Pesca, per un settore in crisi arrivano altre restrizioni - QdS

Pesca, per un settore in crisi arrivano altre restrizioni

Pietro Vultaggio

Pesca, per un settore in crisi arrivano altre restrizioni

martedì 30 Luglio 2019

Il nuovo regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo vieta le attività con reti a strascico nel Canale di Sicilia. L’assessore regionale Bandiera lancia l’allarme: “Politica rigida che mette in difficoltà tantissime imprese”

PALERMO – Sembra non esserci via d’uscita per il comparto della marineria siciliana. Dopo la vicenda, nel mese di maggio, delle quote tonno, un nuovo regolamento 982/2019 del precedente Parlamento europeo e del Consiglio, entrato in vigore dal 10 luglio, ha proibito le attività di pesca con reti a strascico in tre zone del Canale di Sicilia.

È stata individuata, inoltre, un’area tampone, intorno a ciascuna delle predette aree, in cui le attività di pesca sono riservate alle imbarcazioni in possesso di un sistema di monitoraggio a distanza dei pescherecci, denominato Vms. L’allarme è stato diffuso da Edy Bandiera, assessore regionale per la Pesca Mediterranea: “Si continua a perpetrare una politica di rigida restrizione delle attività di pesca, mettendo in fortissima difficoltà la sopravvivenza economica delle imprese. Oggi si impone un nuovo e inaccettabile vincolo in aree in cui lo sforzo di pesca è irrisorio. Ancora una volta, a pagarne le spese sono i pescatori che, nella fattispecie, dai fondali in questione, traggono risorse come il merluzzo e il gambero rosa, necessarie per la sopravvivenza del settore”.

Un’altra novità introdotta nel nuovo regolamento (Ue 2019/982 del 5 giugno 2019) riguarda la lista di barche autorizzate alla pesca a strascico nei fondali del Canale di Sicilia, per le quali, con successivo provvedimento, verranno determinati i requisiti necessari per l’inclusione nella lista. “Il Governo Musumeci – conclude Bandiera – con atti concreti ed importanti, non ultima la norma organica di settore approvata all’unanimità dal Parlamento Regionale, ha dimostrato a chiare lettere di considerare il settore della Pesca elemento strategico del modello di sviluppo siciliano. Da tempo chiediamo al governo nazionale l’istituzione di un tavolo di confronto sul tema della ripartizione delle quote tonno e sulle problematiche più cogenti del settore. Invece, continuiamo ad assistere ad atti sempre più dannosi, che mettono a repentaglio centinaia d’imprese”.

Pronta la risposta dell’opposizione con Michele Catanzaro, parlamentare regionale del Partito Democratico e vice presidente della Commissione attività produttive all’Ars, il quale è stato relatore del disegno di legge sulla pesca mediterranea.

“Il governo regionale ha il dovere di sostenere, presso gli organismi competenti, – afferma Catanzaro – i diritti dei pescatori siciliani, chiedendo le opportune deroghe al recente regolamento dell’Unione Europea, che, imponendo nuove restrizioni, rischia di affossare definitivamente la marineria siciliana. Abbiamo lavorato per dare risposte alle speranze dei pescatori attraverso l’approvazione di una legge che contenesse misure di sostegno concrete per il rilancio della marineria. Ora ci troviamo di fronte il nuovo regolamento che inciderà pesantemente sulla sopravvivenza delle flotte. Ho già presentato un’interrogazione – il parlamentare del Partito Democratico – per chiedere al presidente Musumeci un intervento immediato che porti avanti le ragioni e le istanze dei pescatori”.

Nel corso degli anni, le restrizioni sono state troppe, bisognano altri tipi di provvedimenti per salvaguardare i nostri fondali senza ledere il lavoro di tanti siciliani. Una Terra ricca di storia e tradizioni, in cui ogni angolo racconta momenti di vita gloriosa, di uomini illustri, ma anche di umili pescatori, i quali riescono a tramandare tradizioni antichissime. Affinchè la cultura siciliana rimanga inalterata, bisogna che nulla cambi nel vero senso gattopardiano della realtà.

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