Palermo, oltre 15 milioni contro gli allagamenti - QdS

Palermo, oltre 15 milioni contro gli allagamenti

Gaspare Ingargiola

Palermo, oltre 15 milioni contro gli allagamenti

venerdì 31 Luglio 2020

Si punta a contenere i disagi soprattutto nelle aree di Partanna Mondello, Ciaculli e Croceverde. Corsa contro il tempo per evitare situazioni pericolose come quella del 15 luglio scorso

PALERMO – Dopo l’alluvione che ha investito la città e in particolare la circonvallazione, il Comune accelera su due opere da 15,3 milioni di euro per contenere gli allagamenti a Partanna Mondello, a Nord, e Ciaculli e Croceverde, a Sud.

Il via libera all’iter amministrativo e progettuale è arrivato grazie alla firma di due convenzioni per l’utilizzo dei fondi comunitari Fesr 2014-2020: i progetti dovranno essere completati entro la fine del 2023 e responsabile dell’attuazione, dai progetti ai lavori, sarà lo stesso Comune.

Il primo intervento costerà tre milioni e mezzo e sarà realizzato nella zona di Partanna Mondello, dove l’Amministrazione sta già costruendo quattro vasche di laminazione in via Partanna per la raccolta e il rilascio graduale delle acque piovane in caso di precipitazioni abbondanti. Il nuovo progetto prevede la realizzazione di altre quattro vasche e di un bacino di circa mille metri cubi e il loro collegamento al Ferro di Cavallo tramite canali drenanti nelle aree di via Aiace, via Catalano e via Mondello. In via Grotta Partanna, inoltre, saranno costruiti quattro pozzi drenanti. Interventi che mitigano i rischi ma non li scongiurano del tutto.

“Nella relazione tecnica che accompagna la convenzione – hanno spiegato da Palazzo delle Aquile – è chiarito che nel caso di Mondello ci si muove sempre in un’ottica di mitigazione del rischio, data la configurazione orografica della zona, praticamente al livello del mare. L’utilizzo di vasche drenanti a lento rilascio è quindi quello che permette il massimo beneficio con il costo minimo”.

Più complesso invece il secondo progetto da 11,8 milioni a Ciaculli e Croceverde, che prevede la realizzazione di opere per la raccolta delle acque provenienti dai valloni del sovrastante Monte Grifone. Gli interventi, che in parte occuperanno il tracciato dell’ex acquedotto di Scillato in disuso, si estenderanno dalla Discesa dei Mille lungo la strada per Gibilrossa fino a via Laudicina, passando in prossimità della storica Sorgente della Favara di origini arabe, che sarà oggetto di una riqualificazione igienico-ambientale ed architettonica.

Adesso “scatta per tutti noi una vera e propria corsa contro il tempo – ha detto l’assessore Maria Prestigiacomo – per far sì che questi importanti finanziamenti ottenuti grazie alla collaborazione con la Regione, siano usati al meglio”.

“La stipula delle due convenzioni, che ha subito un leggero ritardo a causa del Covid-19 – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando – mette finalmente in moto tutte le procedure tecniche e amministrative perché queste due aree, che spesso subiscono allagamenti, possano essere messe in sicurezza. Sono interventi indispensabili e speriamo risolutivi, nella coscienza che da un lato la massiccia cementificazione dei suoli e dall’altro il cambiamento climatico hanno reso estremamente difficile garantire condizioni di sicurezza a tutti i territori, soprattutto quando si tratta di aree come queste che per loro natura sono esposte ad un altissimo rischio idrico”.

A proposito di dissesto idrogeologico, un emendamento del deputato del Movimento 5 stelle Adriano Varrica al Decreto Rilancio ha permesso al Comune di “recuperare le somme per la messa in sicurezza di via Monte Pellegrino e via Principe di Paternò in corrispondenza del canale di maltempo Passo di Rigano. Si tratta di aree – ha spiegato il parlamentare – su cui la Protezione civile comunale ha di recente richiamato l’attenzione per i rischi connessi”.

Durante un recente incontro con Prestigiacomo e gli uffici “tra le altre cose abbiamo affrontato anche il tema degli investimenti sul ponte Corleone, sullo svincolo Perpignano e sul Ponte Oreto”. Sulle prime due opere, in un primo momento inserite nel Patto per Palermo, Varrica ha sollevato il caso con due interrogazioni parlamentari: dei 51 milioni previsti (17 milioni per il raddoppio, 34 per Perpignano), ben 40 finanziati con fondi ex Agensud non sarebbero al momento nella disponibilità di Palazzo delle Aquile.

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