Il Papa nomina ventun nuovi cardinali nel concistoro di dicembre
Nel concistoro del 7 dicembre il Papa ha nominato ventuno nuovi cardinali di sessantacinque Paesi di cinque continenti. Cosicché ha raggiunto il numero di centoundici cardinali da lui nominati su centoquaranta che compongono il Conclave, cioè di cardinali votanti.
Bergoglio sta internazionalizzando la Chiesa di Roma portando dentro il Supremo Consesso cardinali di Paesi sperduti, anche ove vi sono poche decine di migliaia di cattolici. Del resto, i suoi viaggi preferiscono mete lontane, per sostenere quei prelati e quei preti che fanno molta fatica a espandere fra i /le cittadini/e la Chiesa cattolica.
Sembra incredibile che un uomo che la prossima settimana compirà ottantotto anni, acciaccato a causa di vari malanni, abbia questa vitalità e questa forza per andare in giro, seppur claudicante o addirittura sulla sedia a rotelle. La svolta del papato di Francesco è sensibile, perché ha messo ordine nelle finanze del Vaticano e nel suo Istituto per le opere di religione (Ior), che una volta era un verminaio.
Ricordiamo che lo Stato del Vaticano, che occupa meno di un chilometro quadrato, è forse il più ricco del mondo, perché possiede decine di migliaia e forse centinaia di migliaia di proprietà concentrate nello stesso Stato del Vaticano. Dobbiamo anche ricordare che esso è amministrato dal Papa come suprema carica assoluta, che riunisce il potere legislativo, quello esecutivo e l’altro giudiziario.
Le sue decisioni sono inappellabili in quanto nella Costituzione dello Stato del Vaticano (pubblicata il 7 giugno 2023) non è previsto alcun organo collegiale deliberante, lasciando, appunto, tutte le funzioni nelle mani del Papa.
Egli ha comunicato che intende rimanere in carica fino a quando avrà capacità cognitive, anche se ammalato. In altre parole non farebbe ciò che fece Papa Ratzinger (Benedetto XVI), il quale tra l’altro inventò la carica di Papa emerito, cioè vivente mentre regnava un altro Papa.
Siamo convinti che la linea di Bergoglio stia tracciando una strada nuova rispetto al passato, in cui vi sono stati Papi conservatori. Ha già fatto intendere come la castità possa essere un principio superato.
I suoi discorsi, quelli più diffusi, sono anche molto brevi e chiari, pronunziati alle dodici della domenica dalla finestra che guarda piazza San Pietro, ove è ritualmente riunita una moltitudine di fedeli, non solo italiani, ma provenienti da tutte le parti del mondo. Si tratta di una comunicazione concisa, che utilizza questioni sociali fondamentali e un po’ meno precetti religiosi.
Perché questa novità anche nel linguaggio del Papa? Perché evidentemente egli sa che la gente ha un po’ di idiosincrasia per i temi propriamente religiosi, ma è più attenta alle questioni sociali. Proprio su queste egli interviene, in modo da tentare di migliorare la conoscenza di ogni cittadino/a.
La sua comunicazione è portata in tutto il mondo, mentre nel nostro Paese vi è la televisione vaticana, TV2000, diretta con maestria dal siciliano Vincenzo Morgante.
Per chi ci legge da quarantacinque anni, ciò che abbiamo scritto può sembrare superfluo. Tuttavia vogliamo ribadire che non è nostra abitudine blandire chicchessia. Tentiamo invece di riportare fatti e non opinioni.
Nel nostro Paese il Papato ha sempre avuto una forte influenza sugli/sulle italiani/e. Ai tempi delle lotte politiche furibonde fra Democrazia cristiana e Partito comunista, i preti erano in prima linea nel propagandare il voto democristiano. Arrivavano a dire anche pubblicamente che i comunisti mangiavano i bambini e che quindi non bisognava votarli.
Ma quella era un’epoca del dopoguerra, quando il mondo si era diviso in due parti col trattato di Jalta del 1945: da una parte vi era l’Occidente e dall’altra l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che detenevano il controllo di mezza Germania. Per fortuna, il 9 novembre del 1989 Berlino e il resto della Germania occupata vennero liberate, anche grazie a Gorbaciov, e i cinque lander tedeschi furono uniti agli altri della parte occidentale.
Con la caduta dell’Unione Sovietica cominciò l’ascesa della Cina, ma questa è un’altra storia.