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Palermo, blitz dei carabinieri al clan Porta Nuova: 12 arresti

Palermo, blitz dei carabinieri al clan Porta Nuova: 12 arresti

Si tratta della seconda operazione dei Carabinieri contro mandamento mafioso del centro di Palermo, dove è stato ucciso un boss, Giuseppe Incontrera

Un nuovo blitz dei Carabinieri è scattato nel centro di Palermo, contro altri esponenti del mandamento di Porta Nuova: il 6 luglio erano state fermate 18 persone, pochi giorni dopo l’omicidio del boss Giuseppe Incontrera.

Altri 12 arresti al clan Porta Nuova

Stanotte sono stati arrestati altri 12 indagati (quattro vanno in carcere, otto ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, coltivazione e spaccio di stupefacenti, violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.

In manette anche moglie boss ucciso di recente alla Zisa

C’è anche Maria Carmelina Massa, la moglie del boss Giuseppe Incotrera, ucciso di recente nel quartiere Zisa di Palermo, tra i destinatari delle misure cautelari dell’operazione di stanotte a Palermo. Secondo quanto emerge dalle intercettazioni la donna sarebbe stata la cassiera del clan mafioso per gestire gli affari di droga. La donna è stata posta agli arresti domiciliari.

Operazione Vento 2

Il Nucleo Investigativo di Palermo ha raccolto ulteriori e chiari segnali di recrudescenza violenta connessa con alcune tensioni in atto all’interno del Mandamento di Porta Nuova. Tali evenienze, comunicate tempestivamente alla Procura Distrettuale, consentivano al G.I.P. di emettere le misure cautelari odierne che hanno evitato, tra l’altro, la scarcerazione dell’indagato Filippo Burgio, detenuto per altra causa e per il delitto di associazione mafiosa, che avrebbe dovuto riacquisire la libertà proprio oggi e che, come emerso dalle indagini, aveva manifestato intenti di punizione per i soggetti da lui ritenuti co-responsabili dell’omicidio del figlio Emanuele, avvenuto il 31 maggio 2021 a Palermo, nel popolare quartiere della Vucciria.

Dall’approvvigionamento all’ingrosso fino allo spaccio al minuto sul territorio

In generale, le indagini del Nucleo Investigativo di Palermo, compendiate nell’operazione Vento 2, hanno integrato quelle già emerse nella prima fase dell’operazione e hanno permesso di ipotizzare, a carico degli indagati, gravi indizi in ordine ai delitti di:

  • partecipazione all’associazione mafiosa operante nel mandamento di Palermo Porta Nuova;
  • associazione finalizzata al traffico di stupefacenti gestita, in tutta la sua filiera (dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio) dai vertici della struttura criminale per alimentare le casse mafiose. L’associazione avrebbe assunto la gestione diretta di 6 piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), tutte capeggiate da elementi gravemente indiziati di appartenere a cosa nostra;
  • coltivazione e spaccio di stupefacenti;
  • violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.

Arresti Porta Nuova, il plauso di Lagalla alle forze dell’ordine

“Gli arresti dei carabinieri di stamattina, che fanno seguito a quelli dei giorni scorsi, rappresentano un duro colpo inferto alla mafia e, in particolare, al mandamento di Porta Nuova”.

Lo dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.

“Le operazioni Vento e Vento 2 hanno messo in luce un pericoloso sistema criminale, attivo nel traffico di stupefacenti, estorsioni e altre attività illecite di stampo mafioso, ma dimostrano l’attenzione sempre alta della Direzione distrettuale antimafia, della Procura della Repubblica di Palermo e delle forze dell’ordine, alle quali va il mio ringraziamento”, ha aggiunto il primo cittadino.