Pil a -7,7% nel 2020, l’Ue verso recessione profonda - QdS

Pil a -7,7% nel 2020, l’Ue verso recessione profonda

Patrizia Penna

Pil a -7,7% nel 2020, l’Ue verso recessione profonda

mercoledì 06 Maggio 2020

Previsioni economiche di primavera 2020 pubblicate oggi dalla Commissione europea: per l’Italia calo del -9,5%, deficit all’11,1% e debito 158,9%

A causa del Coronavirus, “l’economia dell’Ue subirà quest’anno una recessione di proporzioni storiche”, secondo le Previsioni economiche di primavera 2020 pubblicate oggi dalla Commissione europea.
L’economia dell’eurozona è prevista in caduta record con il Pil a -7,7% nel 2020 e poi un rimbalzo a +6,3% nel 2021, mentre per l’intera Ue l’economia dell’Ue dovrebbe contrarsi con il Pil a -7,4% nel 2020, in ripresa a +6,3% nel 2021.

Le previsioni di crescita per l’Ue e l’Eurozona sono state riviste al ribasso per circa nove punti percentuali rispetto alle previsioni economiche dell’autunno 2019.

Lo shock per l’economia dell’Ue è “simmetrico”, sottolinea la Commissione “in quanto la pandemia ha colpito tutti gli Stati membri, ma si prevede che sia il calo della produzione nel 2020 che la spinta del rimbalzo nel 2021 avverranno con differenze profonde fra gli Stati membri. La ripresa economica di ciascuno Stato membro dipenderà non solo dall’evoluzione della pandemia in quel paese, ma anche sulla struttura della sua economia e della sua capacità di rispondere con politiche di stabilizzazione.
Secondo la Commissione Ue, la pandemia di Covid-19 e le relative misure di contenimento sono destinate a spingere l’economia italiana in a profonda recessione, con il Pil a -9,5% quest’anno. È previsto un “rimbalzo tecnico nella seconda metà del 2020, sostenuto dalle misure del governo, e una ripresa parziale dovrebbe seguire nel 2021”, con il Pil che dovrebbe crescere al 7,9%. “Il deficit e il debito pubblici sono previsti in significativo aumento nel 2020”, rispettivamente all’11,1% e al 158,9% del Pil, “per poi diminuire parzialmente l’anno prossimo”, passando al 5,6% e al 153,6% rispettivamente.
L’inflazione in Italia è prevista quest’anno in discesa sotto lo zero, precisamente a -0,3%, e in moderata ripresa, allo 0,7%, nel 2021, mentre per la disoccupazione i dati sono realitvamente meno severi, con un’aumento all’11,8% nel 2020 (rispetto al 10,0% del 2019) che si ridurrà al 10,7% nel 2021.

“L’Italia – ricorda la Commissione – è stata colpita in modo particolarmente violento dalla pandemia di coronavirus. Dopo uno shock esterno iniziale dal lato dell’offerta che ha interrotto le catene di approvvigionamento e pesato sulla produzione, la diffusione del coronavirus in Italia ha portato alle misure di lockdown a livello nazionale”, compreso in molti casi l’arresto della produzione”.

“Di conseguenza, si prevede che l’output reale diminuirà di circa il 18% nella prima metà del 2020. Supponendo che l’attività economica inizi a riprendere a maggio e si normalizzi gradualmente, si prevede che la crescita dell’output rimbalzi, aiutata da un consistente sostegno da parte delle misure di policy”.

Il lockdown ha portato a una brusca interruzione del consumo privato, ma si prevede che i consumi rimbalzino bruscamente nella seconda metà del 2020. Si prevede che le misure di sostegno al reddito e la bassa inflazione possano sostenere le spese delle famiglie, ma solo parzialmente, a causa del graduale allentamento delle misure di contenimento.

A seguito del crollo della domanda, la riduzione dei flussi di cassa e l’elevata incertezza, le imprese probabilmente ridurranno la spesa per gli investimenti, mentre misure politiche come il sostegno di liquidità alle imprese dovrebbero limitare il numero di fallimenti.

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