In Sicilia la pasta costa di meno che nel resto Italia: la classifica

Pasta, prezzi record in tutta Italia, a Palermo e Siracusa le città dove costa meno

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Pasta, prezzi record in tutta Italia, a Palermo e Siracusa le città dove costa meno

Redazione  |
domenica 23 Aprile 2023

Un chilo di pasta costa in media 1,50 euro al kg. Il record del prezzo della pasta più cara ad Ancona dove si arriva a 2,44 euro. Ecco da cosa dipende questa differenza di prezzo.

Aumentano ancora i prezzi della pasta nel nostro Paese. A lanciare l’allarme, dopo varie associazioni, questa volta è Assoutenti: ha stilato una mappa del caro-pasta in Italia e ha deciso di coinvolgere Mister Prezzi – il Garante per la sorveglianza dei prezzi – affinché faccia chiarezza sull’andamento dei listini di un prodotto immancabile sulle tavole degli italiani.

La sorpresa, per la Sicilia, e per questa volta si tratta di una buona notizia è che il prezzo della pasta arriva a 1,50 euro al chilo. La città più economica è Cosenza, dove un chilo di pasta costa in media 1,48 euro.

Ecco la classifica dei prezzi della pasta nel resto d’Italia

A marzo, in base agli ultimi dati forniti da Assoutenti, il record per l’impennata del prezzo della pasta spetta ad Ancona: qui il prezzo medio si è attestato a 2,44 euro al chilo. In seconda posizione troviamo Modena (2,41 euro), seguita da Cagliari (2,40 euro), Bologna (2,39 euro) e Genova (2,38 euro)

In media, al momento 1 kg di pasta costa in Italia 2,13 euro.

Solo 12 province italiane, denuncia Assoutenti, registrano al momento listini medi della pasta inferiori ai 2 euro al kg. Tra la città più costosa e quella meno cara, quindi tra Ancona e Cosenza, la differenza di prezzo è del 64,8%: si tratta di quasi 1 euro in più al chilogrammo.

Perché aumenta il prezzo della pasta in Italia

Come sottolinea Assoutenti, l’andamento dei prezzi non collima con l’andamento dei listini internazionali del grano.

In valori assoluti il prezzo rimane basso se confrontato a quello di altri genere alimentari ma gli aumenti sono significativi e in caso di un consumo sostenuto rischiano di farsi sentire sui conti di chi, sempre di più, fatica a raggiungere fine mese.

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