Palermo, gestione servizi di depurazione è scontro tra Amap e sindacati - QdS

Palermo, gestione servizi di depurazione è scontro tra Amap e sindacati

Palermo, gestione servizi di depurazione è scontro tra Amap e sindacati

giovedì 31 Marzo 2022

Levata di scudi dei rappresentanti di categoria dopo la decisione dell’azienda di affidare per due anni, attraverso una gara da 50 milioni di euro, la gestione di 35 impianti presenti nel palermitano

PALERMO – Come se non bastassero i guai dell’Amat e della Rap, alle prese rispettivamente con la bocciatura del Piano di risanamento da parte della Ragioneria generale e con l’ennesima crisi a Bellolampo, ecco che all’Amap scoppia il caso sul settore depurazione.

L’azienda del servizio idrico ha deciso, infatti, di affidare per due anni, attraverso una gara europea da cinquanta milioni di euro, la gestione di 35 impianti di depurazione di acque reflue in 31 comuni della Città Metropolitana. Ma la reazione a caldo della Filctem Cgil Palermo e della Femca Cisl Palermo Trapani non è stata delle migliori. I due sindacati hanno parlato di decisione presa “in assenza di un confronto”, e non solo.

Le preoccupazioni dei sindacati

“In Amap – hanno attaccato i segretari generali di Filctem Cgil Palermo, Calogero Guzzetta, e Femca Cisl Palermo-Trapani, Andrea Perrone, insieme ai segretari aziendali di Filctem, Nino Musso, e Femca, Ignazio Abramo – tutto o quasi viene ormai affidato in appalto. Si tratta di una rischiosissima esternalizzazione, giustificata dall’azienda con la carenza del personale e con la necessità di una riorganizzazione. Problemi, secondo noi, creati invece dalla mancata programmazione di un piano di assunzioni e dalla mancata volontà di procedere a una necessaria organizzazione aziendale, con la conseguenza che tanti settori oggi si ritrovano al collasso organizzativo e funzionale”.

“Da tempo – hanno sottolineato le sigle nella nota congiunta – Filctem e Femca sollecitano l’incremento del personale, passato negli ultimi anni, con i pensionamenti, dalle oltre ottocento unità a meno di settecento. E soprattutto insistono perché si proceda alla revisione dell’organizzazione aziendale, non più adeguata rispetto ai nuovi impegni contrattuali derivanti dall’affidamento del servizio idrico integrato in tutta l’area metropolitana. Senza la prospettiva di un Piano industriale, procedendo alla cessione pezzo dopo pezzo delle attività essenziali, si cancella la stessa ragion d’essere di un’azienda del servizio pubblico. Filctem e Femca sono pronte a mettere in campo tutte le iniziative sindacali volte alla salvaguardia di tutti i lavoratori”.ù

La replica dell’amministratore dell’Amap, Di Martino

La replica dell’amministratore unico dell’Amap Alessandro Di Martino non si è fatta attendere: “Siamo in presenza di una polemica e un allarmismo del tutto ingiustificati, frutto di una lettura imprecisa dei provvedimenti adottati e delle informative date. Non è infatti prevista e non si sta attuando alcuna privatizzazione del settore depurazione”.

“L’azienda – ha aggiunto Di Martino – analogamente ad altri gestori nazionali, ha solo bandito una gara di rilievo comunitario per l’affidamento di servizi di conduzione e lavori relativamente ad alcuni impianti e per un periodo di tempo ben limitato, senza alcun rischio di privatizzare servizi né per i livelli occupazionali dell’Amap. Chi conosce la storia di questa gestione dell’Amap e l’impegno generale dell’Amministrazione per l’acqua pubblica e il servizio pubblico non può aver alcun dubbio o timore su rischi di privatizzazione”.

Il riferimento di Di Martino è stato fatto anche in relazione alle dichiarazioni dei membri della III Commissione consiliare, che hanno incontrato le sigle sindacali per parlare della “precaria situazione organizzativa e strutturale” di Amap. “In particolare – hanno detto il presidente Paolo Caracausi e i consiglieri Concetta Amella, Elio Ficarra, Massimo Giaconia e Caterina Meli – preoccupa la decisione dell’azienda di esternalizzare i servizi di conduzione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione nei Comuni della Città Metropolitana. Questa sarebbe una strada che porterebbe di fatto alla privatizzazione di Amap e che troverebbe, naturalmente, la nostra ferma opposizione. Per questo aspetto, e anche per quello legato alla modalità della lettura dei contatori e della rete idrica, chiediamo l’immediato intervento dell’Amministrazione comunale affinché, insieme ai vertici di Amap, si possa avviare un tavolo di lavoro per scongiurare l’ipotesi di un’ulteriore esternalizzazione dei servizi e per portare avanti una vera riorganizzazione del personale a difesa della forza lavoro in atto e per mantenere pubblico il servizio”.

Le accuse di “allarmismo ingiustificato” da parte di Di Martino hanno gettato nuova benzina sul fuoco e così Filctem, Femca e stavolta anche la Uiltec sono tornate alla carica: “La decisione di affidare a una ditta privata, con una procedura ‘discutibile’, il massimo ribasso, uno dei servizi nevralgici del servizio idrico integrato, la depurazione, per la durata di anni tre più eventuali dodici mesi, non può essere letta in altro modo. L’amministratore dovrebbe spiegare ai cittadini e agli organi competenti che cosa è rimasto di pubblico, e quindi gestito da una società pubblica, del servizio idrico integrato”.

Secondo le parti sociali i servizi esternalizzati sono troppi

Secondo le parti sociali i servizi affidati all’esterno sono troppi, “dalla rete fognante alla lettura dei contatori in provincia, dal call center all’addetto stampa, al servizio di creazione raccomandate per diffida e messa in mora”, e via elencando. “L’operazione che si vuole portare a termine – hanno insistito i segretari generali di Filctem Cgil Palermo, Femca Cisl Palermo-Trapani e Uiltec Uil, Calogero Guzzetta, Andrea Perrone e Maurizio Terrani – è quella di svuotare dei servizi Amap? Se questa non è privatizzazione, sarebbe opportuno che qualcuno si dia una smossa. Quei pochi servizi che sono rimasti se non si fa in tempo a organizzarli e a provvedere alle assunzioni, faranno la stessa fine: affidati a privati. Se è questo l’obiettivo, si abbia almeno il coraggio di dirlo”.

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