Palermo, decentramento nulla di fatto a Sala delle Lapidi - QdS

Palermo, decentramento nulla di fatto a Sala delle Lapidi

redazione

Palermo, decentramento nulla di fatto a Sala delle Lapidi

giovedì 25 Febbraio 2021

In Consiglio è mancato il numero legale necessario per il via libera al documento. Presidenti delle municipalità in rivolta: “Lunedì consegneremo al sindaco le chiavi delle Circoscrizioni”

PALERMO – Si sono dati appuntamenti il prossimo 1 marzo in piazza Pretoria i presidenti delle Circoscrizioni cittadine, che protesteranno consegnando simbolicamente le chiavi delle Circoscrizioni al sindaco e al presidente del Consiglio comunale. Una protesta decisa a seguito della mancata approvazione da parte di Sala delle Lapidi del Regolamento sul Decentramento.

“Dal 2017 a oggi – hanno scritto in una nota i presidenti delle otto Circoscrizioni – su nostra sollecitazione, in nome e per conto anche dei 72 consiglieri di Circoscrizione eletti, abbiamo incontrato numerose volte il sindaco, gli assessori al Decentramento che si sono succeduti, il presidente del Consiglio comunale, le Commissioni consiliari, il segretario generale e gli uffici competenti, affinché anche Palermo potesse avere un decentramento degno della quinta città d’Italia. Nonostante il termine perentorio di ulteriori sette giorni concessi dal commissario ad acta per approvare il nuovo regolamento sul decentramento e le proposte di modifica pervenute dalle Circoscrizioni e dagli Uffici, nella seduta di ieri il Consiglio comunale non è riuscito ad approvare l’atto deliberativo, dando l’ennesima dimostrazione di scarsa attenzione verso il Decentramento e mancanza di rispetto istituzionale”.

Massimo Castiglia (I), Mario Greco, (II), Antonino Santangelo (III), Silvio Moncada (IV), Fabio Teresi (V), Michele Maraventano (VI), Giuseppe Fiore (VII) Marco Frasca e Polara (VIII), hanno aggiunto: “Siamo stanchi di essere presi in giro. Decentrare i servizi significa avvicinare sempre di più i cittadini alle Istituzioni. E noi che rappresentiamo i cittadini che ci hanno eletto, non possiamo apparire deboli per colpe non nostre. Ci confronteremo fin da subito con i nostri rispettivi Consigli”.

Una vicenda che ha fatto divampare in città anche un acceso dibattito politico, come dimostra anche la nota diffusa nella giornata di ieri dai consiglieri di maggioranza, comunque ricompattatasi dopo i recenti scivoloni in Aula. “Riteniamo – hanno scritto – che il Consiglio comunale, con l’uscita della minoranza dall’Aula, abbia perso l’occasione di approvare un Regolamento sul Decentramento che, seppur non pienamente soddisfacente, aveva visto i Consigli di Circoscrizione proporre in modo unitario degli emendamenti migliorativi che, come maggioranza, ci sembrava doveroso accogliere almeno in parte. Abbiamo provato fino alla fine a proporre questa mediazione alle minoranze, per evitare che al Consiglio si sostituisse il commissario, come invece è accaduto”.

“Le opposizioni – hanno aggiunto dalla maggioranza – hanno preferito, di fatto, azzerare settimane di lavoro delle Circoscrizioni stesse che, di concerto con l’Amministrazione e con la Commissione consiliare competente, avevano concordato un testo con numerosi emendamenti sui quali, appunto, avremmo potuto e voluto lavorare insieme. Le forze di maggioranza hanno comunque mostrato unitarietà di intenti e sinergia su un tema delicato come quello del Decentramento”.

“Nella Palermo che pensiamo per il futuro – ha evidenziato il capogruppo del Pd Rosario Arcoleo – i servizi devono essere più vicini ai cittadini. Questo lo si fa attraverso un reale decentramento verso le otto Circoscrizioni di competenze, personale qualificato, strutture idonee e veri poteri. Una grande città come Palermo ha bisogno di articolazioni territoriali più vicine al singolo cittadino e deve alimentare la partecipazione dal basso”.

“Come Pd – ha concluso Arcoleo – abbiamo cercato in ogni modo di migliorare la delibera ‘sicuramente non perfetta’ del Consiglio comunale in questa direzione, ma sono prevalse logiche di conservazione e di piccoli poteri. Continueremo a farci carico anche in futuro delle proposte dei presidenti e dei Consigli circoscrizionali che a nostro avviso vanno nella giusta direzione”.

Di tutt’altro avviso, ovviamente, i rappresentanti delle opposizioni, secondo cui la situazione vissuta dai rappresentanti di Sala delle Lapidi avrebbe “del paradossale”. “L’atto in discussione – hanno sottolineato in una nota i consiglieri di minoranza – è stato definito brutto e inconcludente da tutti, anche da tutti i rappresentanti delle circoscrizioni, dai consiglieri che in Aula sostengono questa Amministrazione e, addirittura dall’assessore che rappresenta la Giunta e il sindaco”.

“Dopo intense ore – hanno aggiunto – dedicate a tentare di migliorarne forma e contenuto, ore che hanno visto impegno e grande senso di responsabilità, soprattutto delle opposizioni, davanti all’impossibilità di raggiungere un risultato soddisfacente nel tempo residuo colpevolmente rimasto a disposizione, con il rischio, addirittura, di peggiorare il testo originario e di depotenziarlo con emendamenti contradittori (alcuni dei quali anche con parere tecnico contrario), le forze di minoranza hanno accolto la costruttiva proposta del presidente del Consiglio di approvare il regolamento e di presentare, entro e non oltre sessanta giorni, opportune modifiche all’atto con una proposta di iniziativa consiliare. Purtroppo ci si è trovati davanti a un irresponsabile aut aut dei gruppi di maggioranza di affrontare una surreale discussione di 34 emendamenti alle 3 del mattino, rischiando di fare ulteriori e gravi errori e contraddizioni su un atto di fondamentale importanza”.

Stupisce – hanno sottolineato ancora dall’opposizione – come la maggioranza si lamenti di avere visto approvato un atto che è stato predisposto e presentato dalla sua stessa Amministrazione e dal suo stesso sindaco. Sintomatico segno del disastro della pseudo maggioranza di Orlando è la circostanza che il numero legale sia caduto sul primo emendamento da questa presentato che proponeva, addirittura, di cancellare la prerogativa delle Circoscrizioni di potere gestire le funzioni a esse delegate”.

“Chi ha davvero a cuore il decentramento – hanno concluso – avrebbe dovuto agire in modo diverso, lavorando alla elaborazione di una disciplina regolamentare che disegnasse un sistema armonico di delega di funzioni e attività in cui al potere di indirizzo e programmazione corrisponda anche il potere di gestione dei servizi base”.

Stoccate alle forze politiche che sostengono il sindaco Orlando sono arrivate anche da Rosalia Viviana Lomonaco, capogruppo del Movimento 5 stelle a Sala delle Lapidi. “Una sparuta e arroccata ‘maggioranza’ – ha detto – ha preferito schiantarsi di fronte alla legge dei numeri, piuttosto che seguire la via d’uscita proposta dal presidente della sua stessa compagine. Dopo sette giorni di incessante dibattito, era ormai chiara tutta la difficoltà per il nostro gruppo di approvare delle modifiche al Regolamento per il Decentramento che avrebbero creato solo confusione, con il paradossale effetto di pregiudicare anche la possibilità di un miglioramento futuro”.

“La presunzione – ha affermato Lomonaco – di chi voleva ‘fare tutto da sé’ ha fatto inabissare l’Aula in un nulla di fatto per mancanza del numero legale. Sarebbero stati necessari almeno 21 voti a favore per approvare l’atto, ma neanche questa osservazione ha fatto desistere una parte debole dell’Aula che ha voluto fare un inutile gioco di forza, con banale presunzione, su un atto che avevamo chiesto di riesaminare con maggiore attenzione nei due mesi successivi e che rappresenta un’occasione mancata per realizzare, nei fatti, quel principio di sussidiarietà intrinseco nel ruolo degli organismi decentrati del Comune”.

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