Palermo, la vita difficile per residenti e ristoratori del centro storico - QdS

Palermo, la vita difficile per residenti e ristoratori del centro storico

Palermo, la vita difficile per residenti e ristoratori del centro storico

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giovedì 10 Giugno 2021

Torna la movida a Palermo tra grappoli di luci, tavoli all’aperto, speranze e (qualche) lamentela dei ristoratori. Ecco la situazione in città

Se,  nonostante sia iniziato il fine settimana, gli inviti a cena tardino ad arrivare, nessun amico abbia un compleanno da festeggiare e pensate di non avere nulla da fare, niente paura: esiste una zona di Palermo, che è il suo cuore pulsante, in cui vi sentirete sempre a casa, accolti come vecchi amici anche se non ci siete mai stati.

Questa zona è in centro storico, da Piazza Marina a Via dei Chiavettieri , così chiamata perché anticamente lì vi erano le botteghe dei fabbricatori di chiavi, passando per piazza Garraffello fino alla Vucciria.

Una volta qui basterà fermarsi in uno dei tanti locali che si aprono con fare civettuolo agli sguardi dei passanti facendo bella mostra di sè. 

E’ proprio di notte, infatti, che il capoluogo siciliano riesce a dare il meglio di sè come una donna, di giorno solare e spensierata, che diviene splendida e affascinante in abito da sera.

Un fascino ineguagliabile fatto di vicoli densi di fumo, di grappoli di luci irregolari, di mille angoli nascosti tutti da scoprire, noti solo a chi questa città la beve come acqua un assettato, lasciando che gli scorra nelle vene come linfa vitale.

Questa è Palermo per chi la ama e sa apprezzarla, come  quando si ama qualcuno nonostante i suoi difetti. 

Questa è  anche Palermo che ha ricominciato a vivere, come tutta la Sicilia e l’Italia, dopo un lungo periodo di lockdown dovuto all’emergenza sanitaria globale.

Così, tra mille luci festanti e  tavoli all’aperto,  il cuore pulsante della città  riprende vita  con tanta speranza da parte dei ristoratori ma anche con qualche – inevitabile- lamentela.

“Nelle ultime settimane molte sono state le segnalazioni che arrivano, sia dai residenti che dai commercianti del centro storico, di quello che purtroppo sta diventando un vero danno d’immagine per la città e un malessere per i residenti

Il centro storico, di fatto, si sta tramutando in un ghetto.

Le cause sarebbero da attribuire principalmente alla lotta dei prezzi che scaturisce dalla vendita a bassissimo prezzo da parte di negozi di vicinato (tipo minimarket di varie nazionalità) e venditori abusivi con celle frigo per strada in alcune piazze.

Tale concorrenza sleale costringe i commercianti ad abbassare anch’essi i prezzi, dando vita a fiumi di alcol nelle cosiddette “zone franche” ci racconta Salvo Longo, vicepresidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, presidente MIO SICILIA.

“Di questo passo non potremo che assistere alla perdita di valore del centro storico e delle nostre attività, oltre al peggioramento di vivibilità da parte dei residenti.

Occorre intervento urgente e determinato da parte dell’amministrazione comunale e del Prefetto. Come associazione e come tecnici addetti al settore ristorazione e intrattenimento, pensiamo fermamente che lo schieramento di forze dell’ordine, non può essere da solo la soluzione.

Va modificato il piano regolatore degli orari dei minimarket o negozi di vicinato con chiusura alle ore 20 e va combattuta la vendita abusiva di alcolici.  Andrebbe anche promosso, da parte del comune, un listino di “prezzi consigliati con tetto minimo al pubblico”, per fornire delle linee guida agli esercenti ed evitare così la guerra dei prezzi che reca danno a tutti.

La nostra associazione sarà sempre disponibile alla collaborazione con i residenti e l’amministrazione comunale per trovare insieme le opportune soluzioni”  ha aggiunto  Salvatore Di Cristina, responsabile MIO PALERMO.

Tuttavia c’è anche chi è piuttosto soddisfatto della ripresa della movida. E’ questo il caso di Ennio Sortino, proprietario del locale “La Loggia” di Via Chiavettieri.

“Durante il lockdown abbiamo sostenuto delle spese all’interno del  locale  per inserire la cucina a vista e ritengo che l’affluenza registrata in questi primi giorni dalla riapertura sia esattamente in linea con le esigenze di ripresa economica delle attività del settore ristorativo pur se nel pieno rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid – ci racconta il giovane ristoratore-. Sicuramente si lavora di più,  soprattutto nella fascia serale poiché,  mancando ancora ì turisti, l’ora di pranzo non è tra le più gettonate dalla clientela palermitana.

La ripresa è difficoltosa perché ci sono tanti debiti accumulati ma siamo fiduciosi soprattutto perché, in base ad un sondaggio, gli alberghi e B&B  di Palermo registrano il “sold out” dal 1° luglio e questo ci fa ben sperare circa l’affluenza turistica che possiamo attenderci in città  anche in base alla diminuzione dei contagi” ha concluso.

Proseguendo  il nostro percorso immaginario per le vie di Palermo, in fondo alla via dei Chiavettieri e girando sulla sinistra, verrete catturati, passando attraverso piazza del Garraffello, dall’affascinante mondo della Vucciria, un tempo storico mercato, oggi deturpato da cumuli di immondizia che ad intervalli regolari fanno la loro comparsa , ma che non riescono, tuttavia, ad oscurare il fascino di un luogo sempiterno in cui si respira  il fermento che l’ha attraversata  con le caratteristiche “abbanniate” dei venditori ambulanti da cui, appunto, deriva il nome “vuccirìa” traducibile con “ chiassoso vocìo”.

Un tempo per indicare che qualcosa sarebbe stata impossibile da verificarsi, si soleva dire “quannu si asciugano le balate della vuccirìa”  indicando i mattoni di pietra sempre umidi per l’acqua gettata sopra la merce esposta dai venditori , nella errata convinzione che non sarebbe accaduto mai. Oggi che,  purtroppo,  le “balate” si sono asciugate,  se  vi soffermete  ad ascoltare il silenzio della notte magari vi sembrerà ancora, per un istante, di udire le voci  dei piene di vita degli “abbanniatori”.

Manuela Zanni

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