Terrore a Lettomanoppello, in provincia di Pescara, dove Antonio Mancini, ex detenuto di 69 anni, ha ucciso a colpi di pistola l’ex moglie, Cleria Mancini, 60 anni, sarta.
L’assassinio è avvenuto per strada. È accaduto nel pomeriggio, intorno alle 18.30, nel centro del paese. Neppure la presenza del nipote di appena 12 anni è riuscito a a fargli cambiare idea. Antonio Mancini ha esploso diversi colpi lasciando la donna esanime a terra.
I due erano separati da anni. Dopo aver sparato, l’uomo è fuggito ed è stato arrestato poco dopo a Turrivalignani altro centro del Pescarese, dove aveva esploso altri colpi all’interno di un locale pubblico, senza ferire nessuno.
Sul posto i sanitari del 118 ma per la donna non c’era più nulla da fare
Secondo le prime informazioni, l’arma utilizzata risulterebbe rubata a un agente della polizia penitenziaria nel 2011. Sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri, ma per la donna non c’è stato nulla da fare.
La svolta nel femminicidio di Veronica Abaza
Nei giorni scorsi, invece, c’è stata una svolta nel femminicidio avvenuto a Gela nel Nisseno lo scorso 17 settembre: è stato arrestato un 40enne di origine romena, accusato dell’omicidio della connazionale 64enne Veronica Abaza. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Gela su richiesta della locale Procura della Repubblica, è arrivata al culmine di una serie di indagini partite dopo la scoperta del cadavere della donna in un’abitazione del centro gelese.
All’indagato – per il quale vale il principio di presunzione d’innocenza fino a eventuale condanna definitiva, nonostante il quadro indiziario contro di lui – sono contestate anche le aggravanti di aver commesso il fatto nei confronti di persona convivente o comunque legata da relazione affettiva.
Arrestato compagno: la ricostruzione
I fatti sono avvenuti nella notte dello scorso 17 settembre, dove i carabinieri – raggiunti da una segnalazione – hanno ritrovato, in un’abitazione del centro, il corpo esanime di una donna. Per quanto apparentemente non sembrasse deceduta per morte violenta ma un incidente domestico, le testimonianze e le indagini successive sulla tragedia hanno ricostruito una storia totalmente diversa.
Le successive indagini e l’autopsia sul corpo della vittima hanno portato gli inquirenti a pensare che la morte di Veronica Abaza fosse in realtà un omicidio: gli accertamenti hanno poi portato al convivente, l’odierno arrestato, soggetto descritto come “di indole violenta” e che in passato avrebbe già ferito più volte la vittima. Pare che la donna, però, non avesse mai denunciato “per timore di ritorsioni“.

