Tempi lunghi per i progetti
Dall’approvazione del Pnrr, i diversi Stati membri hanno cominciato a redigere i progetti secondo i regolamenti europei e a inviarli alla Commissione per la loro approvazione.
L’Italia ne ha inviati per circa ventuno miliardi, come aveva annunciato il Governo. Per la procedura di controllo sono trascorsi circa otto mesi e solo in questi giorni è stato annunciato che l’importo che precede sarebbe stato trasferito al nostro Paese. Chi mal comincia…
Ricordiamo che il Piano prevede non solo che il finanziamento si effettui sui progetti redatti correttamente, ma anche che le opere debbano essere ultimate o portate molto avanti entro il 2026. Il che significa che quegli Stati membri più capaci di redigere i progetti in maniera regolare, avranno i quattrini. I ritardatari o gli incapaci ne sentiranno solo il profumo da lontano.
Anche in questo versante, dunque, si vedrà la qualità e la competenza di ogni Paese nel redigere correttamente i progetti da finanziare.
Il Governo ha pronti progetti per tutte le infrastrutture ferroviarie e per alcune autostradali, ma il grosso dovrà essere preparato, oltre che correttamente, anche rapidamente.
Il Pnrr ha sei Missioni che prevedono investimenti totali per 191,5 miliardi. È bene rammentarli: M1, digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (40,2 mld); M2, rivoluzione verde e transizione ecologica (59,47 mld); M3, infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,4 mld); M4, istruzione e ricerca (30,88 mld); M5, inclusione e coesione (19,81 mld); M6, salute (15,63 mld).
Come si evince dal rapido elenco che precede, sono toccati punti essenziali dell’innovazione necessaria all’Italia. Si tratta di vedere se la burocrazia di ogni livello sarà in condizione di “sfornare” progetti a regola e in tempi brevi, fermo restando che tutti quelli delle società partecipate dallo Stato avranno una maggiore rapidità perché organizzate come società di diritto privato.
La questione che continuiamo a portare alla vostra cortese attenzione vuole evitare delusioni postume qualora i progetti non fossero redatti in modo corretto o in ritardo, più o meno vistoso.
La domanda che ci si pone è: le Pubbliche amministrazioni di ogni livello hanno in pancia le competenze necessarie per affrontare questo impegnativo compito? Da tutte le parti la risposta è negativa. Non sanno come fare e quindi propongono rimedi peggiori del male. Per esempio, assumere nuovo personale, ovvero formare quello interno oppure ricorrere a consulenze esterne.
La successiva domanda è: come mai tali Pubbliche amministrazioni, ripetiamo, di ogni livello, non sono riuscite a formarsi le competenze necessarie per la loro attività? La risposta è nei fatti: assunzione di raccomandati, personale inutile, dirigenti senza dipendenti, megastrutture del tutto superflue e via elencando.
Il tutto è aggravato dalla mancata digitalizzazione delle strutture. La conseguenza è che ancora circolano cartacce da un ufficio all’altro, con ovvia lentezza, consentendo la corruzione che circola sottotraccia e che è uno dei cancri del nostro Paese.
Di fronte a questo scenario c’è chi ha velleitariamente prospettato l’ipotesi di allungare la fatidica scadenza prima indicata del 2026 al 2030 o ancora in avanti.
Si tratterebbe di un’ipotesi del tutto destituita di fondamento, perché sarebbe l’accertamento dell’inefficienza di un Paese che chiedesse tale proroga, che vedrebbe l’opposizione degli Stati organizzati ed efficienti, i quali, invece, non ne hanno bisogno.
Se malauguratamente l’Italia non riuscisse a utilizzare i 191,5 miliardi delle sei Missioni indicate, oltre a una cinquantina a valere su altri fondi, perderebbe quella parte per la quale non sarebbe riuscita a formulare i progetti, parte che probabilmente sarebbe stornata e destinata ad altri Stati più efficienti e più capaci.
Non sappiamo se le Amministrazioni guidate da un ceto politico mediocre sapranno affrontare con la dovuta capacità questa prova difficile, sappiamo però che l’Italia non può permettersi di perdere finanziamenti e di perdere tempo per ottenerli.