Politica e truffa, chi sono i consiglieri sospesi in provincia di Trapani

Politica e malaffare, sospesi consiglieri comunali della provincia di Trapani: ecco chi sono

Politica e malaffare, sospesi consiglieri comunali della provincia di Trapani: ecco chi sono

Redazione  |
sabato 19 Ottobre 2024

I quattro sono tra gli indagati nell'ambito dell'operazione che ha visto protagonista l'ex senatore Nino Papania.

Sospesi quattro consiglieri comunali della provincia di Trapani, ritenuti coinvolti nell’operazione della Guardia di Finanza su una truffa relativa all’utilizzo e alla gestione dei fondi europei destinati agli enti di formazione.

Coinvolto nel blitz anche l’ex senatore Nino Papania, che – secondo quanto riportato nella nota sulle indagini dalla Guardia di Finanza – sarebbe stato “promotore e organizzatore” della truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Ue con la complicità di esponenti della classe politica.

Politica e truffa, chi sono i consiglieri sospesi in provincia di Trapani

Il Prefetto di Trapani ha ordinato la sospensione dalle cariche pubbliche ricoperte per Michele Maurizio Accardi, Pellegrino Guglielmo Ferrantelli, Vanessa Titone – eletti nel 2020 a Marsala – e Vincenzo Monteleone, in carica nel Comune di Custonaci dopo le elezioni comunali del 2023.

Per i consiglieri indagati, il giudice per le indagini preliminari ha disposto il divieto di dimora nei Comuni di residenza attuali. Le accuse a loro carico sono di truffa aggravata, corruzione, malversazione e riciclaggio nell’ambito della gestione di fondi pubblici.

Il sistema Papania

Sono 14 le misure cautelari eseguite negli scorsi giorni dalla Guardia di Finanza di Trapani nei confronti di altrettanti indagati per il giro di truffe e corruzione con l’utilizzo dei fondi UE e la complicità della “mala politica”. Principale promotore e organizzatore degli illeciti perpetrati sarebbe stato l’ex senatore della Repubblica, nonché ex deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e assessore della Regione Siciliana, Nino Papania, supportato stabilmente da un dirigente di M.P.A. (“Movimento per l’Autonomia”) e del Movimento V.I.A. (“Valori, Impegno, Azione”), da un esponente del movimento V.I.A. di Marsala e da un ex consigliere del comune di Cinisi (PA).

Il gruppo avrebbe utilizzato i fondi per spese personali e per finanziare indebitamente iniziative dei movimenti sopra citati, al fine anche di raccogliere consensi politici e accrescere il proprio potere sul territorio.

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