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Tra lacrime e speranza, Manfredi Borsellino: “Mio padre era ottimista ma fu lasciato solo”

Tra lacrime e speranza, Manfredi Borsellino: “Mio padre era ottimista ma fu lasciato solo”
Paolo Borsellino, Imagoeconomica – foto compressa

Il figlio del giudice presente all’inaugurazione del murale di via d’Amelio.

Paolo Borsellino era “un inguaribile ottimista” e voleva vincere la guerra contro la mafia ma “fu lasciato solo, non solo dalle istituzioni”: con queste parole Manfredi Borsellino, figlio del giudice antimafia ucciso da Cosa nostra, ha ricordato il padre durante l’inaugurazione di un murales raffigurante il padre nei pressi di via D’Amelio.

Quella stessa zona dove il giudice fu vittima di una strage mafiosa assieme a 5 agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

L’opera è stata realizzata da Andrea Buglisi nei pressi di via d’Amelio, dove sorgerà un centro sportivo a ottobre.

Paolo Borsellino, il figlio Manfredi: “Mio padre lasciato solo”

“Mio padre era un inguaribile ottimista. Lui la voleva vincere questa guerra, ma gli è stato impedito, da tanti. Forse anche da troppe persone vicine a lui, del suo mondo lavorativo. Ancora siamo alla ricerca di questo ‘amico’ che lo ha tradito. Lui venne lasciato da solo. Non soltanto dalle istituzioni, ma è stato lasciato solo anche dal mondo professionale, giudiziario e lavorativo che lo circondava. Che invece, più di altri, avrebbero dovuto proteggerlo e salvaguardarlo”, commenta Manfredi Borsellino tra le lacrime.

C’è ancora speranza

Dopo oltre un trentennio, Manfredi al sogno di papà Paolo ci crede ancora. E crede anche nella buona fede di tanti siciliani che odiano la mafia e che lottano per contrastarla: “Anche da un murales come questo rinasce tutto. Può rinascere una città. Io non dirò ‘E’ tutto finito’, come disse all’indomani della morte di mio padre, no. È ripartito tutto. I miei figli percorrono sempre questa strada e per me sarà molto emozionante che i loro figli, i miei nipoti un giorno potranno vedere il murales e soprattutto osservarlo in un gesto di vittoria, perché mio padre era un ottimista”.

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