Treno, segno della croce, autobus, sguardo al cielo, e dopo sei ore a destinazione. Se tutto va bene. Dal 2 marzo per gli ormai pochissimi viaggiatori che si avventurano col treno da Palermo in direzione Catania e viceversa (e onestamente, perché dovrebbero fare altrimenti?) il viaggio tra le due principali città siciliane dura sei ore. Non è un errore: trecentosessanta minuti per 200 chilometri, più o meno. Da Milano a Napoli (771 km) se ne impiegano cinque, di ore. Altri mondi ma stessa nazione.
Il motivo di questa odissea? Gli interventi di potenziamento infrastrutturale sulla linea in atto tra le stazioni di Dittaino e Bicocca, alla tratta limitrofa fra Caltanissetta Xirbi e Dittaino, che dureranno fino alla prossima estate (probabilmente settembre). Linea ferroviaria, di fatto, interrotta, dunque, e dal punto di vista ferroviario, Sicilia spezzata in due. Non che prima dei lavori, la situazione fosse rosea: tra Palermo e Catania ci voleva, nell’opzione più veloce, tre ore.
I lavori
Sulla tratta Bicocca – Catenanuova operano ogni giorno oltre 250 maestranze, più di 11 ditte appaltatrici con oltre 170 mezzi d’opera, per completare il nuovo doppio binario di circa 38 km che include l’attivazione di 17 viadotti ferroviari, 8 cavalcaferrovia, 2 gallerie e 5 sottovia stradali; eliminati anche tutti i passaggi a livello esistenti.
Da Caltanissetta Xirbi a Catenanuova, entreranno nel vivo i lavori nella linea storica per l’attrezzaggio del sistema ERTMS, lo stesso adottato sulle linee alta velocità, che garantirà una maggiore affidabilità dell’infrastruttura determinando un miglioramento della regolarità della circolazione e della qualità del servizio. Oltre a prestazioni più elevate, l’ERTMS permette anche un risparmio sui costi di gestione e manutenzione rispetto ai tradizionali sistemi di segnalamento.
Fra Caltanissetta Xirbi e Dittaino si procederà con la posa temporanea di una condotta che, dalla Diga Villarosa, porterà l’acqua (non potabile) necessaria alle frese (TBM – Tunnel Boring Machine) che dovranno scavare le gallerie previste nel nuovo collegamento Palermo – Catania.
L’intervento, definito in sinergia con la “Cabina di Regia” per l’emergenza idrica istituita dal Presidente della Regione, permetterà l’avvio degli scavi limitando gli effetti negativi sui lavori ferroviari scaturenti dalla situazione emergenziale per siccità in corso in Sicilia che condiziona, a tutt’oggi, il mancato funzionamento delle TBM con conseguenti ritardi nell’andamento dei lavori.
Ulteriori interventi diffusi tra Caltanissetta Xirbi e Catenanuova sono mirati alla manutenzione straordinaria di diversi tombini, gallerie, ponti e opere d’arte in cemento armato. Nella stazione di Enna saranno inoltre rinnovate le pensiline del primo e del secondo marciapiede.
Dodici miliardi per Palermo-Catania in due ore
Lavori certamente in grande stile, che fanno parte di un progetto ambizioso. Un investimento complessivo da dodici miliardi che Rfi, l’azienda che gestisce l’infrastruttura ferroviaria per conto del gruppo Ferrovie dello Stato, porta avanti da anni ed è uno dei più grande e complicati interventi in tutta Italia.
L’obiettivo è quello ridurre il tempo necessario a spostarsi in treno tra le due città, passando da tre ore a due. I lavori consistono per la maggior parte nel raddoppio della linea, ora a binario unico, e nella costruzione di viadotti e gallerie per rendere il tragitto più lineare e breve. Il tutto entro il 2030.
I lotti e l’avanzamento
Il progetto della nuova linea Palermo-Catania è articolato in sei lotti funzionali per una lunghezza complessiva di 179 km: Bicocca-Catenanuova, Catenanuova-Dittaino, Dittaino-Enna, Enna-Caltanissetta Xirbi, Caltanissetta Xirbi-Lercara e Lercara-Fiumetorto.
Per la linea Palermo – Catania: tratti di doppio binario tra Bicocca – Catenanuova e tra Fiumetorto – Lercata, e tratti di semplice binario, affiancato a linea storica, tra Lercara – Catenanuova. In una seconda fase buona parte dei tratti di singolo binario saranno adeguati a doppio binario elettrificato.
I lavori sono stati aggiudicati in tutti i lotti, con attivazioni per fasi fino al 2030. Il primo lotto a essere attivato sarà Bicocca-Catenanuova, in estate. Il progetto della Bicocca-Catenanuova, sulla Catania-Palermo, affidato da RFI all’ATI con a capo Webuild, consiste nel raddoppio della linea per 38 km, con l’attivazione di 17 viadotti ferroviari, 8 cavalcaferrovia, 2 gallerie artificiali e 2 gallerodotti, 5 sottovia stradali, con personale impiegato nel cantiere di circa 350 lavoratori, per un investimento di circa 508 milioni di euro. Sono stati inoltre eliminati tutti i passaggi a livello esistenti.
Ad un altro grande gruppo, Rizzani de Eccher, si sta occupando del raddoppio nel tratto tra le stazioni di Dittaino e Catenanuova, chiuso almeno fino al 2026
Nel lotto Dittaino-Enna è pronta a entrare in funzione Atena, la prima talpa meccanica (TBM) della nuova linea ferroviaria Palermo-Catania che inizierà gli scavi in galleria per un percorso di 15 km.
Treni lenti e disagi, la fuga dei viaggiatori
Attualmente, nella stazione di Caltanissetta Xirbi è previsto l’interscambio dei treni con i bus sostitutivi. Quindi, da Palermo o da Catania si scende a Xirbi e poi si prende il pullman, che non sono spesso proprio immediati. E non è la prima volta che accade, anzi, solo che solitamente gli interventi duravano meno, adesso di parla di ben sei mesi.
Fatto sta che a forza di lavori, interruzioni, ritardi e altro, quello che le Ferrovie e Trenitalia erano riusciti ad incamerare negli anni passati, quando ad essere interrotta era l’A19 Palermo-Catania (ricordate il celeberrimo viadotto Himera?), a livello di fedeltà coi pendolari e turisti, è andato perso. Anzi, più che perso.
Secondo dati non ufficiale, sulla linea Palermo-Catania viaggiavano in treno, fino a qualche tempo fa, circa 5000 persone al giorno. Adesso, sarebbero poco più di un centinaio, un dato ufficioso che oscilla tra 100 e 200. Ogni giorno. E a volte, è capitato, qualche treno è partito e ripartito vuoto, o quasi.
Ferrovie dello Stato e Trenitalia ai tempi spinsero molto sull’acceleratore, quando l’autostrada era interrotta, fiutando l’occasione di riuscire a fidelizzare il cliente e convincerlo a prendere il treno tra Palermo e Catania (e per tutte le fermate intermedie, che poche non sono), strappandole al trasporto su gomma, da sempre dominante specie nel centro e sud Sicilia.
Per un periodo, la missione è stata compiuta, ma poi si è perso troppo, troppo tempo per i lavori, e c’è stata la fuga dei viaggiatori. Che continuerà. Il motivo è semplice, quasi banale: attualmente in pullman tra Palermo e Catania ci si metto due ore e mezza, 30 minuti in meno anche di una linea ferroviaria pienamente funzionante, e anche da un prezzo minore, con partenza più frequenti e anche più flessibili.
Anche Agrigento penalizzata
A soffrirne non è solo al direttrice tra Palermo e Catania, ma anche l’Agrigento capitale della cultura 2025. Per chi volesse raggiungere, dalle due principali città siciliana, in treno, la valle dei Templi, potrebbe perdere anche otto ore. Da Catania due coppie di treni per sei ore di viaggio, ma si potrebbe anche scegliere la “variante” con una fermata a Messina.
Lavori già programmati da tempo
Le Ferrovie più volte hanno più volte sottolineato che questi sono dei lavori programmati da tempo e che questa è un’opera di enorme portata, con un cronoprogramma da rispettare.
Interventi per il quale è stato nominato anche un commissario di Governo, Filippo Palazzo. I lavori garantiranno il rispetto dei requisiti d’interoperabilità e consentiranno una significativa crescita della competitività del trasporto viaggiatori su ferro, rispondendo alle esigenze di mobilità in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, con benefici per regolarità e frequenza.
Tutto funzionale a rendere la rete ferroviaria del sud Italia sempre più competitiva, agendo su più livelli per dare luogo a un sistema di trasporti integrato, efficiente e sostenibile, in grado di sostenere la crescente domanda turistica le esigenze dei cittadini e del traffico merci.
Una linea già vecchia?
Ecco, il punto è proprio questo: alla fine dei lavori, quante persone avranno voglia di usare il treno, per spostarsi tra Palermo e Catania, con una concorrenza sempre più serrata del trasporto di gomma e con un’A19 che dovrebbe, da qui a 2-3 anni, essere quasi completamente rimordenata? Insomma la nuova linea ferroviaria Palermo-Catania, che ricordiamolo nemmeno sarà ad alta velocità, rischia di nascere già vecchia.

