Papa: “La Pace non si fa con le armi” - QdS

Papa: “La Pace non si fa con le armi”

Carlo Alberto Tregua

Papa: “La Pace non si fa con le armi”

martedì 08 Novembre 2022

Ucraina, prevalga il benessere

Ancora una volta Papa Francesco è intervenuto con energia di sostanza e di tono nel suo messaggio: “La Pace non si fa con le armi”.

Fino a quando i contendenti si sparano a vicenda, è ovvio che nel rapporto prevalga l’odio, anche furente. Dal che sembra del tutto pacifico che finché le parti guerreggiano, la Pace non arriverà mai.
Putin ha attaccato con il chiarissimo scopo di annettere alla Russia le quattro regioni ove, secondo lui, il popolo, che è russofono, con cultura e religione russe, voleva in maggioranza rientrare nella “Madrepatria”.

Zelensky ritiene, invece, che anche se in minoranza il popolo ucraino delle quattro regioni vuole restare nella situazione attuale. Due tesi opposte che dovrebbero essere decise proprio dal popolo.
Ora, Putin ha fatto una mossa che, ovviamente, la parte occidentale ha disconosciuto: il Referendum. Da esso è scaturito che la maggior parte della popolazione delle quattro regioni vuole andare con la Russia.

Ma questo risultato è stato contestato dalla parte occidentale, in primis dagli Stati Uniti, che hanno affermato che esso sia stato forzato, addirittura con le armi in pugno ai soldati. Non sappiamo se sia vero, può darsi. Ma non possiamo negare ciò che abbiamo visto con i nostri occhi in diversi servizi televisivi, che riprendevano file di decine e decine di cittadini che andavano a votare senza nessun armigero nei paraggi.

Chi fa informazione dovrebbe sempre aver presente il principio etico che impone quattro requisiti fondamentali: ragionevolezza e proporzionalità (previsti anche dalla nostra Costituzione); obiettività ed imparzialità. Per agire in questo modo, chi fa informazione dovrebbe accedere a più fonti di parte diversa o opposta, in modo da bilanciare le stesse e dedurne una verità o anche una parziale verità.
Noi lo scriviamo dal 24 febbraio di quest’anno: la verità che ci hanno propinato giornali, social, televisioni ed altri media è stata parziale e solo di una parte, perché quella poca che è arrivata dall’altra parte è stata preliminarmente falcidiata.

Non sappiamo chi abbia ragione, ma sospendiamo la nostra valutazione, per quello che vale.
Dunque, Papa Francesco ha ammonito con grande chiarezza, lo ripetiamo: “La Pace non si fa con le armi”. Il che significa che le parti devono accantonare la guerra, sedersi attorno ad un tavolo e cercare di raggiungere il compromesso più ragionevole possibile. Proviamo a fare una rapida valutazione.
Il Presidente della Federazione Russa ha investito cento e più miliardi di dollari in questa “operazione speciale”. Non è pensabile che si ritiri e chiuda la partita come se nulla fosse stato.
Il Presidente dell’Ucraina, condotto sapientemente dai servizi statunitensi, non può neanche pensare di raggiungere un compromesso nel senso indicato. Per cui il punto di incontro non può che essere la cessione definitiva di una parte del territorio ucraino alla Russia, facendo così cessare immediatamente le tremende conseguenze della guerra sul popolo ucraino.
Non si vede quale altra soluzione di buonsenso utile a far tacere i missili vi possa essere.

I media italiani ed europei non vanno nella stessa direzione dell’indicazione di Papa Francesco, cioè di far chiudere al più presto questa insana guerra, la cui primaria responsabilità, lo ripetiamo, è di Putin.
Quando con enfasi riportano che l’armata ucraina ha conquistato qualche chilometro del territorio, continuano a gettare benzina sul fuoco; mentre trattano con una minima informazione gli enormi danni che i bombardamenti di droni e missili russi stanno creando al Paese ucraino.
Già quasi la metà del sistema energetico è fuori uso, i bambini dormono e giocano nelle metropolitane, la gente non va a lavorare, non ha acqua, le fognature non funzionano e così via.
Queste non sono condizioni in cui tenere un popolo di quaranta milioni di persone. Zelensky lo dovrebbe capire e andare subito al tavolo delle trattative cedendo qualcosa, ma facendo riguadagnare la vita vera ai suoi cittadini.

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