Arrestate 24 persone, accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, rapina e trasferimento fraudolento di valori
C’era una “struttura parallela” che nel quartiere della Guadagna, a Palermo, gestiva il traffico e lo spaccio di stupefacenti. E’ quanto emerso dall’operazione dei carabinieri di questa mattina contro il mandamento di Santa Maria di Gesù-Villagrazia.
Le indagini hanno permesso di raccogliere “gravi indizi” su numerosi episodi di spaccio, nonché su “una fitta rete di relazioni e comunicazioni dirette anche ad evitare il controllo da parte delle Forze di Polizia”.
Il gruppo avrebbe anche gestito una piantagione di marijuana sequestrata dai Carabinieri il 4 ottobre 2019 a Riesi, nel nisseno.
Rete di imprenditori a disposizione del clan
Un gruppo di imprenditori palermitani, attivi nel settore della distribuzione alimentare e dei giochi e scommesse, avrebbe messo a disposizione del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù-Villagrazia, le proprie attività imprenditoriali.
Gli imprenditori avrebbero così contribuito “alla realizzazione del programma criminoso, favorendo l’organizzazione nella commissione di delitti contro l’incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio”. A due di loro è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività di commercio.
Percettori reddito cittadinanza fra gli arrestati
Le indagini, coordinate dalla Dda, hanno inoltre evidenziato ancora una volta come il “sostentamento” dei sodali in carcere e delle loro famiglie rimane uno dei compiti principali degli uomini d’onore di Cosa nostra. Diversi reati, come estorsioni e spaccio di droga, sarebbero utilizzati per raccogliere il denaro necessario al mantenimento degli affiliati in carcere.
Diversi nuclei familiari dei soggetti interessati dalla misura sono risultati percettori del reddito di
cittadinanza.
Durante le indagini sono stati raccolti “gravi indizi” su alcuni reati quali il progetto di un’attività estorsiva ai danni di un’impresa edile impegnata in lavori nel territorio di Santa Maria di Gesù ma con sede a Villagrazia, “vicenda – sottolineano gli investigatori – che ha messo in evidenza i legami tra gli uomini d’onore delle due articolazioni territoriali mafiose”; l’imposizione di una fornitura di bevande ai titolari di una sala ricevimenti; una rapina ai danni di un rappresentante di orologi; e un “cavallo di ritorno” per la restituzione di un’auto rubata al congiunto di un soggetto ritenuto appartenente alla famiglia mafiosa di Palermo Centro.