Il Pnrr potrebbe fallire per burocrazia malata - QdS

Il Pnrr potrebbe fallire per burocrazia malata

Carlo Alberto Tregua

Il Pnrr potrebbe fallire per burocrazia malata

mercoledì 24 Novembre 2021

Senza controlli, scarsi risultati

Ripetiamo noiosamente che i complessivi 260 miliardi circa del Pnrr ed altre fonti, a disposizione dell’Italia, sono una cifra enorme, mai avuta a disposizione dal nostro Paese e potrebbe ribaltare la situazione deficitaria in cui versa l’economia; soprattutto potrebbe innestare una velocità importante al Risorgimento del Meridione.

Ricordiamo che se la Commissione europea ha assegnato tanti soldi all’Italia, “il merito” è proprio del Sud perché carente di infrastrutture e perché il reddito medio è ancora tale per cui occorrono risorse europee come zona depressa.

Mario Draghi – che ha il polso della situazione ed una visione chiara dello stato comatoso della burocrazia statale, regionale e locale – ha dato segnali relativi a provvedimenti che intende prendere per non far fallire il Pnrr.
L’arretratezza del Sud è anche responsabilità della propria burocrazia, che tiene bloccate le risorse e non le immette sul mercato per irresponsabilità dei dirigenti e farraginosità delle procedure.

Cosa ha fatto il Presidente del Consiglio per tamponare le citate deficienze della burocrazia meridionale? Ha fatto riesumare tutti i grandi progetti delle società pubbliche (Ferrovie dello Stato, Anas, Fincantieri, Cdp ed altre), confermate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che si trovavano in stand-by per mancanza di risorse. Fra questi, la costruzione dell’infrastruttura ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria e l’altra Palermo-Catania-Messina.

Crediamo fermamente che, in questa logica, un presidente illuminato approverà la costruzione del Ponte sullo Stretto, che è un segmento essenziale di 3,3 chilometri, per unire l’infrastruttura SA-RC con quella PA-CT-ME. Il Ponte costerebbe allo Stato appena quattro miliardi, una cifra irrisoria rispetto alle risorse finanziarie disponibili. Chi vivrà, vedrà.

Non è frutto di immaginazione che le burocrazie statali, regionali e locali non saranno in condizione di spendere i finanziamenti del Pnrr. Si tratta, invece, di una constatazione conseguente al rilevamento della mancata digitalizzazione delle stesse e dell’assenza del Pos (Piano organizzativo dei servizi) che, come è noto ai competenti, è formato da quattro parti: previsione, programmazione, esecuzione e controllo.

Perché non funzionano le burocrazie meridionali, mentre funzionano discretamente quelle settentrionali e mediocremente quelle centrali? La risposta è nei fatti: manca in ognuna di esse il richiamato Pos e soprattutto l’ultima parte relativa ai controlli.

I controlli delle attività sono essenziali per determinare il rendimento e l’efficienza di dipartimenti, aree, servizi ed altri. Senza tale misurazione costante, nessuno capisce chi funziona e chi non funziona, con la conseguenza che non può prendere provvedimenti consistenti in correttivi di rotta ed altri tendenti a rendere efficienti le strutture.

Qualcuno potrebbe obiettare che i controlli ci sono. Negativo. Quelli esistenti sono di tipo formale, eseguiti in modo sporadico e affidati alla valutazione dei dirigenti che, per non inimicarsi i propri dipendenti, ignorano i risultati scadenti e, quando attribuiscono i punteggi, sono quasi sempre collocati verso l’alto, in modo che anche i dipendenti immeritevoli percepiscano le relative indennità.

Insomma, nel tavolo di gioco vi sono dei bari che truccano le carte e imbrogliano, ma vincono lo stesso.
I controlli non possono e non devono essere sporadici, a campione, fatti a caso. I controlli devono essere sistematici ed effettuati sul cento per cento delle attività. Come? I sistemi digitali ci sono e funzionano perfettamente. Ve ne indichiamo uno a titolo di esempio.
Se un dirigente governa, mettiamo, cinquanta dipendenti, avrà sul suo monitor cinquanta righe, una per ciascuno di essi. Ogni riga si va colorando man mano che il dipendente “sforna” documenti e fa avanzare o completare i fascicoli assegnatigli in precedenza in base al Pos. Alla fine del turno di lavoro, la riga deve essere totalmente colorata.

In fondo alla stessa si accenderà un led verde, se è completa, o rosso, se è incompleta. Cosicché, alla fine del giorno, di ogni giorno, il dirigente si accorgerà di quanti led rossi si sono accesi e quanti verdi, per cui la sua attenzione si rivolgerà ai primi.

Semplice a dirsi, difficile a farsi. Ma si può fare.

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