Quanto costa aprire una Partita IVA nel 2024

Quanto costa aprire una Partita IVA nel 2024? Ecco tutto quello che devi sapere

Quanto costa aprire una Partita IVA nel 2024? Ecco tutto quello che devi sapere

Redazione  |
giovedì 22 Agosto 2024

L'apertura di una partita IVA è un passaggio fondamentale per chi intende avviare un'attività professionale autonoma o imprenditoriale

Aprire una partita IVA è un passo cruciale per chiunque desideri intraprendere un’attività professionale autonoma in Italia. Tuttavia, la complessità del processo e i costi associati possono essere scoraggianti, specialmente per chi non ha familiarità con le procedure fiscali italiane. In questo articolo, esploreremo i vari costi legati all’apertura di una partita IVA nel 2024, suddividendo le informazioni in modo chiaro e accessibile per un pubblico di non esperti. Vedremo insieme cosa significa aprire una partita IVA, quali sono i costi iniziali e le spese da sostenere nel corso dell’anno, e forniremo consigli pratici su come affrontare questo percorso con serenità.

Secondo l’Agenzia delle Entrate, l’apertura di una partita IVA è un passaggio fondamentale per chi intende avviare un’attività professionale autonoma o imprenditoriale. Questa guida si basa su normative e linee guida aggiornate, garantendo un’informazione accurata e conforme alla legge.

Cosa significa aprire una partita IVA

Aprire una partita IVA significa dichiarare al fisco italiano che si intende svolgere un’attività lavorativa autonoma. Avere una partita IVA consente di emettere fatture e svolgere attività imprenditoriali o professionali in modo legale. Tuttavia, non tutte le attività necessitano di una partita IVA; ad esempio, lavori occasionali con compensi limitati possono essere eseguiti senza questa registrazione, come chiarito dalla normativa italiana sui lavori occasionali (Legge 276/2003).

Quando è necessario aprire una partita IVA

Per capire quando è necessario aprire una partita IVA, è importante considerare alcuni criteri chiave:

  • Continuità dell’attività: se l’attività viene svolta in maniera continuativa e non occasionale, è obbligatorio aprire una partita IVA, come previsto dall’art. 5 del DPR 633/1972.
  • Fatturato annuo: se il compenso supera i 5.000 euro lordi annui, l’apertura della partita IVA diventa obbligatoria, in linea con le direttive dell’Agenzia delle Entrate.
  • Tipologia di attività: Alcune attività professionali richiedono sempre l’apertura di una partita IVA, indipendentemente dal reddito generato, come nel caso dei professionisti iscritti a ordini o albi.

I vantaggi e gli svantaggi della partita IVA

Aprire una partita IVA ha sia vantaggi che svantaggi, che devono essere considerati prima di prendere una decisione.

Vantaggi:

  • Autonomia professionale: si ha la libertà di gestire la propria attività come si desidera.
  • Possibilità di detrarre le spese: alcune spese aziendali possono essere detratte, riducendo così il carico fiscale. Ad esempio, come riportato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), è possibile dedurre le spese professionali necessarie allo svolgimento dell’attività.

Svantaggi:

  • Responsabilità fiscale: si è responsabili di tutti gli adempimenti fiscali e contabili.
  • Costi fissi: ci sono costi fissi da sostenere anche se l’attività non genera guadagni significativi.

Chi può aprire una partita IVA

Chiunque può aprire una partita IVA, purché intenda svolgere un’attività economica in modo continuativo. Non esistono particolari restrizioni, se non la necessità di avere un codice fiscale e, in alcuni casi, il possesso di requisiti specifici per determinate professioni (ad esempio, l’iscrizione a un ordine professionale). Il Codice Civile e le normative fiscali italiane definiscono chiaramente i requisiti per l’apertura di una partita IVA.

Costi iniziali per aprire una partita IVA

I costi per aprire una partita IVA nel 2024 possono variare a seconda del regime fiscale scelto e dei servizi di consulenza di cui ci si avvale. In questa sezione, analizzeremo i costi principali che si possono incontrare all’inizio di questo percorso.

Costi amministrativi

L’apertura di una partita IVA è gratuita se si decide di procedere autonomamente tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, ci sono altre spese da considerare, come ad esempio:

  • Iscrizione alla Camera di Commercio: se si intende svolgere un’attività commerciale, è necessario iscriversi alla Camera di Commercio, con un costo che varia dai 50 ai 120 euro, come stabilito dalla Legge 580/1993.
  • Diritti camerali: oltre all’iscrizione, ogni anno è necessario pagare i diritti camerali, il cui importo è solitamente compreso tra i 50 e i 100 euro, secondo le direttive della Camera di Commercio.

Costi di consulenza

Molti professionisti scelgono di affidarsi a un commercialista per aprire la partita IVA e gestire la contabilità. I costi di consulenza possono variare in base alla complessità dell’attività e alla regione in cui ci si trova, ma in generale si possono stimare:

  1. Consulenza per l’apertura: Tra i 100 e i 300 euro.
  2. Gestione contabile annuale: Tra i 600 e i 1.500 euro all’anno.

Optare per un servizio di consulenza può essere utile per evitare errori e gestire al meglio gli adempimenti fiscali. Giovanni Bianchi, commercialista a Milano, afferma: “Avere un professionista che segue la contabilità fin dall’inizio può fare la differenza, soprattutto per chi non ha esperienza nel settore fiscale. I costi sono un investimento per evitare problemi futuri.”

Altri costi iniziali

A seconda dell’attività, potrebbero esserci altri costi da sostenere, come ad esempio:

  • Acquisto di software per la fatturazione elettronica: se non si utilizzano piattaforme gratuite, è possibile dover acquistare un software dedicato, con costi che variano dai 50 ai 200 euro all’anno.
  • Spese per la sicurezza sul lavoro: in alcuni settori è obbligatorio adottare misure di sicurezza specifiche, con costi che possono variare notevolmente, come previsto dal Decreto Legislativo 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro.

Costi ricorrenti per la gestione della partita IVA

Una volta aperta la partita IVA, ci sono spese ricorrenti da sostenere. Queste includono le imposte, i contributi previdenziali e i costi per la gestione contabile.

Imposte e tasse

Le imposte variano a seconda del regime fiscale scelto:

  • Regime forfettario: Una tassazione agevolata che prevede un’aliquota fissa del 15% sul reddito imponibile, ridotta al 5% per i primi cinque anni, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2019 (art. 1, commi 54-89). Questo regime è particolarmente vantaggioso per chi ha un fatturato annuo inferiore a 65.000 euro.
  • Regime ordinario: In questo caso, si applica l’IRPEF con aliquote progressive che variano dal 23% al 43% in base al reddito, secondo le tabelle ufficiali pubblicate dall’Agenzia delle Entrate.

Contributi previdenziali

I contributi previdenziali sono obbligatori e variano a seconda dell’attività svolta:

  • Gestione separata INPS: per i liberi professionisti senza cassa di previdenza, l’aliquota contributiva è del 25,72% (2024), come indicato dalla Circolare INPS n. 21/2023.
  • Casse di previdenza professionali: Alcuni professionisti devono iscriversi a specifiche casse di previdenza (ad esempio, avvocati, architetti), con aliquote variabili. La Cassa Forense, ad esempio, ha una contribuzione minima obbligatoria per gli avvocati.

Costi di gestione contabile

Se si sceglie di affidare la gestione contabile a un commercialista, è necessario considerare i costi annuali di consulenza. Questi possono includere:

  • Tenuta della contabilità: Costi variabili tra i 600 e i 1.500 euro all’anno, come menzionato in precedenza.
  • Assistenza per dichiarazioni fiscali: Servizi aggiuntivi, come la dichiarazione dei redditi, possono comportare costi extra, generalmente compresi tra i 100 e i 300 euro.

Come risparmiare sui costi della partita IVA

Esistono diversi modi per ridurre i costi legati alla gestione della partita IVA, specialmente per chi è agli inizi e deve fare attenzione al budget.

Scegliere il regime fiscale giusto

La scelta del regime fiscale è fondamentale per ottimizzare i costi. Per chi ha un fatturato annuo inferiore ai 65.000 euro, il regime forfettario può essere la soluzione più conveniente, grazie alla tassazione agevolata e alla semplificazione degli adempimenti contabili. Come confermato da Marco Verdi, esperto di fiscalità presso un noto studio di commercialisti a Roma: “Il regime forfettario è una scelta strategica per i giovani professionisti che iniziano la loro attività. Offre vantaggi fiscali significativi senza la complessità del regime ordinario.”

Valutare l’autogestione della contabilità

Per chi ha una buona dimestichezza con le questioni fiscali, gestire autonomamente la contabilità può rappresentare un notevole risparmio. Tuttavia, è importante valutare con attenzione se si è in grado di affrontare tutte le scadenze e gli obblighi senza commettere errori. Il sito dell’Agenzia delle Entrate offre risorse utili per chi desidera gestire la propria contabilità in autonomia.

Utilizzare strumenti gratuiti o economici

Infine, esistono diversi strumenti online gratuiti o a basso costo per la gestione della fatturazione e della contabilità. Alcuni servizi, come Fatture in Cloud o Aruba Fatturazione Elettronica, offrono piani base gratuiti o a costi molto contenuti che possono essere sufficienti per attività di piccole dimensioni.

Partita Iva, le considerazioni da fare

Aprire una partita IVA nel 2024 comporta una serie di costi iniziali e ricorrenti che è importante considerare attentamente. Conoscere in anticipo le spese da sostenere e valutare le diverse opzioni disponibili può aiutare a prendere decisioni più informate e a gestire al meglio il proprio percorso professionale autonomo. Scegliere il regime fiscale più adatto, affidarsi a consulenti esperti e sfruttare le soluzioni tecnologiche disponibili sono passaggi chiave per ridurre al minimo i costi e massimizzare i benefici di avere una partita IVA.

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