Pmi, in Sicilia fatturato giù di oltre cinque miliardi - QdS

Pmi, in Sicilia fatturato giù di oltre cinque miliardi

Serena Giovanna Grasso

Pmi, in Sicilia fatturato giù di oltre cinque miliardi

sabato 15 Agosto 2020

Sono decisamente pessimistiche le previsioni di Cerved-Confindustria. Stimata una contrazione anche per il 2021 di due miliardi e seicento milioni nell’Isola, per un totale nel biennio di meno otto miliardi di euro

PALERMO – Un ammanco di 5,3 miliardi di euro: secondo quanto stimato dal “Rapporto regionale Pmi 2020” di Confindustria e Cerved, a tanto ammonterebbe per l’anno in corso la stima delle perdite di fatturato delle piccole e medie imprese siciliane determinata dall’emergenza sanitaria da coronavirus. Addirittura la perdita salirebbe a quasi otto miliardi di euro se aggiungiamo i 2,6 miliardi in meno stimati per il 2021.

Nel dettaglio, prima dell’emergenza sanitaria l’attesa di fatturato delle Pmi siciliane per l’anno in corso sarebbe stata pari a 31,6 miliardi di euro, previsione che si è ridotta a 26,2 miliardi di euro a causa della pandemia; mentre per quel che riguarda il prossimo anno si passa dai 32,3 miliardi di euro previsti in uno scenario ante Covid a 29,6 miliardi di euro.

A livello nazionale, si stima che nel corso del 2020 la stima del fatturato perduto sia pari a 209,1 miliardi di euro, a cui si aggiungeranno gli 89,2 miliardi di euro in meno previsti per il 2021, per una perdita complessiva nel biennio 2020-2021 pari a 298,3 miliardi di euro. La Lombardia è la regione che sconta le perdite più marcate: infatti, si stima che per il 2020 il fatturato delle Pmi passerà dai 293,3 miliardi di euro a 235,8 miliardi di euro nello scenario investito dal Covid (ovvero, ben 57,5 miliardi di euro in meno, circa un quarto delle perdite complessivamente stimate a livello nazionale).

Ingenti crolli di fatturato hanno interessato anche Veneto (-28 miliardi di euro), Emilia Romagna (-23 miliardi di euro), Piemonte (-16 miliardi di euro) e Toscana (-15,9 miliardi di euro). L’Isola è la seconda regione nel Mezzogiorno per maggiori perdite: infatti, nella nostra circoscrizione territoriale decrementi superiori sono stati registrati in Campania (-11,2 miliardi di euro). A livello territoriale, è il Settentrione a scontare gli ammanchi più sostenuti (-139 miliardi di euro), seguito dal Centro (-38,4 miliardi di euro) ed infine Mezzogiorno (-31,7 miliardi di euro). Le previsioni appaiono più severe nel Settentrione, da una parte perché è l’area maggiormente industrializzata, d’altra parte perché qui l’emergenza sanitaria ha inciso in maniera più significativa (in particolar modo, in Lombardia).

A contrazioni del fatturato è strettamente corrispondente il decremento di liquidità disponibile. Si stima che a fine anno si troverà a rischio di liquidità circa il 40% delle piccole e medie imprese siciliane, in linea rispetto a quanto stimato a livello nazionale (42,6%). La Toscana è la regione con l’incidenza più elevata sul totale di Pmi (44,7%), immediatamente seguita da Lazio (43,6%) e Lombardia (43,5%).

Ciò potrebbe comportare conseguenza anche sui lavoratori: in Sicilia, gli addetti impiegati nelle piccole e medie imprese in potenziale rischio di liquidità sarebbero quasi 48 mila, corrispondenti al 37,7% degli occupati nelle Pmi siciliane. A livello nazionale, i lavoratori impiegati in Pmi a rischio costituiscono il 41,3% del totale. In questo caso, le incidenze più sostenute si osservano in Basilicata (44,9%), Trentino Alto Adige (43,7%) e Lombardia (43,1%).

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