L’associazione dopo l’arrivo di un carico da 7 mila e 500 tonnellate: “Le istituzioni si mobilitino per correggere il Piano regionale della Qualità dell’aria e per ripristinare la salubrità delle aree industriali”
SIRACUSA – “La messa fuori legge del petcoke e l’aggiornamento del Piano Regionale della Qualità dell’Aria”. È quanto chiede Legambiente Augusta alle istituzioni regionali e nazionali. Lo spunto a questa richiesta viene dato dall’approdo nel porto di Augusta, lo scorso 18 gennaio, della nave Sider Bergen, proveniente da Tarragona in Spagna, con a bordo circa 7.500 tonnellate di petcoke che sono stati scaricati nel pontile della cementeria Buzzi Unicem.
“Il petcoke è ciò che rimane della raffinazione del petrolio e dove si concentrano in alta percentuale i peggiori inquinanti” ha affermato Enzo Parisi di Legambiente Augusta. “Nel corso del 2020 la cementeria ha complessivamente ricevuto via nave circa 41 mila tonnellate di carbone da petrolio ed è questo il principale combustibile solido che l’azienda usa per alimentare i suoi forni”.
“Come ormai è noto – ha proseguito – la cementeria possiede oggi un’autorizzazione Aia rilasciata nel 2014 (modificata nel 2017 e perciò impugnata con ricorso al presidente della Regione dall’Amministrazione comunale nel 2018) e recentemente prorogata di 24 mesi, che le consente l’utilizzo ‘negli impianti termici (in particolare linea cottura Clinker) dei seguenti combustibili singolarmente o in miscela fra loro: Carbone fossile; Petcoke; Olio combustibile Btz; Gas propano liquido (Gpl); Css-rifiuto (Cer 19.12.10 e 19.12.12)’”.
Come ha evidenziato il rappresentante dell’associazione ambientalista “Non c‘è l’obbligo di miscelazione o coincenerimento (i rifiuti identificati con il codice Cer quindi potranno essere combusti singolarmente, da soli e non obbligatoriamente insieme ad altri combustibili). Inoltre, il Css-combustibile, ottenuto dal recupero dei rifiuti ma che deve possedere qualità migliori del Css-rifiuto, potrà essere impiegato solo se disponibile e se così decide l’azienda. Non c’è dunque alcun obbligo di sostituire i combustibili più inquinanti (carbone fossile, petcoke) con il Css-combustibile di qualità”.
“Continuiamo a ritenere sbagliato aver rilasciato una tale autorizzazione – ha continuato – e concesso tanta discrezionalità all’azienda specialmente perché ciò è stato consentito in una zona come Megara – San Cusumano, dove l’ultima recente ‘Relazione annuale sullo stato della qualità dell’aria nella Regione Siciliana, anno 2019’ dell’Arpa individua uno dei più significativi punti critici del territorio siciliano”. “La messa fuori legge del petcoke e di altri simili combustibili inquinanti e climalteranti è ormai da tempo uno dei passi indispensabili per tutelare efficacemente la salute delle persone e dell’ambiente. La tutela prioritaria di questi beni vitali non significa cancellare posti di lavoro e progresso ma, al contrario, il lavoro dignitoso e il progresso tecnologico e umano nascono e crescono con il rispetto dell’ambiente e del benessere delle persone” ha sottolineato Parisi.
Per agire tempestivamente “torniamo a chiedere alle istituzioni tutte di mobilitarsi in quanto il Piano regionale della Qualità dell’aria tarda ad essere corretto e aggiornato in modo trasparente e partecipato – ha concluso – mentre questa vicenda deve necessariamente essere rapidamente affrontata e risolta con un Piano attento ai bisogni e agli interessi generali, idoneo a ripristinare condizioni di vivibilità e salubrità per le popolazioni delle aree industriali e dell’intera Sicilia”.