Nuovo codice di crisi per l'impresa, il dibattito a Catania

Reati concorsuali e codice di crisi per l’impresa, a Catania il confronto tra avvocati e commercialisti

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Reati concorsuali e codice di crisi per l’impresa, a Catania il confronto tra avvocati e commercialisti

Chiara Borzì  |
sabato 25 Maggio 2024

Nuove regole, nuovi compiti, nuove linee guida per affrontare le problematiche dell'insolvenza delle imprese.

CATANIA – Il nuovo codice della crisi di impresa ha introdotto regole e delineato meglio i compiti degli organi chiamati a intervenire nei casi di insolvenza d’impresa, con l’avvio della liquidazione giudiziale. Presto anche nei reati concorsuali.

I temi sono stati discussi durante l’incontro organizzato dall’Osservatorio sulle crisi di imprese (Oci), con la collaborazione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e dei Dottori Commercialisti di Catania, insieme a Saf (scuola di alta formazione della Sicilia), al Four Points by Sheraton.

Il nuovo codice della crisi d’impresa

Il presidente della Corte d’Appello del Tribunale di Catania Filippo Pennisi ha aperto i lavori spiegando di apprezzare il taglio “metà commerciale e metà penale” del tema trattato, aggiungendo che “a questa legislazione tumultuante l’antidoto è incontrarsi e confrontarsi insieme”. Francesco Mannino, presidente del Tribunale di Catania, ha evidenziato come “la presenza dell’Oce è diventata sistematica e con questi convegni dà il senso di una magistratura catanese attiva, in cerca di risposte alle tematiche del momento, sfruttando le singole esperienze professionali”. Un appuntamento che per Mannino, “serve a dare una guida anche a chi legifera, oltre che sollevare le problematiche dando uno stimolo al legislatore sulle modifiche da introdurre”.

Ha portato il saluto e il punto di vista dell’Ordine degli Avvocati, il presidente Antonio Distefano: “Grazie a questo appuntamento, quando abbiamo cominciato nel 2018 è stata inaugurata una proficua collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti su alcuni temi fondamentali, come quello della crisi d’impresa. In relazione alle problematiche dell’insolvenza le competenze si intrecciano”.

L’argomento delle regole sull’insolvenza per Distefano è fondamentale perché “le interpretazioni su alcuni condotte penalmente rilevanti stanno assumendo un’importanza sotto il profilo civilistico e questa attenzione ha dato risultati importanti, nel nostro tribunale, con la firma di protocolli tra la procura e gli ordini dei commercialisti e gli avvocati”. Salvo Virgillito, per l’ordine dei Commercialisti e Saf, ha aggiunto specificando che “solo dalla formazione passa la crescita professionale e il codice della crisi ci chiede una preparazione trasversale”.

L’incontro

Le due sessioni del 24 maggio, dedicate a ruolo e compiti di pubblici ufficiali (commissario giudiziale e curatore) e pubblico ministero di fronte all’impresa insolvente, sono state coordinate dal giudice del Tribunale di Roma Lucia De Bernardin e dall’avvocato catanese Marcello Marina. Due gli interventi per tavolo, quello del commercialista Enrico Giucastro e dell’avvocato Marco Spadato su commissario e curatore; quello del sostituto procuratore della Procura generale della Corte di Cassazione Giovanni Nardecchia e del sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma Giorgio Orano, sul ruolo del Pm.

Prima delle sessioni di approfondimento del sabato, Giuseppe Fichera dell’Oci e vicecapo del Dipartimento per la transizione digitale della giustizia del Ministero della Giustizia ha spiegato perché, oggi, c’è un nuovo codice della crisi e una riforma dei reati concorsuali: “Il legislatore italiano ha avuto la forza di riformare la legge fallimentare, sostituita dal luglio del 2022 con il codice della crisi, ma non ha avuto ancora la forza di mettere mano al tema delicatissimo dei reati concorsuali, rimasti del testo identici al 1942. La Commissione Bricchetti ha elaborato un testo organico di riforma su una disciplina che necessita una rielaborazione alla luce del nuovo codice della crisi”.

La sede di Catania è attiva dopo la riforma delle procedure concorsuali, lo è grazie alla “stipula di protocolli d’intesa tra gli uffici del Tribunale concorsuale e la Procura della Repubblica – ha ricordato Fichera – per cui è stato possibile avviare un percorso virtuoso che, a Catania, ha permesso al pubblico ministero di promuovere iniziative di liquidazione giudiziale delle imprese insolventi, completando un ruolo del Pm che è centrale nella procedura concorsuale; da un lato promuove l’iniziativa per la dichiarazione di insolvenza e dall’altro persegue i reati concorsuali”.

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