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Fleres Salvo

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mercoledì 08 Settembre 2021

Circa un terzo degli italiani non ha vissuto tangentopoli e la crisi dei partiti

Circa un terzo degli italiani non ha vissuto tangentopoli e la crisi dei partiti, né la vittoria di Berlusconi del 1994, o l’attacco giudiziario subito pochi mesi dopo e sbugiardato a distanza di circa vent’anni.

Circa quattro quinti degli italiani non ha vissuto né la guerra, né il nazifascismo, né il comunismo stalinista, né le dittature argentine, cubane o cilene, se non che per sentito dire.

Solo il cinquanta per cento dei nostri connazionali conosce il boom economico degli anni ’60, l’autunno caldo, il terrorismo rosso e nero; pochi ricordano la marcia dei 40.000 di Torino, nel 1980, ecc.

Costruire una comunicazione politica fondata su questi riferimenti, ormai abbondantemente storicizzati, ma colpevolmente trascurati dalla scuola, ovvero riferirsi a correnti ideologiche, presupponendone la conoscenza da parte dei più, significa rinunziare a farsi comprendere da chi non sa di cosa si stia parlando.

Eppure si preferisce discutere ancora di fascisti, di comunisti, di pentapartito ecc. trascurando di affrontare in profondità temi come la stabilità occupazionale, il disagio dei piccoli e medi imprenditori, l’inefficienza della sanità, della giustizia o della burocrazia, il conflitto generazionale, il rapporto con le dipendenze, le problematiche della disabilità, il debordante potere della finanza speculativa, la sofferenza della società reale, dei pensionati, delle casalinghe o dei professionisti.

Pochi affrontano seriamente le questioni relative alla mancata manutenzione delle infrastrutture, alla loro distribuzione territoriale sperequata, al depauperamento del patrimonio immobiliare, pubblico e privato, alla illecita diffusione di prodotti agricoli concorrenti con i nostri e ad altri problemi che, oggi, purtroppo, continuano a corrodere le nostre carni, nel silenzio più assordante di chi ci governa.

Il premierato reale e quello virtuale, gli atteggiamenti elettoralistici o speculativi, le centinaia di “bufale”, il criminale sistema che le produce sono argomenti che affollano le cronache dei nostri giornali e rappresentano le ciliegine di una torta che nessuno dice con quali ingredienti debba essere fatta, né se debba essere dolce o salata, posto che se fosse entrambe le cose farebbe vomitare!

Eppure è così: basta capirlo e difendersi.

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