Soltanto nel capoluogo siciliano potrebbero saltare cinquecento posti di lavoro. Già avviato un confronto tra Regione, Comune e sindacati per trovare soluzioni “sostenibili” e a “lungo termine”
PALERMO – Terminerà il 31 dicembre la commessa di Almaviva per la gestione del numero di pubblica utilità 1500, attivato il 27 gennaio 2020 dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza per fornire risposte e informazioni alle domande degli utenti sul Covid-19. Con la chiusura della commessa circa cinquecento lavoratori dei call center Almaviva della Penisola (inclusi quelli di Palermo e Catania) rischiano di perdere il posto di lavoro. E non finisce qui, perché attendono di conoscere il proprio destino anche gli operatori delle commesse Amg, Trenitalia (a Palermo) e Vodafone (a Catania) e i 39 dipendenti palermitani della commessa Amex, azienda spagnola che gestisce l’assistenza ai clienti dell’American Express. Il servizio scadrà a febbraio e l’Amex avrebbe manifestato ai sindacati l’intenzione di internalizzare la commessa trasferendola in Spagna. Sempre a febbraio finiranno gli ammortizzatori sociali per i 75 lavoratori che hanno rinunciato al trasferimento al call center di Ita Airways. In parole povere, quella che sta per esplodere è un’autentica bomba sociale: soltanto nel capoluogo siciliano potrebbero saltare cinquecento posti di lavoro.
Alla base ci sarebbe, secondo i sindacati, la volontà del gruppo romano di via di Casal Boccone di smobilitare, chiudendo del tutto le attività di contact center: “Le imminenti scadenze delle relative commesse e quella degli ammortizzatori sociali – hanno scritto in una nota Slc Cigl, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – contestuale al progetto industriale di Almaviva che vedrà la totale dismissione delle attività del contact, senza, a oggi, certezze sulla continuità occupazionale di centinaia di lavoratori, rischiano di deflagrare in emergenza sociale”.
Nei giorni scorsi si è tenuto alla Regione Siciliana un vertice sulla vertenza cui hanno partecipato gli assessori regionali alle Attività produttive Edy Tamajo e al Lavoro Nuccia Albano, i sindacati e il sindaco Roberto Lagalla. È stato un incontro interlocutorio e le dichiarazioni degli assessori e del sindaco al termine sono apparse prudenti. “Non voglio illudere nessuno”, ha sottolineato Tamajo, mentre Albano ha chiesto un “confronto con l’azienda per un piano industriale” e Lagalla ha auspicato “soluzioni percorribili per i lavoratori”. Ma nessuno ha voluto (o potuto) sbilanciarsi sul futuro dei call center Almaviva nell’Isola.
“Ho ascoltato con attenzione quanto rappresentato dalle sigle sindacali – ha detto Tamajo – e ho dato la mia massima disponibilità a collaborare per quanto di mia competenza. Ho anche garantito che chiamerò il ministro delle Imprese Adolfo Urso per programmare al più presto un incontro a Roma a cui far partecipare anche i sindacati regionali. L’obiettivo è quello di trovare un ventaglio di soluzioni utili per i lavoratori. Inoltre, di concerto con l’assessore al Lavoro Nuccia Albano stiamo programmando un tavolo tecnico con i responsabili dell’azienda. Non voglio illudere nessuno, né fare politica sulla pelle dei lavoratori di Almaviva, ma è urgente trovare una soluzione concreta per questa ennesima vertenza che sta investendo il call center”.
“Faremo tutto quanto è in nostro potere – ha assicurato Albano – per tutelare i lavoratori di Almaviva delle sedi di Palermo e Catania. Chiederemo la collaborazione del governo nazionale per trovare una soluzione sostenibile e a lungo termine, e ci confronteremo con i vertici dell’azienda chiedendo di mettere in campo un piano industriale che consenta di superare questa nuova crisi dovuta alla scadenza delle commesse. Dobbiamo evitare che ci siano centinaia di esuberi”.
Lagalla ha detto di seguire “con grande attenzione e preoccupazione gli sviluppi della vertenza Almaviva. È a rischio il futuro di centinaia di operatori e delle loro famiglie. L’auspicio è che il governo nazionale affronti con urgenza la vertenza con l’obiettivo di trovare soluzioni percorribili per i lavoratori”.
Ma quali potrebbero essere le soluzioni “utili”, “sostenibili”, “a lungo termine” e “percorribili” auspicate dalla politica? Per i sindacati è arrivato il momento di pensare concretamente a una riqualificazione dei lavoratori e ad una loro ricollocazione in altri settori. Il primo obiettivo è “la riapertura del tavolo di crisi permanente per giungere a soluzioni concrete per tutti i lavoratori coinvolti. Le organizzazioni sindacali continueranno le azioni di mobilitazione fino a quando non ci saranno soluzioni concrete e dignitose per la salvaguardia di tutto il perimetro occupazionale. Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori di Almaviva Contact di Palermo e Catania a partecipare attivamente a tutte le iniziative di lotta che verranno messe in campo a sostegno della vertenza”.
Ma, come si diceva, non è detto che la salvaguardia dei posti di lavoro passi dal settore dell’assistenza ai clienti nei call center: “La Regione Siciliana – hanno annunciato Slc Cigl, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc – verificherà la possibilità di potere accedere a delle risorse per finanziare la riqualificazione del personale affinché la diversificazione del lavoro possa consentire nuove opportunità di ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori; a tal fine è intenzione degli assessori regionali coinvolti interloquire già dalla prossima settimana con l’azienda Almaviva per verificare se, qualora la formazione e la riqualificazione fossero realizzabili, la stessa si renda disponibile a nuove soluzioni che possano salvaguardare i posti di lavoro in Sicilia, in continuità con quanto già fatto in ambito di riqualificazione IT”.