Vertenza Covisan-Almaviva: Ita diserta il tavolo nazionale - QdS

Vertenza Covisan-Almaviva: Ita diserta il tavolo nazionale

Gaspare Ingargiola

Vertenza Covisan-Almaviva: Ita diserta il tavolo nazionale

giovedì 21 Aprile 2022

Ministero del Lavoro, Comune e sindacati hanno aspramente criticato l’atteggiamento dell’azienda che ha preso il posto di Alitalia. In ballo c’è il futuro di 543 operatori di call center

PALERMO – Ita Airways non si è presentata al tavolo convocato ieri dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali insieme ai sindacati, ai vertici di Covisian e Almaviva, alla Regione Siciliana e al Comune di Palermo. Non solo, stando alle accuse dei sindacati la compagnia aerea che ha preso il posto di Alitalia “starebbe internalizzando il servizio procedendo ad effettuare assunzioni ex novo e ricollocazioni di personale ex Alitalia”, lasciando fuori da questo processo di ricollocamento 543 operatori ex Almaviva.

Per il ministro Orlando “è un fatto molto grave”

Per il ministro Andrea Orlando la mancata presentazione al tavolo di crisi “è un fatto molto grave. Il ministero del Lavoro si è sempre reso disponibile a collaborare con Ita per gestire con l’impresa i passaggi più difficili di questi mesi. L’indisponibilità al confronto e la mancanza di riguardo istituzionale non può essere sottovalutata. Chiederò al collega Franco (ministro dell’Economia, nda) e agli altri ministri coinvolti un confronto per concordare insieme le iniziative conseguenti”.

Il ministero “considera ingiustificabile – si legge in una nota – l’assenza dal tavolo dei vertici di Ita Airways, che in questo modo si sottraggono al confronto finalizzato alla ricerca di possibili soluzioni occupazionali per i lavoratori interessati”.

La vertenza è (ri)esplosa a inizio aprile quando la Covisian ha avviato la procedura di licenziamento dei 221 lavoratori impegnati nella commessa Ita in scadenza il 30 aprile. Una commessa partita col piede sbagliato dato che nel “trasloco” del servizio di assistenza ai clienti ex Alitalia da Almaviva a Covisian non è stata rispettata la clausola sociale per i dipendenti delle sedi di Palermo e Rende. Una soluzione sembrava arrivare dall’accordo di ricollocamento dei lavoratori firmato il 21 ottobre scorso: 221 passavano gradualmente alla Covisian per occuparsi della commessa Ita mentre gli altri 322 restavano ad Almaviva (in cassa integrazione a zero ore) in attesa di essere assunti entro il 2023. Il primo aprile, però, dopo appena sei mesi di attività, la Covisian ha annunciato di non aver raggiunto l’intesa con Ita sul rinnovo del contratto per la fornitura del servizio di contact center, che si sarebbe pertanto concluso alla naturale scadenza della commessa, cioè il prossimo 30 aprile. Meno di una settimana dopo, nonostante le proteste dei sindacati e senza neanche aspettare l’apertura del tavolo di crisi a Roma, la Covisian ha rotto gli indugi ufficializzando 221 licenziamenti, 206 dei quali a Palermo.

E ieri si è consumata l’ennesima tappa della Via Crucis dei lavoratori ex Almaviva, che soltanto la sera prima avevano partecipato a una fiaccolata di protesta in centro città, dalla Cattedrale a Palazzo delle Aquile, sede del Comune. E potrebbe non essere finita qui, perché in una nota congiunta Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno attaccato Ita dicendosi “sgomenti” per quanto avvenuto al tavolo di crisi a Roma: “Oggi un’azienda a totale controllo pubblico, Ita, ha inteso sfregiare il Governo italiano annunciando, a riunione iniziata, che non si sarebbe presentata e che starebbe internalizzando il servizio procedendo ad effettuare assunzioni ex novo e ricollocazioni di personale ex Alitalia a fronte della decisione di Covisian di non onorare più l’accordo sottoscritto pochi mesi fa che avrebbe dovuto garantire la continuità occupazionale per 543 lavoratrici e lavoratori. Ci troviamo dinanzi ad un atto violento in spregio di qualsiasi legge e rispetto per le istituzioni e le persone. Tutto questo è semplicemente vergognoso. Un simile atto mette in discussione non solo la serietà dei tavoli governativi, ma la sussistenza di tutto il settore dei customer care”.

“Il sindacato confederale – prosegue la nota – non lascerà sole queste 543 famiglie. Per loro e per difendere anche l’onore delle istituzioni. Ora inizia una vertenza dura, difficile ma non lasceremo un solo centimetro di spazio all’arroganza di Ita ed alla irresponsabilità di Covisian. Aspettiamo anche di conoscere le azioni che il Governo e il ministro Orlando vorranno adottare in questa pericolosa deriva autoritaria messa in atto da un’azienda pubblica che può travolgere l’intero settore dei call center procurando decine di migliaia di esuberi”.

Il Comune di Palermo pronto ad adire le vie legali

L’Amministrazione comunale sarebbe addirittura pronta ad adire le vie legali. “Il rifiuto di Ita di partecipare – ha detto il sindaco uscente Leoluca Orlando – è un’ignobile provocazione. Ho espresso paradossalmente solidarietà al Governo, che ha subito la mortificazione della violazione degli accordi stipulati presso il ministero del Lavoro da parte di un’azienda a totale partecipazione statale. Ho dato mandato all’ufficio legale del Comune di valutare e proporre una denuncia penale per l’evidente comportamento anomalo in un pubblico incanto, a partire da un bando del tutto irregolare nel contenuto e nel tempo di indizione, un bando che conteneva norme che chiediamo venga accertato essere parte di un eventuale patto scellerato, già individuato nei mesi scorsi dall’Amministrazione comunale. Siamo certi e chiediamo che il Governo richiamerà Ita ai propri impegni e si costituirà parte civile nell’eventuale procedimento penale”.

La compagnia ha diffuso una nota manifestando “solidarietà” nei confronti dei lavoratori

La posizione di Ita: “Noi parte lesa”

PALERMO – Ita Airways ha espresso “solidarietà ai lavoratori di Covisian, incolpevoli di una pessima gestione di tale società” ma ha ribadito allo stesso tempo di essere “la parte lesa”, sottolineando la “rottura unilaterale da parte di Covisian del contratto di fornitura del call center”. L’azienda, che ieri non si è presentata al tavolo convocato al ministero del Lavoro per discutere della vertenza dei 543 lavoratori del call center, ha fatto sapere di avere fornito le spiegazioni della sua scelta.

Covisian è stata bollata come “incapace di onorare impegni contrattuali, anche condivisi e sottoscritti in contesti istituzionali”, confermando la sua “esclusiva responsabilità” nel non aver “dato seguito né al contratto sottoscritto con Ita Airways né all’intesa sulla clausola sociale relativa ai dipendenti Almaviva”.

Fonti dell’azienda hanno parlato di un “venir meno del rapporto di fiducia tra le parti” e annunciato “l’avvio delle relative azioni legali”. La decisione di Covisian di far saltare la commessa, secondo Ita, ha causato un “enorme disagio a tutti i clienti e alla compagnia, con livelli di servizio scesi da un tasso di risposta del 98% a valori del 26%, nel periodo pasquale e all’inizio della stagione estiva”.

Per far fronte “all’estrema emergenza”, hanno aggiunto dall’azienda, Ita ha formato un call center interno “che conta già circa 150 assunti, di cui più del 50% lavoratori Alitalia in amministrazione straordinaria”. La compagnia ha poi confermato il “rispetto dell’impegno alla ricollocazione dei lavoratori Alitalia in amministrazione straordinaria, in linea con gli accordi firmati all’atto della partenza della nuova compagnia e l’attivazione di un processo di selezione per individuare risorse con elevata professionalità, con l’auspicio di poter trovare disponibilità all’assunzione da parte dei lavoratori siciliani”.

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