Niente voto sul Pef Tari 2020 il Comune ormai alla paralisi - QdS

Niente voto sul Pef Tari 2020 il Comune ormai alla paralisi

Gaspare Ingargiola

Niente voto sul Pef Tari 2020 il Comune ormai alla paralisi

mercoledì 05 Gennaio 2022

Ennesimo sgarbo del Consiglio all’Amministrazione Orlando. All’interno del documento vi sono i 26 milioni di euro di costi extra che la Rap ha sostenuto per portare fuori città i rifiuti

PALERMO – Nel suo ultimo giorno di lavori del 2021, il 31 dicembre, il Consiglio comunale non ha votato né gli ultimi debiti fuori bilancio né la presa d’atto del Pef Tari 2020, senza cui la Rap non sarà in grado di coprire i costi extra del trasporto dei rifiuti fuori città.

La seduta d’Aula, integralmente online per la positività di alcuni consiglieri, si è svolta in maniera convulsa e caotica, continuamente interrotta da sospensioni, problemi tecnici e battibecchi tra gli inquilini di Sala delle Lapidi. E così, dopo ore di dibattito estenuante anche il presidente Totò Orlando e il suo vice Giulio Tantillo hanno abbandonato i lavori, inducendo il presidente facente funzioni Ugo Forello a chiudere la seduta in anticipo con un laconico: “Senza l’Ufficio di presidenza non è gestibile”.

Ma perché il Pef Tari 2020 è ancora in ballo a quasi due anni di distanza? Perché contiene anche i quasi 26 milioni di costi extra che la Rap ha dovuto sostenere nel 2020 per il trasporto dei rifiuti fuori città a causa della saturazione della sesta vasca di Bellolampo. Dato che nel 2020 il Pef non è stato approvato, lo scorso luglio gli uffici e la Ragioneria generale avevano predisposto una delibera che confermava per il 2020 le stesse tariffe del 2019 e spalmava i 26 milioni nel successivo triennio 2021-2023 (più di 8 milioni all’anno). La delibera non venne neanche votata (rinviando il conseguente aumento della Tari per i cittadini) e il Comune, dunque, non potè incassare la prima rata di 8 milioni. Il problema è che per legge la Tari deve coprire l’intero servizio dei rifiuti, quindi anche le spese impreviste. Tant’è vero che l’anno prima, nel 2019, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile ha bacchettato Amministrazione e Consiglio per aver finanziato i viaggi dei compattatori con un debito fuori bilancio di oltre 9 milioni. Si arriva così alla nuova puntata della vicenda nel giorno di San Silvestro. La delibera, riveduta e corretta, stavolta spalmava la stessa cifra (26 milioni) ma su un biennio (2022-2023), con un aumento, quindi, ancora più consistente e meno graduale dell’imposta sui rifiuti. Anche stavolta però l’Aula non ha votato l’atto rinviando ulteriormente la stangata in bolletta per i palermitani, che già rischiano di ritrovarsi un aumento esponenziale delle aliquote Irpef nel Piano di riequilibrio.

Non si è fatta attendere naturalmente la reazione della Giunta e del sindaco Leoluca Orlando, che in una nota congiunta “hanno registrato ancora una volta il comportamento irresponsabile di quella che da oltre un anno è la maggioranza in Consiglio comunale. Continuare a far pagare ai palermitani, alle palermitane, alle aziende partecipate e ai lavoratori, ai creditori e agli imprenditori, è la conseguenza di uno stato confusionale del Consiglio, essenziale organo di governo che oscilla tra isterie e velleità elettorali”.

“L’augurio e l’impegno – hanno aggiunto sindaco e assessori – è che il 2022 sia un anno decisivo per il futuro della nostra città, mortificata, da oltre un anno, da comportamenti irresponsabili di una eterogenea ‘nuova maggioranza’ del tutto insensibile alla delicatezza della situazione sociale e sanitaria della nostra città, chiamata ad affrontare e subire la pesante sfida della pandemia e di una crisi economica assai grave. Lo sviamento continuo del ruolo istituzionale del Consiglio è motivo di gravi responsabilità sotto ogni profilo, ma in primo luogo di responsabilità politica e amministrativa, che impediscono le condizioni indispensabili per affrontare le criticità che poi paradossalmente esponenti di questa maggioranza attribuiscono alla Giunta, alla struttura comunale e a quanti in Consiglio sono impegnati a fronteggiare una condizione dove l’emergenza più dannosa è ormai chiaro che sia lo stesso irresponsabile comportamento di taluni consiglieri comunali”.

L’unico atto approvato da Sala delle Lapidi è stata una mozione che chiede all’Amministrazione di sospendere la Ztl fino al 31 marzo 2022: un atto più che altro simbolico ma senza reali conseguenze amministrative, anche perché, come ha sottolineato il consigliere di Avanti Insieme Massimiliano Giaconia, già in passato, dinanzi ad altre mozioni che modificavano o sospendevano la Ztl, gli uffici avevano fatto notare che “servirebbe prima un parere del ministero dei Trasporti”.

“Quello che è accaduto in Aula – hanno attaccato in una nota congiunta i consiglieri di Avanti Insieme, Partito democratico e Sinistra Comune – è gravissimo. La mancata presa d’atto del Pef Tari 2020 da parte del Consiglio comunale non consentirà al Comune di riconoscere e, quindi, trasferire alla Rap risorse per un importo di circa 26 milioni di euro, anticipate dall’azienda nel corso del 2020 per far fronte agli extra costi determinati dal trasporto e conferimento dei rifiuti palermitani presso le discariche fuori città. La mancata trattazione dell’atto per il caos creato in Aula da alcuni gruppi politici di centrodestra e l’improvvisa chiusura della seduta non soltanto mette a rischio la tenuta economico-finanziaria dell’azienda ma determinerà un enorme appesantimento della Tari 2022 per i cittadini e le cittadine palermitane che dovranno, per legge, coprire i costi non più in due anni ma in un solo anno”.

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