Un’apposita delibera di Giunta ha dato il via all’applicazione della Lr 13/2022, di cui potranno beneficiare già da settembre sindaco, Giunta e presidente del Consiglio. Critiche dai sindacati
PALERMO – Raddoppiano gli stipendi di sindaco, assessori e presidente del Consiglio comunale. I consiglieri comunali e di Circoscrizione, invece, dovranno attendere ancora un po’. È quanto prevede una delibera di Giunta che adegua gli emolumenti del primo cittadino Roberto Lagalla, del vice Carolina Varchi (ma il suo è un caso particolare, poiché in quanto parlamentare non percepisce nulla dal Comune), dei componenti del governo cittadino e del presidente dell’Assemblea cittadina Giulio Tantillo in applicazione della Legge regionale 13 del 25 maggio 2022 “con la quale – si legge nella delibera – è stata data facoltà agli Enti locali della Regione siciliana di rideterminare, con oneri a loro carico, le indennità di funzione spettanti agli Amministratori”.
Una possibilità che a livello nazionale esiste già dal 2021 ma in Sicilia, a causa dello Statuto speciale, c’è stato bisogno di un ulteriore passaggio al Parlamento regionale. La norma del 2021 prevede che “l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei Comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni” e che “l’importo dell’indennità di funzione da corrispondere al vice sindaco e agli assessori è adeguato a quello del sindaco come incrementato per effetto di quanto stabilito dai precedenti commi”, e cioè che “al vice sindaco nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti è corrisposta un’indennità mensile di funzione pari al 75% di quella prevista per il sindaco e, agli assessori, nei Comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti è corrisposta un’indennità mensile di funzione pari al 65% di quella prevista per il sindaco”.
Per il triennio 2023/2025 la Regione contribuirà versando ai Comuni dell’Isola sei milioni di euro all’anno (187 mila euro per il capoluogo). I fondi per l’aumento degli stipendi di sindaco, vice sindaco, assessori e presidente sono stati già inseriti nell’ultimo Bilancio di previsione di Palazzo delle Aquile e pertanto l’adeguamento scatterà già a partire dal primo settembre, senza bisogno di ulteriori atti formali.
E veniamo alle cifre
Lo stipendio del sindaco balzerà da 7.018 euro a 13.800 (+6.781), quello del vice sindaco da 5.263 a 10.350 (+5.086), le indennità degli assessori raddoppieranno da 4.562 a 8.970 euro (+4.407) e lo stesso ritocco sarà applicato al presidente del Consiglio. Il sindaco riceverà in totale 179.400 euro all’anno (comprensivi della quota di fine mandato), il suo vice 124.200, per la Giunta nel suo complesso servirà uno stanziamento di 1,07 milioni e per il presidente 107.640 euro, per un totale di quasi un milione e mezzo in più all’anno.
Il Collegato Bis alla Finanziaria approvato di recente dall’Ars prevede un ritocco all’insù anche per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali e di Circoscrizione, equiparati ai colleghi del resto della Penisola. Per loro servirà una delibera consiliare ad hoc, con un potenziale stipendio netto per gli inquilini di Sala Martorana (da qualche settimana il Consiglio comunale si è trasferito a Palazzo Comitini) di circa 2.400 euro al mese mentre i consiglieri circoscrizionali guadagneranno circa un quarto dei loro presidenti.
A proposito di questi ultimi bisogna fare un discorso a parte. Nel suo parere favorevole il Ragioniere generale spiega che per i presidenti di Circoscrizione non scatterà l’aumento pari al 60% dell’indennità degli assessori. Il motivo? Perché il decentramento a Palermo non è mai stato attuato per davvero: “In assenza di un effettivo decentramento di funzioni amministrative in capo alle Circoscrizioni – ha scritto scrive Paolo Bohuslav Basile – pertanto non può applicarsi quanto previsto dal Decreto del ministro dell’Interno n. 119 del 04/04/2000. Invece ai presidenti di Circoscrizioni che non esercitano effettive funzioni decentrate è applicabile quanto previsto dalla L.R. 30/2000, art. 19, comma 2°, ovvero ‘Ai presidenti dei Consigli circoscrizionali dei soli Comuni capoluogo di provincia è corrisposta un’indennità pari al 40 per cento di quella spettante agli assessori dei rispettivi comuni’”.
Nel frattempo dai sindacati arriva un giudizio negativo sull’intera operazione. La Cgil la ritiene “inopportuna” nel merito e nei temi. “L’adeguamento dell’indennità ci può anche stare – ha dichiarato il segretario generale della Cgil Palermo Mario Ridulfo – ma il raddoppio delle indennità di tutti stride. La legge da un lato toglie ai più poveri, con il taglio del Reddito di cittadinanza ai cittadini più fragili, e dall’altro consente che si raddoppino gli stipendi. In questo momento storico, in un contesto nazionale e internazionale così complesso, nessun lavoratore e nessun pensionato ha avuto adeguamenti all’inflazione reale, che ormai viaggia su due cifre”.
“Il taglio del Reddito di cittadinanza – ha concluso – a Palermo ha colpito 11.573 persone. Tutto questo avviene in una città che sta soffrendo, con migliaia di persone colpite dai provvedimenti del governo, in un Comune che non riesce a garantire servizi pubblici efficienti, che ha un bilancio ingessato e che soffre per la mancanza di risorse e competenze e che ha quasi duemila dipendenti ancora in part-time”.