Il medico e giornalista Nelson Castro ha rivelato nuovi dettagli sulla sua scomparsa. La notizia arriva mentre continuano a uscire dettagli sulla turbolenta vita personale del Pibe de Oro
Non c’è pace per Diego Armando Maradona, neppure nella tomba: a un anno dalla morte per arresto cardiaco del ‘pipe de oro’, il medico e giornalista Nelson Castro ha rivelato nuovi dettagli sulla sua scomparsa: a cominciare dal fatto che fu sepolto senza il cuore per evitare l’assalto degli ultras al loculo.
Il racconto del medico
Autore de ‘La salud de Diego’, il medico ha concesso un’intervista a un programma televisivo – ‘A pranzo con Mirtha Legrand’ – in cui ha ricordato che ad un certo punto si scoprì che c’erano alcuni tifosi, militanti nei gruppi Gimnasia e Esgrima La Plata, che progettavano di compiere un’incursione alla tomba per impossessarsi del cuore dell’idolo calcistico.
“Ovviamente non accadde perché sarebbe stato un atto di enorme sfida, ma si scoprì che ci stavano per provare, così hanno estratto il cuore, anche per la ricerca”.
Castro, che è stato medico per 10 anni prima di diventare anchorman, ha aggiunto che il cuore di Maradona pesava mezzo chilo, quindi circa 200 grammi in più di quello di un adulto normale. “Era così grande non solo perché era uno sportivo, ma anche a causa della sua insufficienza cardiaca e patologia”.
In passato
Nel 2000 a Maradona era stata infatti diagnosticata una cardiomiopatia dilatativa, che è proprio una patologia che causa un ingrossamento del cuore. Il medico ha aggiunto che Maradona era “dipendente da tutto: droghe, alcol, tabacco, sesso, qualunque cosa” e ha sottolineato “la personalità autodistruttiva” della leggenda del calcio.
L’accusa di violenza sessuale
La notizia arriva mentre continuano a uscire dettagli sulla turbolenta vita personale del campione: nei giorni scorsi a cubana Mavys Alvarez, una donna oggi 37enne che ebbe una relazione con Maradona nel 2001, quando aveva 16 anni, ha raccontato a un giudice in Argentina di esser stata violentata dal giocatore. “Mi copre la bocca, mi violenta, non voglio pensarci troppo. Io smisi di essere una ragazza, rubò tutta la mia innocenza: è dura, smetti di vivere le cose innocenti che una ragazza di quella età deve sperimentare”.
La donna ha testimoniato in un processo per un presunto traffico di esseri umani avvenuto nell’ambiente dell’ex -calciatore. In un’intervista a un’emittente statunitense, ha raccontato che, sempre a 16 anni, fu portata in Argentina per un’operazione di ingrossamento del seno su richiesta proprio del campione del mondo; e che durante il suo soggiorno in Argentina, non le fu praticamente mai permesso di lasciare il luogo in cui alloggiava.
Gaston Marano, uno dei suoi avvocati, ha aggiunto che nella vicenda ci sono “più persone coinvolte”.
“La catena di responsabilità viene da Cuba, dove abbiamo un capo di Stato che concede in prestito una ragazza di 16 anni a chi ne fa richiesta, che è Maradona; ma ci sono anche i funzionari dell’immigrazione argentina che nel 2001 hanno permesso a un minorenne di passare per maggiorenne senza la necessaria documentazione; e c’è anche un medico che la sottopone a un intervento chirurgico senza alcun controllo.
Il pre-intervento di Mavys venne eseguito nell’hotel, in cui era tenuta prigioniera. Le dissero che non poteva uscire perché in quello stesso hotel su un altro piano c’era la famiglia di Maradona e non dovevano vederla”.
Secondo l’avvocato, nei due mesi e mezzo in cui la ragazzina rimase in Argentina uscì in strada solo due volte.
“Tutto ciò si presta chiaramente a uno schema di possibile tratta di esseri umani, riduzione in servitù e lesioni che questo medico le causò facendo un intervento chirurgico senza il permesso del padre. Alvarez entrò in Argentina a 16 anni e se ne andò a 17”. (AGI).