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Palermo, il ceto medio ormai impoverito che bussa alle porte della Caritas

redazione

Palermo, il ceto medio ormai impoverito che bussa alle porte della Caritas

mercoledì 05 Ottobre 2022

Tra effetti della pandemia e caro bollette continua a crescere sempre di più il numero di cittadini che chiedono aiuto. Non solo stranieri, quindi, ma italiani che non arrivano a fine mese

PALERMO – Non solo lavoratori in nero e stranieri. A bussare alla porta della Caritas, ormai da tempo, ci sono anche anziani, commercianti e piccoli imprenditori fiaccati prima dalla pandemia e oggi dal caro bollette.

“Lentamente – ha spiegato in un’intervista rilasciata ad Adnkronos don Sergio Ciresi, vice direttore della Caritas diocesana del capoluogo siciliano – il ceto medio è scivolato verso questa condizione di impoverimento, che porta a vivere una vita al ribasso, innescando un circolo vizioso che danneggia anche l’economia sana della città. Insomma non solo nuovi poveri, ma impoveriti”.

Anche le richieste di aiuto per il pagamento delle utenze domestiche e commerciali, negli ultimi anni, non si sono mai fermate: “Sarebbe sbagliato – ha aggiunto – dire che sono aumentate. Direi, anzi, che c’è una sostanziale continuità: prima l’emergenza si chiamava Covid 19, ora caro bollette. Ma di fatto poco o nulla è cambiato”.

La chiusura di tante attività commerciali e l’emorragia di posti di lavoro ha allungato l’elenco di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese e come sottolinea don Ciresi, “oggi si lavora per pagare le tasse o gli studi ai figli, per acquistare i testi scolastici, l’abbonamento del bus o la benzina. Il caro bollette inevitabilmente pesa sul carrello della spesa di tante famiglie, magari monoreddito, che si trovano oggi in grandissima difficoltà. Gli stranieri bussano alle nostre porte per le difficoltà di sempre, sfruttati e sottopagati vivono in abitazioni fatiscenti e faticano a soddisfare i loro bisogni quotidiani. Quello a cui negli anni della pandemia e ancora adesso assistiamo è a una difficoltà sempre maggiore di tanti italiani, magari pensionati, che non riescono ad arrivare a fine mese”.

Una valanga di richieste d’aiuto alla Caritas

Una valanga di richieste d’aiuto cui la Caritas sta cercando in tutti i modi di far fronte. “Abbiamo incrementato la rete fundraising – ha confermato don Ciresi – poiché le nostre risorse economiche non sono infinite, così attraverso una rete sempre più ampia e strutturata cerchiamo di chiedere aiuto a benefattori che possono sostenerci. Chiediamo alle Caritas parrocchiali di promuovere l’aiuto collettivo verso le famiglie che si trovano più in difficoltà”.

Aiuti economici, ma non solo. “Il nostro lavoro principale – spiega il vice direttore della Caritas diocesana – è la promozione della persona. Così, accanto al sostegno economico facciamo rete con altri organismi non solo cattolici per dare opportunità lavorative a chi viene da noi con tirocini formativi, borse lavoro e borse studio”.

In questo contesto così fragile, il ruolo delle istituzioni diventa quindi essenziale. Da qui l’appello lanciato da don Ciresi, che ha chiesto “una maggiore attenzione nei confronti dei cittadini che si trovano a pagare bollette così alte con aiuti mirati. Nei tempi di emergenza, ce lo ha insegnato la pandemia, ognuno deve fare la propria parte e dare il proprio contributo. Ogni comunità, nel proprio piccolo, può fare molto per l’altro. Oggi, ancora una volta, è il tempo della solidarietà”.

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