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A Gela un programma di risanamento e riconversione per rilanciare il territorio

A Gela un programma di risanamento e riconversione per rilanciare il territorio
Foto 5 – Panoramica del sito di Gela con skyline modificato, 2025 (rimossi camino Snox e torcia)

Da area industriale a sito di rinnovamento sostenibile, entro il 2029 la riconversione sarà conclusa. Dove sorgeva la discarica fosfogessi ora opera un parco fotovoltaico da 5 MW. Il decomissioning degli impianti non più utilizzati ha già permesso il recupero di 12 mila tonnellate di materiali riutilizzabili

Dal petrolio alle energie rinnovabili, dalla produzione chimica alla bonifica ambientale. Lo stabilimento petrolchimico di Gela sta vivendo una profonda trasformazione anche grazie agli interventi di risanamento ambientale e di decommissioning gestiti da Eni Rewind, la società ambientale di Eni. Un percorso lungo ma necessario, che sta già mostrando risultati concreti e aprendo nuove opportunità di sviluppo per il territorio.

A Gela un programma di risanamento e riconversione per rilanciare il territorio
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Le origini dello stabilimento di Gela

Nel 1960, con la scoperta del petrolio nel sottosuolo, fu costruito da Anic (Azienda Nazionale Idrogenazione Combustibili) lo stabilimento petrolchimico di Gela. Tra il 1967 e il 1968 l’Industria Siciliana Acido Fosforico Isaf – partecipata dall’Ente Minerario Siciliano (48%) con Anic (26%) e Montedison (26%) – avviò gli impianti dei concimi complessi, dell’acido solforico, dell’acido fosforico e dell’acrilonitrile. Negli anni ’70 si aggiunsero il cracking, il polietilene ad alta densità e il ciclo cloro e derivati. Con lo stop delle tante attività produttive negli anni ’90 e il fallimento dell’operazione Enimont, le quote azionarie dell’Isaf, di Montedison e Anic confluiscono in Enichem – oggi Eni Rewind. Il risanamento del sito è stato avviato nel 1999 ed è in capo alla società ambientale di Eni che opera anche per conto di Enimed, Bioraffineria di Gela, ISAF e Versalis. Nel corso degli ultimi venti anni, a Gela Eni Rewind ha implementato un mix di tecnologie innovative per la bonifica, progressivamente adattate alla complessità del sito, ottenendo rilevanti e concreti risultati.

Bonifiche: le attività concluse e quelle in essere

Gli interventi di bonifica dei suoli e della falda, autorizzati dal ministero dell’Ambiente, sono tantissimi. Alcuni sono stati già conclusi e hanno consentito la messa in sicurezza permanente dell’isola 1 e l’impermeabilizzazione di Isola 6. Inoltre, sulla sommità dell’ex discarica fosfogessi Isaf, area messa in sicurezza permanente, è stato installato un parco fotovoltaico da 5 MW per la produzione di energia rinnovabile. Dal 2018 sono in corso gli interventi ambientali nelle isole 2, 6, 9 e 17. A oggi, Eni Rewind ha eseguito l’installazione nelle isole di tutti i moduli di bonifica con tecnologia Multi Phase Extraction (MPE), per il recupero degli idrocarburi dal sottosuolo e dalla falda, la cui attivazione sarà effettuata a valle dell’ottenimento del provvedimento di Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) attualmente in corso di istruttoria. Per quanto riguarda invece le aree della Bioraffineria di Gela (BRGL), sono in corso gli interventi di mitigazione in-situ, afferenti all’applicazione della tecnologia Soil Vapour Extraction (SVE) e la progettazione di ulteriori impianti MPE. Per le restanti aree di BRGL è stata approvata nel 2021 l’Analisi di Rischio (AdR) suoli, a seguito della quale è stato presentato il progetto di Messa In Sicurezza Operativa (MISO) e per cui si è in attesa di emissione del Decreto. Inoltre, in “Area Texaco” sono state completate e collaudate le attività di scavo e smaltimento nella sub-area “ex lavaggio gas”, mentre per la sub-area “ex impianti” le attività sono, come da programma autorizzato, attualmente in corso.

Continua la gestione virtuosa della falda, con l’emungimento e trattamento delle acque, per cui è attivo dal 2014, in accordo con gli enti di controllo, un protocollo di monitoraggio unitario per la verifica dell’efficienza ed efficacia idraulica delle opere realizzate per la bonifica della falda, oltre che la verifica idro-chimica del sito. Inoltre, Eni Rewind sta applicando tecnologie innovative, frutto della ricerca Eni, che consentono una bonifica più efficace e sostenibile. È il caso dei dispositivi “e-hyrec”, per la rimozione selettiva degli idrocarburi dalle acque sotterranee e, a partire dal 2022, l’installazione di un pozzo a ricircolo (GCW) per accelerare la rimozione di contaminanti. Prosegue inoltre da parte di Eni Rewind la gestione dell’impianto TAS, che tratta le acque reflue prodotte dal sito industriale, il percolato della discarica comunale Timpazzo e quello delle discariche poste all’interno del perimetro del sito stesso, nonché la gestione degli impianti Biologici Urbano e Industriale di proprietà della Regione Sicilia.

Sul fronte del decommissioning, Eni Rewind ha terminato la demolizione dell’impianto Acrilonitrile (isola 17) e ha avviato il cantiere dei 3 capannoni ed edifici presenti in isola 6, detta ex Agricoltura, il cui completamento delle attività è previsto al 2027. La progressiva demolizione dei fabbricati consentirà la fruibilità delle aree di Isola 6. Inoltre, a Gela, Eni Rewind, sta eseguendo le demolizioni degli impianti dismessi legati al processo di raffinazione tradizionale, previste nell’ambito del Protocollo d’Intesa siglato nel 2019 tra Eni e il Ministero dell’Ambiente. Le attività proseguono nel pieno rispetto del cronoprogramma, con conclusione delle attività prevista entro il 2029. Sono stati già smantellati il camino SNOX, le trivelle, la vecchia torcia ed una serie di gruppi termici, attraverso la tecnica dello smontaggio “top-down”, evitando interferenze con altre unità operative e assicurando il futuro riutilizzo dei materiali. Gli interventi hanno prodotto circa 12 mila tonnellate di rottami metallici, motori e cavi elettrici che sono stati totalmente inviati a recupero per reimpiego nei settori civile e industriale.

Gli interventi sull’impianto ex Isaf: il cronoprogramma

Le attività ambientali dell’Industria Siciliana Acido Fosforico (ISAF) sono distribuite tra l’Isola 9, che per decenni ha ospitato l’impianto acido fosforico, e l’ex discarica fosfogessi, su un totale di 55 ettari di terreno. Gli interventi effettuati hanno garantito la messa in sicurezza permanente della ex discarica, già dal 2012. Nello stesso anno, sul piano sommitale del capping dell’ex discarica è stato installato un impianto fotovoltaico da 5 MW per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

La demolizione senz’altro più ambiziosa, però, iniziata nel 2016, è quella dell’impianto acido fosforico, avviato dall’ISAF nel lontano 1966 e fermato nel 1992, lasciando nei serbatoi, nelle vasche e nelle linee, costituenti lo stesso, materie prime e residui di produzione da trattare e smaltire.

Il programma è articolato in quattro fasi: lo svuotamento del decantatore e il trattamento dei fanghi estratti con uno specifico impianto di trattamento; lo svuotamento del parco serbatoi e il trattamento della fase liquida; la demolizione dell’impianto acido fosforico, del decantatore e dei serbatoi; la costruzione, coltivazione e chiusura della discarica di scopo destinata ai materiali inertizzati e provenienti dalle demolizioni, da realizzarsi all’interno del perimetro della discarica fosfogessi. Il completamento di tutti gli interventi è previsto entro il 2029.