La maggioranza che sostiene il sindaco Lagalla fa ancora i conti con gli strascichi legati alle polemiche post Capodanno. E il voto per il rinnovo del Parlamento Ue è sempre più vicino
PALERMO – L’argomento “Capodanno 2023” continua a dominare l’agenda politica palermitana. Questa volta il detto “Finita la festa, gabbato lo Santo” sembra non descrivere l’attuale situazione perché, nella seduta del Consiglio comunale svoltasi lo scorso 9 gennaio, si è ritornato a parlarne, soprattutto per chiedere nuovi dettagli.
La prima, in ordine di tempo, è stata la consigliera Di Gangi di Progetto Palermo che ha dichiarato: “Proprio perché riteniamo importanti le politiche culturali di questa città, abbiamo voluto accendere un faro su quanto accaduto in riferimento al concerto di Capodanno (…) vorrei – rivolgendosi all’assessore Cannella – che rispondesse ad alcune questioni ancora aperte. Abbiamo indagato a quanto ammonti il flusso turistico generato da questo evento? Quanto è riuscito a essere catalizzatore d’interesse per quanti non vivono a Palermo?”.
Pochissimi palermitano hanno potuto fruire del concerto
“È evidente – ha aggiunto – che un investimento così cospicuo può essere giustificato solo a fronte del fatto che, a fronte dei pochissimi palermitani che hanno potuto fruirne, abbia creato un forte interesse per la città (…) non secondaria, inoltre, la questione che riguarda la mancanza dei diritti televisivi visto che, nel progetto selezionato, sembrava invece che fosse elemento fondante cui si aggiunge l’amara considerazione che l’artista non è stata messa in condizione di esibirsi al meglio, visti gli inconvenienti tecnici occorsi durante l’evento. L’Amministrazione ravvede la necessità di ricontrattare l’impegno economico concordato con l’organizzatore dell’evento, visto i risultati non proprio esaltanti e sicuramente non all’altezza di quanto avevamo acquistato?”.
La risposta alle critiche dell’assessore Cannella
In risposta, l’assessore Cannella ha ribadito che “nella visione di questa Amministrazione c’è la valorizzazione di questo territorio e della città di Palermo anche attraverso la realizzazione di grandi eventi (…) e grazie a questo Palermo è diventata attrattiva per gli operatori culturali che hanno organizzato concerti e grandi eventi (…) rivendichiamo la scelta di aver designato piazza Castelnuovo come location primaria degli eventi del Capodanno 2023, vista la presenza delle necessarie vie di fuga e delle opportune misure di sicurezza che era necessario attuare. Questo non ci ha impedito di delocalizzare altri 85 eventi su tutto il territorio cittadino, comprese le periferie. A proposito, invece, dei flussi turistici che questo evento ha determinato, a tutt’oggi, il dato non è stimabile ma sappiamo per certo che la nostra città è stata raggiunta da moltissimi luoghi dell’Isola e lo dimostra il fatto che le strutture di ospitalità erano piene così come quelle del comparto ristorazione. La scelta dell’artista, di là dei gusti personali, ha permesso a Palermo di essere una delle città più citate nei media. Inoltre, il budget relativo all’artista coinvolta, che è stato pari a 456.500 euro Iva inclusa, era peraltro compatibile con le nostre risorse. A proposito, invece, del dato relativo all’affluenza di pubblico, si è dovuto tener conto che, a fronte di una possibile capienza della piazza di circa 20.000 persone, la Prefettura ha stabilito che in questo caso la capienza fosse limitata a 9.800 anche se, nel corso della serata, si è stimato che nella piazza c’erano 13-14.000 persone e dai conta-accessi è emerso che hanno avuto accesso alla piazza poco meno di 20.000 persone”.
Chiesti chiarimenti sui problemi tecnici
“Per quanto riguarda, invece – ha aggiunto l’assessore – lo svolgimento della serata a parte, una valutazione soggettiva della qualità dell’audio e della sua gestione, i nostri uffici hanno chiesto conto alla società Punto e a Capo, che ha risposto che quanto è successo è dovuto a una serie d’interferenze elettriche che hanno generato piccole interruzioni di funzionamento del processore di gestione dell’impianto. Ciò non toglie che, al normale disappunto dell’artista, il concerto è durato 85’ e l’artista, al termine della sua performance ha ringraziato tutti concedendosi anche per i selfie con il pubblico”.
Tutti contenti delle risposte dell’assessore Cannella? Il sospetto è che il concerto di Capodanno, suo malgrado, celi ben diversi disappunti. E probabilmente lo dimostra il fatto che il dibattito sia continuato anche al di fuori dell’Aula consiliare, anche tramite il comunicato stampa emesso da Sabrina Figuccia, consigliere comunale e presidente della Terza Commissione consiliare, non soddisfatta da quanto riportato in Aula dall’assessore comunale “Apprezzo – ha affermato – che l’assessore alla Cultura Giampiero Cannella sia venuto in Consiglio comunale per illustrare i dettagli dell’organizzazione del concerto di Capodanno, sicuramente non impeccabile. Dispiace, però, che non abbia prodotto alcun documento cartaceo affinché i consiglieri comunali e, quindi, i cittadini palermitani possano verificare che tutti i passaggi e tutte le decisioni siano stati regolari, soprattutto per evitare che spiacevoli episodi, come il malfunzionamento dell’impianto di amplificazione o la mancata diretta televisiva e in streaming dell’evento, che ha impedito alla stragrande maggioranza dei palermitani di godere di un concerto che è costato quasi mezzo milione di euro”.
Le questioni interne della maggioranza
Le questioni in gioco, dicevamo, potrebbero essere altre. Da tempo si ha infatti l’impressione di un allontanamento – è di certo troppo presto per parlare di rottura – tra alcune delle anime che coesistono nella maggioranza di Governo. Da un lato quella di FdI, che ha voluto mantenere il proprio assetto anche ritardando quelle dimissioni, annunciate, dalla carica di vice sindaco di Carolina Varchi, e che si è vista costretta a subire un rimpasto che ha previsto, per mantenere inalterati gli equilibri concordati nella campagna elettorale, la sostituzione dell’assessore Mineo, in quota FdI, con Alongi, in quota FI. Dall’altro lato vi sono FI e Lega, che rappresentano in questo momento, in perfetta sinergia, il “fuoco amico” che potrebbe minacciare la stabilità del Governo locale.
In questo quadro occorre poi inserire la volontà di non cedere, o perdere, poltrone in vista delle imminenti elezioni europee. Un’ulteriore occasione farcita di consenso, voti, gestione del potere e, elemento da non sottovalutare, un’occasione che potrebbe trasformarsi in un maggiore consenso elettorale nei confronti di FdI ed essere inteso come un alto indice di gradimento del Governo nazionale. La Sicilia come laboratorio politico nazionale? Perché no, non sarebbe la prima volta…