L’Unil intende concentrare le proprie attività sulle principali sfide sociali, tra cui la transizione ecologica e sociale
“L’Unil intende concentrare le proprie attività sulle principali sfide sociali, tra cui la transizione ecologica e sociale. Si è posta l’obiettivo generale di ridurre il proprio impatto entro i limiti planetari, garantendo al contempo i bisogni fondamentali e il benessere di tutti”. Così il rettore dell’Università di Losanna si è espresso riguardo a un progetto proposto dall’Ufficio della Transizione ecologica dell’Università (Centre de Competences en Durabilité) con lo scopo di riunire la comunità universitaria e decidere del futuro di quest’ultima, in relazione alle problematiche sociali e ambientali odierne.
L’Assemblea della transizione, così denominata, è un dispositivo partecipativo sperimentale, voluto dalla Direzione, creato nel 2022 al fine di formulare proposte di misure per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unil per la transizione ecologica e sociale. Essa riunisce 60 membri della comunità universitaria tirati a sorte – vi sono studenti/esse, professori/esse, ricercatori/trici e membri del personale amministrativo e tecnico, il che permette di rappresentare al meglio la popolazione dell’Unil – per contribuire allo sviluppo di queste misure ambiziose, che verranno in seguito sottoposte all’attenzione della Direzione, la quale si è impegnata fin dall’inizio del progetto ad applicarle al meglio.
Si sono già svolte alcune delle dieci sessioni previste da novembre 2022 a novembre 2023, aperte al pubblico, durante le quali l’Assemblea si riunirà per elaborare 26 obiettivi e 146 piste d’azione che verranno inserite nel Piano di transizione dell’Unil. Le prime sessioni sono servite a formare i membri dell’Assemblea sulle conoscenze scientifiche attuali, poi vi sono state delle sessioni tematiche (costruzioni e spazi verdi, alimentazione, tecnologie, beni di consumo e mobilità) e infine nel programma sono previste due sessioni per stipulare le misure in modo partecipativo e consensuale.
Tale dispositivo innovativo nel mondo accademico si ispira alla Convenzione cittadina per il clima, un’assemblea partecipativa costituita nel 2019 che ha riunito 150 francesi, rappresentanti diverse fasce della popolazione, con lo scopo di definire delle misure per ridurre almeno del 40% le emissioni di Ges (gas a effetto serra) entro il 2023 rispetto ai livelli del 1990, tenendo conto degli obiettivi di giustizia sociale. Purtroppo le loro proposte non sono state prese seriamente da Macron e dalla maggioranza dell’epoca, cosicché solo una minima parte delle misure è stata effettivamente inserita nell’agenda politica.
Questi sono progetti virtuosi e illuminanti perché innanzitutto mostrano l’importanza della partecipazione di tutte le fasce della popolazione in qualunque processo decisionale, proprio perché le decisioni prese riguardano tutti e tutte e perché la “politica” non è una dimensione elitaria a sé, come alcuni vogliono far credere; poi, tali progetti si focalizzano sulle sfide attuali più urgenti – che però vengono trattate con estrema superficialità o meglio, non vengono trattate – cioè la transizione ecologica (quella vera, senza greenwashing o altri palliativi) e la giustizia sociale; e infine mostrano come tali temi debbano essere trattati sotto più aspetti e da più fronti perché tutto è interconnesso, che sia in ambito politico, economico, legale, medico, etc…
Insomma, il futuro si deve costruire insieme, con una visione sistemica degli eventi e non lasciarlo nelle mani di pochi, che lo creano a loro immagine e somiglianza. Ricordiamoci che è l’unione fa la forza!
Per saperne di più: https://wp.unil.ch/assemblee-transition/assemblee/