Organi politici del Municipio azzerati per “forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata”. A una triade di prefetti il compito di ripristinare la legalità all’interno dell’Ente locale
PARTINICO (PA) – C’è un silenzio tombale al Palazzo di città all’indomani della notizia dello scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune. Accuse pesanti come un macigno, che trasformano l’ombra del sospetto in qualcosa di concreto.
L’attuale commissario straordinario che regge le sorti del Comune, Rosario Arena, che a breve lascerà il posto a una triade di prefetti, ha lasciato intendere che la decisione non lo ha colto di sorpresa: “Il provvedimento del Viminale – ha commentato – rappresenta una sconfitta per la città di Partinico e per i suoi dignitosi cittadini. Non è una piccola frangia di delinquenti, anarchici e soggetti che vanno contro lo Stato a poter offuscare l’onestà della stragrande maggioranza dei partinicesi. Ero sicuro al cento per cento che lo Stato non avrebbe distolto lo sguardo nei confronti di questa città per affermare la legalità”.
È devastante la relazione del prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, sulla base di quanto raccolto dai tre ispettori che per circa tre mesi hanno rivoltato come un calzino i cassetti del Municipio. Quel che viene fuori è che al Comune si è annidato un vero e proprio sistema di connivenze, di giochi sporchi della politica, che hanno finito persino per far dimettere il sindaco Maurizio De Luca. Tutti motivi che hanno spinto il Consiglio dei ministri a sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose. Su proposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, è stato deciso di azzerare i vertici amministrativi e consiliari.
“All’esito di approfonditi accertamenti – ha scritto il Consiglio dei ministri – sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che compromettono l’imparzialità e il buon andamento dell’attività amministrativa”. La Commissione straordinaria che a breve si insedierà resterà in carica per un periodo minimo di 18 mesi. In pratica, sostituiranno sindaco, Giunta e Assise civica.
Che qualcosa non funzionasse al Comune era oramai noto a tutti. Il primo campanello d’allarme arrivò nel maggio del 2019, quando l’allora sindaco Maurizio De Luca rassegnò le dimissioni dal suo incarico ad appena undici mesi dall’elezione. A succedergli, l’attuale commissionario straordinario in carica Rosario Arena. Lo stesso ex primo cittadino parlò di alcune situazioni clamorose, come per esempio di una riunione con i capigruppo consiliari in cui sollecitò la costituzione di parte civile del Comune al processo scaturito dall’operazione “Game over”: “Ci fu il gelo” disse.
Non a caso uno dei passaggi della relazione parla proprio di questa operazione, che ha svelato intrecci tra mafia e giro di scommesse con quartier generale a Partinico. Sulla base dello stesso documento, scritto dal prefetto e avallata dal ministro, sarebbero emersi “pregiudizievoli collegamenti tra la compagine di Governo e la criminalità organizzata” (l’operazione scattò nel febbraio del 2018, quindi ancor prima dell’elezione del sindaco De Luca, nda).
Non manca poi un ampio capitolo legato alla casa di riposo Canonico Cataldo, motivo principale che portò alle dimissioni proprio De Luca, che si vide bocciare dal Consiglio comunale per ben due volte la proposta di esternalizzazione della gestione con l’obiettivo alleviare le casse comunali dal peso di un costo di mezzo milione di euro l’anno a fronte di un dissesto finanziario già dichiarato. “Il prefetto – ha scritto il ministro Lamorgese – stigmatizza l’ostruzionismo del Consiglio che ha impedito un risparmio e il protrarsi di irregolarità”.
E una di queste sarebbe particolarmente pesante: “A essere rilevate gravi illegittimità – è stato sottolineato nel documento – per l’assegnazione della fornitura delle derrate alimentari per gli anni 2017 e 2018, destinata sempre alla stessa ditta il cui titolare ha vincoli di parentela con elementi di spicco della mafia corleonese”. Un “regime di sostanziale monopolio” che venne interrotto dal segretario generale del Comune, Lucio Guarino, che impose una procedura che contemplasse un’indagine di mercato e non un affidamento diretto.
L’ex sindaco sarebbe stato addirittura osteggiato dalla sua stessa maggioranza nel portare avanti provvedimenti per il “ripristino della legalità e il risanamento finanziario dell’Ente”.
Nella stessa relazione si fa un excursus delle più imponenti operazioni antimafia dal 2005 al 2018, e non si risparmia nemmeno il fronte dei tributi: “Si riscontrano ritardi e inefficienze nell’attività di riscossione delle entrate comunali e la scarsa incisività dell’azione di contrasto ai fenomeni di evasione tributaria, di cui hanno beneficiato anche soggetti organici alle locali consorterie criminali”.
“Un’onta – ha commentato il senatore partinicese Franco Mollame – si è abbattuta sulla nostra città. I partinicesi che lavorano non lo meritano. Ci sarà tanto da ricostruire. Rimbocchiamoci le maniche, donne e uomini di autentica buona volontà, senza timori”.