Perché QdS è divenuto primo in Sicilia - QdS

Perché QdS è divenuto primo in Sicilia

Carlo Alberto Tregua

Perché QdS è divenuto primo in Sicilia

mercoledì 27 Maggio 2020

Il passato spinge a costruire il futuro

Non è stato il virus “Corona” ad abbattere il mondo dell’editoria. La crisi viene da lontano e ha provocato una forte contrazione della vendita di copie e di abbonamenti di giornali, nonché un’altra tremenda contrazione della pubblicità.
Negli ultimi dieci anni, grosso modo, il rapporto fra tv e carta stampata, da un terzo a due terzi, si è rovesciato. Poi da qualche anno è intervenuto come un elefante il settore dei media sociali che già assorbono circa un terzo del mercato pubblicitario, stimato nel 2019 intorno agli otto miliardi.
A fronte di questa crisi, tutti gli editori sono stati costretti a ridurre l’organico di giornalisti, poligrafici e amministrativi, aiutati dallo Stato con continue sovvenzioni, a partire dalla legge 114/14.
Poi c’è una parte degli editori di quotidiani, quasi tutti locali, ad eccezione di un paio, che ricevono un contributo diretto che ha la funzione di sopperire a quella parte di conto economico che gli stessi non hanno la forza di mercato di portare in pareggio, per la concorrenza soverchiante dei “giornaloni”.


In questo quadro, il QdS ha provveduto a fare un profondo rinnovamento della sua grafica nel quarantesimo dalla sua fondazione (1979), in uno al rinnovamento del sito ove è presente non solo la copia replica, ma un flusso continuo di informazioni, da mattino a sera.
Il nostro editore ha anticipato i tempi cominciando a promuovere da molti anni gli abbonamenti digitali ed ora si trova nella posizione numero 12 fra tutti i quotidiani italiani. Inoltre, sommando copie cartacee e digitali diffuse, si trova nella posizione numero 39. Infine, a livello regionale ha conquistato il primo posto, che detiene ormai da qualche mese (tutti i dati di marzo 2020 si possono rilevare in Ads).
Perché il favore dei lettori? Perché, anche in questo caso, il QdS ha da sempre puntato la sua attività sulle inchieste, che rivelano la verità accertata da più fonti ufficiali, anche se negli anni essa è risultata scomoda per i potenti di ogni genere e tipo.
Inoltre, il QdS ha sempre proposto soluzioni di carattere istituzionale, economico, ambientale ed in altre branche rispetto ai diversi problemi nazionali, regionali e locali. Ovviamente non considerate da chi avrebbe dovuto profondamente riformare.

Nato come giornale a difesa delle piccole e medie imprese siciliane, con la testata Sicilia imprenditoriale, che usciva ogni sabato, ricordiamo sin da allora le inchieste, per esempio, pubblicate dal nostro caro e scomparso Tonino Zito, che facevano tremare le vene ai polsi di tutti i potentati regionali.
E poi ricordiamo le battaglie contro i monopoli e gli accordi tra politici dell’epoca e i cosiddetti quattro cavalieri dell’Apocalisse (come li definì Giorgio Bocca in un clamoroso editoriale dell’epoca), i quali di fatto prendevano tutti gli appalti che i loro compari gli assegnavano in proporzione alle loro dimensioni, escludendo tutta la rete di migliaia di piccoli e medi imprenditori, che potevano solo sperare di avere le briciole nei diversi subappalti.
Certo, i quattro cavalieri dell’Apocalisse vedevano il QdS come il fumo negli occhi, ma non c’è stato verso di piegare i suoi giornalisti alle logiche del malaffare dell’epoca.


E poi ricordiamo le continue denunce contro mafia, evasione fiscale, nero, corruzione, blocco dei cantieri, inefficienza della pubblica amministrazione, inquinamento ambientale, trascuratezza nei confronti del disastro idrogeologico, ignoranza nella valorizzazione dei beni culturali ed ambientali e via elencando. Per ciascuno di questi problemi abbiamo sempre prospettato soluzioni con continuità, senza la preoccupazione di pestare i calli a questo o a quello.
Non vorremmo che questo breve excursus sembrasse un panegirico. è semplicemente la verità di un pugno di siciliani che hanno avuto la costanza di resistere, resistere, resistere.
Il ciclone virus “Corona” ha peggiorato la situazione. Tuttavia è immutato l’entusiasmo, la voglia di vedere un cambiamento di rotta della politica isolana che deve partire dalla semplificazione delle norme e dei procedimenti amministrativi. è inoltre necessario l’inserimento dei valori di merito e responsabilità dei dirigenti pubblici (regionali e locali), attribuendo loro premi per i risultati raggiunti e sanzioni sui propri stipendi e carriera quando non li raggiungano.
Basta anime morte. Ci vogliono anime vive che vogliono crescere e contribuire al bene comune.

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