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Parchi tematici, Sicilia pronta a riaprire dopo due anni di buio

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Parchi tematici, Sicilia pronta a riaprire dopo due anni di buio

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martedì 25 Maggio 2021

Etnaland e Aretusa Park quasi pronte. Un'attività stagionale lunga anche sei mesi azzerata dal Covid-19, così come è stato azzerato il fatturato e il lavoro di migliaia di lavoratori stagionali.

Parchi tematici in
Sicilia, si riparte. Dopo un anno di chiusura forzata riaprono anche le
strutture ricreative sparse per la regione. In maggioranza parchi acquatici che
prima della pandemia erano la meta preferita di oltre 400 mila utenti l’anno.

Un’attività
stagionale lunga anche sei mesi è stata azzerata dal Covid-19, così come è
stato azzerato il fatturato e il lavoro di migliaia di lavoratori stagionali.
Ripartire non sarà facile, pochi amministratori dei parchi hanno “digerito” le
conclusioni a cui è giunto il Cts bocciando la riapertura prima di giugno. Le
aziende sono in perdita, ma tutte sono in grado di garantire sicurezza e
salubrità all’interno delle strutture.

In Sicilia contiamo
centinaia di parchi tematici sparsi sul territorio, i più famosi e ricercati
sono quelli acquatici, come Etnaland a Belpasso (Ct) o Aretusa Park a
Melilli
(Sr).

“Abbiamo ricevuto
nelle scorse settimane la conferma della riapertura al 15 giugno. Sarebbe stato
meglio saperlo prima considerata la necessità di organizzare la stagione –
spiega l’amministratrice dell’Aretusa Park Manuela Gennaro -, ma
restiamo soddisfatti per la possibilità data ai nostri dipendenti di tornare
finalmente a lavoro. Siamo soddisfatti anche dalla scelta di aprire a giugno e
non luglio, tuttavia ripartiamo da una situazione economica più complicata
perché in questo lungo periodo siamo stati dimenticati dalla politica nazionale.

Solo un mese fa
abbiamo percepito un ristoro grazie all’eliminazione dei codici Ateco. A
livello regionale, il bando fatto a dicembre ha visto l’intervento del Tar e
del garante per alcuni vizi di forma che hanno bloccato 5 milioni di euro. La
Regione ha risposto comunicando l’emissione di un ulteriore bando dove si farà
rimedio, anche se il bando della Regione Sicilia è identico a quello emesso dal
Friuli Venezia e accettato senza riserve. Le aziende siciliane che rischiano
così di perdere il contributo sono in totale 223. Lo scorso anno abbiamo deciso
di non aprire – spiega Gennaro – per una questione di tempistiche, ci servono
due mesi per prepararci, non saremmo potuti ripartire avendo avuto comunicato a
luglio di poter riaprire a luglio stesso”.

Vaccini e
protocolli renderanno i parchi più sicuri?

“A prescindere dai
vaccini, che stanno andando avanti finalmente velocemente, voglio ricordare che
il cloro uccide il virus in 30 secondi e abbassa quasi del tutto la
possibilità di contagio. Un parco acquatico è sicuro e spero questo si
comprenda. A differenza delle piscine private noi abbiamo spazi ampi, di 50
mila metri quadrati. Gli ingressi infine saranno contingentati, la capienza
al 70 per cento
”.

Francesco
Russello
fa parte del direttivo dei Parchi Tematici
italiani
ed è il fondatore e direttore di Etnaland. La sua posizione è
chiara rispetto il difficilissimo periodo vissuto dal settore.

“Il Cts ci ha messo
da parte, ci ha considerato come fossimo un pericolo nonostante il presidente
del Consiglio Mario Draghi si sia espresso favorevolmente sulla ripartenza
delle attività all’aperto. Ci hanno fatto notare che i bambini nei parchi
urlano, ma lo fanno anche nelle scuole, è chiaro che alcuni paragoni non
reggono.

Ricerche europee
spiegano come l’acqua di piscina uccida il virus, ma non sono stati considerate
ed inoltre, mentre in Europa stanno riaprendo seguendo il consiglio dato dall’Oms,
di attenzionare la salute pubblica non solo contro il Covid-19, ma puntando sul
recupero degli aspetti psicologici dati dalla privazione dello svago, noi
continuiamo ad ignorare questo elemento”.

Etnaland conta 400
mila presenze l’anno, lo scorso anno è stata chiusa. La perdita economica è
difficile anche da immaginare.

“Restare
chiusi è stato comunque uno svantaggio – spiega Russello – dovevamo continuare
ad investire in opere iniziate ad ottobre 2019 e oltre a questo abbiamo dovuto sostenere
le spese di manutenzione del parco. A livello governativo, 40 mila famiglie
sono state abbandonate dal Ministro della Cultura Dario Franceschini e
sostenute in parte dalla ex Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, unica ad aver
pensato un sostegno per i lavoratori del comparto.

Dallo Stato non
abbiamo ricevuto nulla, circa 4 mila euro a fronte di un fatturato di 10
milioni di euro. Con il debito pubblico italiano non si può sperare in aiuti
sostanziosi, ma di fronte a perdite di fatturato ingenti si potrebbe almeno
offrire l’accesso a finanziamenti a lunga scadenza e a tassi bassi, come accade
in Spagna.

Nel nostro paese ci sono tassi del 6 o 8 per cento, in Spagna praticamente a zero. Seguire l’orientamento spagnolo vuol dire aiutare le imprese a ristrutturare il debito. Quest’anno riapriremo tardi – conclude Francesco Russello – abbiamo scelto luglio e dobbiamo decidere se farlo ad inizio del mese o a metà mese. Per quella data il 40-50% della popolazione sarà già vaccinata e sentiamo di poter offrire uno svago sicuro, sereno e la possibilità di tornare a vivere la vita come era prima del Covid-19. Il fatturato ci interessa fino ad un certo punto, il nostro scopo principale è dare lavoro ai nostri impiegati fermi da troppi mesi e potere tornare a regalare sorrisi ai bambini e svago alle famiglie siciliane”.

Chiara Borzì

Twitter: @ChiaraBorzi

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