Con questa nuova terapia con anticorpi monoclonali, sarà possibile rendere i pazienti "autonomi", grazie a una penna pre-riempita da iniettare direttamente da casa. Ne ha parlato Sebastiano Gangemi
Una nuova terapia con anticorpi monoclonali contro l’asma
grave è disponibile al Policlinico di Messina e ha l’obiettivo di
rendere i pazienti “autonomi” soprattutto in questo periodo pandemico ed
evitare si rechino in ospedale ogni mese per ricevere la somministrazione: la
novità consiste in una penna pre-riempita che consente al malato
un’autogestione con una semplice iniezione.
In Italia a soffrire d’asma sono circa 3 milioni di
persone, circa il 10% è colpito dalla forma grave, che si
caratterizza per crisi particolarmente serie al punto da costringere ogni anno 4
persone su 10 a ricorrere alle cure del pronto soccorso. In Sicilia si
calcola che i pazienti asmatici siano circa 500mila, dei quali circa il 5-10%
affetto in forma grave, che si manifesta con “fame d’aria” ed episodi di
importante difficoltà respiratoria (dati ISTAT documentano 35 decessi per asma
in Sicilia solo nel 2016).
Negli ultimi anni la ricerca scientifica e farmacologica ha
ottenuto significativi risultati per la gestione di queste forme di malattia.
Una delle novità indicate per la cura delle forme gravi di asma
allergico/eosinofilo è un anticorpo monoclonale (mepolizumab) sviluppato anche
in una formulazione inserita in un nuovo dispositivo, una penna, che consente
di tenere le crisi sotto controllo tramite una semplice iniezione da fare
tranquillamente anche a casa.
Una svolta importante soprattutto in questo periodo di Covid-19,
a vantaggio della qualità di vita del paziente che non sarà più costretto a
recarsi in ospedale una volta al mese per la somministrazione della cura. Uno
degli aspetti cruciali della terapia rimane in ogni caso l’aderenza, che solo
un rapporto di fiducia e di continuità con il medico può garantire, permettendo
al paziente di apprezzarne i benefici e sentirsi sostenuto, anche nell’utilizzo
di una modalità innovativa come questa.
Il profilo di sicurezza del farmaco è tale che recentemente
è stata approvata dall’AIFA anche la formulazione pediatrica (fascia
d’età 6-12 anni), la cui somministrazione resta però “tradizionale” e da
effettuare sempre secondo il parere e controllo dello specialista. I risultati
degli studi clinici, confermati nella ‘real life’, hanno dimostrato che questa
cura è in grado anzitutto di bloccare il processo infiammatorio, riducendo le riacutizzazioni,
in particolare quelle che provocano un accesso al pronto soccorso o un ricovero
in ospedale. Di queste importanti novità ne abbiamo parlato con il professor Sebastiano
Gangemi, direttore della Unità Operativa e della Scuola di Specializzazione di
Allergologia clinica al Policlinico di Messina.
“L’asma grave è una patologia invalidante che limita il
paziente in qualsiasi attività – spiega il prof. Sebastiano Gangemi –
Diagnosticarla con certezza e tempestività diventa dunque fondamentale per disegnare
nel modo corretto la terapia e restituire a chi ne soffre una qualità di vita
accettabile. Questa nuova cura, Mepolizumab, è una delle opzioni a
disposizione dei pazienti ed è indicata per il tipo di asma grave ‘eosinofilo’,
così chiamato dal nome di specifici globuli bianchi, ampiamente rappresentati
nell’infiammazione presente nell’asma.
Inoltre grazie a questa ‘pennetta’ pre-riempita di farmaco
il paziente può praticare l’iniezione da sé, una volta al mese, in casa invece
che in ambulatorio o in ospedale. Si tratta di un grande vantaggio specie in
questo periodo storico in cui siamo chiamati a contenere il rischio pandemico
da Covid-19. Inoltre da studi che stiamo effettuando con gli altri centri
italiani (in particolare con il Registro SANI dei pazienti con asma grave),
abbiamo potuto osservare che i pazienti che proseguono la terapia biologica in
atto, mantengono un livello basso di riacutizzazioni rispetto agli altri che
non fanno terapie con anticorpi monoclonali come mepolizumab”.
Infine, si stima che i pazienti con asma grave
consumino il 50% delle risorse economiche destinate alla cura della
malattia, con costi diretti quali farmaci, visite non programmate, accessi ai
servizi di emergenza-urgenza e ricover