Pil, nel secondo trimestre -12,8%, -17,7% su anno, mai così male dal ‘95 - QdS

Pil, nel secondo trimestre -12,8%, -17,7% su anno, mai così male dal ‘95

redazione

Pil, nel secondo trimestre -12,8%, -17,7% su anno, mai così male dal ‘95

lunedì 31 Agosto 2020

Lo rende noto l’Istat che ha rivisto al ribasso la stima preliminare diffusa il 31 luglio. L’ultimo segno più, un anemico +0,1%, risale al secondo trimestre 2019. L'Unione nazionale consumatori: "Calo drammatico"

Nel secondo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019. Si tratta di flessioni mai registrate dal 1995.
Lo ha reso noto l’Istat che ha rivisto al ribasso la stima preliminare della variazione congiunturale del Pil diffusa il 31 luglio che era stata del -12,4% mentre quella tendenziale del -17,3%.
Il secondo trimestre del 2020 ha avuto una giornata lavorativa in meno sia rispetto al trimestre precedente sia nei confronti del secondo trimestre del 2019.
La variazione acquisita per il 2020 è pari a -14,7%.“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma – è il commento dell’Istat – la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel secondo trimestre per gli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate, con flessioni del 12,8% in termini congiunturali e del 17,7% in termini tendenziali, mai registrate dal 1995”.
A trascinare la caduta del Pil “è stata soprattutto la domanda interna, con un apporto particolarmente negativo dei consumi privati e contributi negativi rilevanti di investimenti e variazione delle scorte. Anche la domanda estera ha fornito un apporto negativo, per la riduzione delle esportazioni più decisa di quella delle importazioni.La contrazione dell’attività produttiva si è accompagnata a una marcata riduzione dell’input di lavoro in termini di Ula e ore lavorate, mentre le posizioni lavorative hanno subito un calo meno marcato”.
Nel secondo trimestre, il Pil è diminuito in termini congiunturali del 9,1% negli Stati Uniti, del 13,8% in Francia e del 9,7% in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una diminuzione del 9,1% negli Stati Uniti, dell’11,3% in Germania e del 19% in Francia.
Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è diminuito del 12,1% rispetto al trimestre precedente e del 15% nel confronto con il secondo trimestre del 2019.

Unc: “Crollo drammatico”

Con il 12,8% congiunturale certificato dall’Istat per il secondo trimestre del 2020 (un dato evidentemente influenzato dalle ricadute del blocco deciso per la pandemia di Covid), si conferma la lunga striscia di ‘mancata crescita’ per la nostra economia.

L’ultimo segno più – un anemico +0,1% – risale infatti al secondo trimestre del 2019, ed è stato seguito da una crescita congiunturale zero nel trimestre successivo, equindi da una serie di andamenti negativi, con -0,2% nell’ultimo trimestre del 2019, e quindi -5,5% nei primi tre mesi del 2020 e poi dal -12,8% comunicato ieri.

“Crollo drammatico. Il peggioramento delle stime dell’Istat rispetto a quelle diffuse il 31 luglio rende ancora più difficile l’obiettivo del ministro Gualtieri di contenere a -8% l’impatto dello shock della pandemia sul Pil di quest’anno”.
Lo afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati diffusi dall’istituto di statistica.

“Il calo dell’8,7% dei consumi finali nazionali e, soprattutto, la caduta dell’11,3% della spesa delle famiglie residenti assume risvolti catastrofici per la nostra economia. Inutile dire che, dato che i consumi delle famiglie rappresentano il 60% del Pil, la chiave di volta per risollevare il Paese è ridare capacità di spesa a chi ha avuto una caduta del proprio reddito disponibile”, conclude Dona.

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