Palermo, ennesima aggressione all'Ucciardone: la denuncia - QdS

Detenuti aggrediscono l’agente in carcere: ancora violenza all’Ucciardone

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Detenuti aggrediscono l’agente in carcere: ancora violenza all’Ucciardone

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lunedì 12 Settembre 2022

Ancora un episodio di violenza in carcere: agente aggredito all'Ucciardone di Palermo. La denuncia dei sindacati.

Ancora un‘aggressione in carcere a Palermo, dove un agente penitenziario è stato aggredito da due detenuti all’Ucciardone.

L’episodio, denunciato dall’Unione sindacati di polizia penitenziaria, è avvenuto negli scorsi giorni nell’istituto di via Enrico Albanese.

L’aggressione all’Ucciardone di Palermo

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, due detenuti avrebbero chiesto all’agente di passare da un piano detentivo all’altro. Dopo il rifiuto dell’agente, i due – forse anche ubriachi – hanno aggredito e picchiato violentemente il malcapitato.

Pare che l’agente di Polizia Penitenziaria si trovasse da solo a gestire l’intera sezione. Nessuno, quindi, avrebbe potuto offrirgli aiuto durante l’aggressione.

Le priorità in vista delle elezioni

In vista delle elezioni del prossimo 25 settembre, anche la Polizia Penitenziaria ha reso note le priorità delle autorità per rendere il lavoro in carcere più sicuro.

Ecco un estratto dalla nota dell’USPP:

“Abbiamo individuato i seguenti quattro punti essenziali che agevolerebbero la soluzione dei problemi attuali.

  1. Assunzione di almeno 4.000 unità di Polizia Penitenziaria, oltre a quelle necessarie per la copertura del turn over, da assumere entro il 2023, anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi banditi, per consentire un corretto e puntuale controllo interno e assicurare più adeguati profili di sicurezza delle strutture penitenziarie.
  2. Modificazione dell’attuale e fallimentare modello custodiale delle c.d. celle aperte, che ha reso i detenuti ingestibili, senza un idoneo controllo da parte della Polizia Penitenziaria e senza lo svolgimento di adeguate attività rieducative che la Costituzione richiama.
  3. Costruzione di nuove carceri, idonee alla realizzazione del mandato costituzionale e delle direttive europee in tema di tutela dei diritti dei detenuti, anziché procedere a provvedimenti legislativi svuota-carceri, a ogni aumento della popolazione detenuta ritenuta eccessiva.
  4. Gestione diversificata dei soggetti ristretti con disagi psichici, specie di quelli sottoposti a misure di
    sicurezza che, opelegis, dal 2015, non dovrebbero essere in carcere, ma nelle REMS, residenze per
    l’esecuzione delle misure di sicurezza, strutture sanitarie che fanno capo alle ASL e che, per mancanza di risorse finanziarie, non sono state realizzate in modo tale da accogliere il numero che prima era ospitato negli aboliti Ospedali Psichiatrici Giudiziari”.

Immagine di repertorio

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