è denso, ma qualcosa gli sta sfuggendo di mano, come si è visto con lo sciopero dei forzisti, al CdM di ieri. Intanto Orcel prosegue, secondo procedura vigilata da Bankitalia la sua strada, dando lezioni di capitalismo industriale, la fusione farebbe nascere il primo polo bancario dell’area euro, ai nostri provincialismi da repubblica in salmì, più che di Salò.
Se ci fossero cinque Orcel, capaci di visione internazionale, forse questo Paese non sarebbe agli ultimi posti OCSE per competitività. Ci vorrebbe una messa, magari cantata, per Orcel che già si è lanciato in Germania su Commerz Bank, perché ha miliardi da investire, guadagnati con gli alti tassi, e persegue una logica di investimento, come dovrebbero fare tutti i grandi gruppi italiani. Non di solo dividendo vive l’uomo, ma anche di futuro. Invece di occuparsi di banche Giorgetti dovrebbe invece capire come trovare i 20/30 mld di euro che tra pochi mesi ci serviranno per il dazio dell’aumento delle spese militari, che l’amico Trump ci prepara a gennaio, visto che siamo l’unico paese europeo sotto il 2% sulle spese militari. Li sarà più difficile che si parlerà di golden power, o di abbasso lo straniero, è più probabile che non voli una mosca.