Partecipate Palermo, una holding per razionalizzare - QdS

Partecipate Palermo, una holding per razionalizzare

Gaspare Ingargiola

Partecipate Palermo, una holding per razionalizzare

martedì 09 Febbraio 2021

L’Amministrazione Orlando al lavoro per accorpare quasi tutte le aziende controllate: Amg, Rap, Reset, Amat e Sispi. L’obiettivo è ridurre i costi e rendere le strutture più snelle

PALERMO – Una mossa a sorpresa del sindaco Leoluca Orlando prepara la rivoluzione delle partecipate, che potrebbero essere quasi tutte accorpate in una holding tagliando gli incarichi nei Consigli di amministrazione e nei collegi sindacali.

Con una direttiva dello scorso 22 gennaio il primo cittadino ha incaricato il segretario generale e direttore generale del Comune, Antonio Le Donne, e la dirigente del Settore Servizi, Patrizia Milisenda, di predisporre, insieme al vice sindaco Fabio Giambrone, gli atti costitutivi della holding e la ricollocazione dei funzionari comunali in base alla nuova organizzazione. L’obiettivo è quello di fondere Amg, Rap, Reset, Amat e Sispi trasformandole in rami d’azienda di un’unica società così da risparmiare sui costi centralizzando gli acquisti, gli appalti e le esternalizzazioni. Restano escluse l’Amap – ma soltanto perché Palazzo delle Aquile non è più il socio unico da quando anche gli altri comuni della Città Metropolitana hanno acquistato quote societarie – e la Gesap, dove il Comune di Palermo con il suo 31,5% non è neanche il socio di maggioranza.

“Nel corso del 2020 – si legge nella direttiva – l’Amministrazione ha svolto una riflessione strategica in vista della conclusione del mandato amministrativo, nell’ambito del percorso finalizzato all’approvazione del bilancio 2020/2022. A tal proposito, è stata individuata la necessità di conseguire una razionalizzazione dell’assetto complessivo delle attività in atto espletate dalle società partecipate e di realizzare una più adeguata ridefinizione delle strutture organizzative delle stesse mediante la costituzione di una holding in seno alla quale far confluire il capitale sociale delle partecipate Amg Energia, Rap, Reset, Amat e Sispi. Queste ultime, secondo la logica unitaria, verrebbero a costituire rami di azienda che abbiano valore strategico ai fini di una più efficiente gestione dei servizi erogati ai cittadini, unitamente ad una maggiore economicità della gestione in ragione delle molteplici economie di scala che possono essere attuate nel contesto di azioni sinergiche da attuarsi tra le partecipate anche mediante il ricorso alla modalità dell’in house providing orizzontale (che nel caso della holding ramificata sarebbe un in house totalmente interno)”.

Quest’ultimo aspetto riguarda gli appalti che una partecipata assegna a un’altra senza fare ricorso a una gara. Un’eventualità che si è presentata più volte con la Reset attirando l’attenzione dell’Autorità nazionale anticorruzione, che nel 2019 minacciò di non iscrivere la Reset nell’elenco delle società in house. Il capitale sociale della consortile, infatti, è suddiviso tra Comune, Rap, Sispi, Amap, Amat e Amg ma per l’Anac l’affidamento diretto degli appalti è consentito solo tra partecipate che dipendono dallo stesso ente controllante.

“L’affidamento in house orizzontale – spiega l’Anac – è ammesso solo laddove l’Ente (Enti nel caso di controllo congiunto) che esercita il controllo analogo sui due soggetti contraenti, affidante e affidatario, sia lo stesso, ovvero che i due soggetti contraenti presentino la medesima compagine sociale di controllo. La ratio dell’istituto dell’in house orizzontale risiede, infatti, nella circostanza che la conclusione del contratto tra i due contraenti sia la manifestazione di un intento negoziale riconducibile in radice ad un unico soggetto e non, invece, il risultato della convergenza di volontà espresse da ‘centri di interesse’ distinti”.

Si prenda ad esempio l’Amap: mentre la Reset è controllata da Palazzo delle Aquile (con quote minori delle altre partecipate), l’Amap è controllata da decine di Comuni del palermitano (seppur con quote simboliche) e pertanto, come scriveva l’Anac in una delibera del 23 ottobre 2019, “la società Amap, a differenza delle altre società controllate esclusivamente dal Comune di Palermo, non è legittimata ad effettuare affidamenti in house all’organismo Reset Palermo sulla base di un controllo orizzontale sulla stessa”.

Per evitare di incorrere nella scure dell’Anac l’Amministrazione Orlando fu costretta a correre ai ripari modificando in fretta e furia lo statuto della Reset. Con la holding i paletti sul controllo analogo dovrebbero essere finalmente superati.

Dal Consiglio
La reazione di Forza Italia

PALERMO – “Abbiamo appreso, solo tramite la pubblicazione di una delibera di Giunta, che il sindaco ha dato mandato al direttore generale di ‘avviare gli atti prodromici ed istruttori alla costituzione di una holding’ che accorpi in un unico soggetto giuridico Rap, Reset, Sispi, Amg e Amat. Al di là delle considerazioni di merito sul contenuto di tale direttiva, che lascia ampie perplessità circa la scelta delle specifiche azienda includere e non includere nel preannunciato percorso, siamo molto perplessi dai tempi e dalle modalità”. Questo il contenuto di una nota diffusa dai consiglieri comunali di Forza Italia Marianna Caronia, Giulio Tantillo, Andrea Mineo, Roberta Cancilla e Fabrizio Ferrara.

“Fermo restando – hanno aggiunto – che spettano al Consiglio comunale decisioni di tale portata per l’assetto organizzativo della macchina comunale nel suo complesso e per la qualità e tipologia dei servizi resi ai cittadini, crediamo che già prima di dare questo ‘mandato’ al direttore generale, il sindaco e la Giunta avrebbero dovuto affrontare la discussione con l’Organo consiliare. Una discussione dalla quale certamente potrebbero venire, e verranno al momento opportuno, utili indicazioni, indirizzi e decisioni per la vita delle aziende. Aziende il cui generale stato di difficoltà non può essere risolto con provvedimenti frettolosi né tantomeno privi di un ragionamento politico di prospettiva sui servizi per la città”.

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