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Il ponte di Blufi rimarrà chiuso, soluzioni difficile e appelli a vuoto

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Il ponte di Blufi rimarrà chiuso, soluzioni difficile e appelli a vuoto

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domenica 30 Gennaio 2022

Il 24 dicembre 2021 è calato il sipario alle estremità del ponte “Sant’Andrea”, tutto transennato e a distanza di 37 giorni sul tavolo non c’è alcuna soluzione

di Vincenzo Lapunzina

Il ponte di Blufi rimarrà chiuso. Almeno fino a quando le Università siciliane non risponderanno all’appello della Città Metropolitana di Palermo. Il 24 dicembre 2021 è calato il sipario alle estremità del ponte “Sant’Andrea”, tutto transennato e a distanza di 37 giorni sul tavolo non c’è alcuna soluzione.

Le difficoltà

La procedura che ha portato alla chiusura del ponte è partita dall’Ufficio Tecnico del Comune di Blufi.
Il responsabile dell’Area Tecnica, Vincenzo Vaccarella, il 15 dicembre scorso ha informato delle criticità la Direzione Viabilità dell’ex Provincia di Palermo, a seguito di una segnalazione “pervenuta da parte di cittadini-utenti, – scrive – relativa allo stato della base di pilone sul viadotto della strada intercomunale 27 Castellana-Blufi, sul fiume Imera Meridionale”.

L’architetto Vaccarella ha immediatamente chiesto agli Uffici “metropolitani” la “necessità o meno di un intervento manutentivo che possa evitare l’aggravamento”, insomma, per “garantire la percorribilità in assoluta sicurezza”. La comunicazione è stata inviata per conoscenza anche ai Comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana.

Il “mirato sopraluogo tecnico”, auspicato da Vaccarella si è verificato il 21 dicembre, da quel momento QdS ha seguito e documentato ciò che è accaduto.

La verifica

I tecnici della Citta Metropolitana hanno verificato lo “scalzamento del terreno di sedime di una pila del viadotto,  conseguenza delle intense precipitazioni – si legge negli atti – degli ultimi anni che hanno fatto registrare un progressivo abbassamento del letto del fiume con spostamento laterale rispetto all’intero

Per la salvaguardia della pubblica incolumità e nelle more di ulteriori accertamenti e/o di un intervento risolutivo si è provveduto alla chiusura del transito”, scrive, di conseguenza, Salvatore Pampalone, dirigente del servizio Viabilità e Infrastrutture dell’Ente.

Al momento, l’unica cosa certa, di cui abbiamo notizia, è che i lavori di manutenzione straordinaria finanziati dal Ministero delle Infrastrutture – previsti da tempo – sono stati inseriti nel Piano Triennale delle opere pubbliche della Città Metropolitana di Palermo, condizione imprescindibile per impegnare i 995 mila euro a disposizione per l’intervento.

Non basta, è indispensabile un progetto esecutivo e, cosa di vitale importanza – nell’immediato – per la riprese dell’economia del posto e evitare disagi alla popolazione, una relazione tecnica che convinca l’ingegnere Pampalone a revocare l’ordinanza di chiusura al transito veicolare e pedonale, considerato che le transenne lo inibirebbero, nelle more di realizzare i lavori di messa in sicurezza della base del pilone n° 9 e degli altri interventi che verranno previsti.

Il progetto

Per la redazione del progetto, finalizzato ad aumentare la sicurezza del ponte e per la consulenza preliminare gli Uffici dell’ex Provincia di Palermo hanno invitato le Facoltà di Ingegneria delle Università di Palermo, Messina, Catania e della Kore di Enna.
Il compenso previsto è di circa 75 mila euro, si aggiudicherà l’incarico l’Istituzione che avanzerà l’offerta più vantaggiosa, entro l’inizio della prossima settimana.
Rimane la questione aperta dei calcoli strutturali, al Genio Civile di Palermo «non abbiamo idea dove cercarli», apprendiamo dalla nostra fonte, in base alle informazioni fornite dal Comune di Castellana Sicula, che al tempo si è occupato della definizione della procedura di gara e conserva una parte dell’incartamento.

Il capo del Genio Civile di Palermo, Giuseppe Nogara, ha confermato a QdS dell’impossibilità di reperire gli atti senza avere riferimenti precisi, «quelli forniti dal Comune di Castellana Sicula, via WhatsApp, – riferisce Nogara – non ci hanno permesso di risalire al numero della pratica».

«Tuttavia – conclude il Dirigente – nonostante siamo stati coinvolti informalmente, se ci fornissero maggiori elementi non ci risparmieremmo nella ricerca, che sui nostri registri avviene “rigo per rigo”, considerato che sono trascorsi oltre 25 anni e i fascicoli non sono stati ancora digitalizzati».
Cionondimeno, rimane il mistero sulla mancanza di due fogli dell’atto che certifica il collaudo dell’opera, ovvero la premessa, già in possesso degli Uffici della Città Metropolitana.
Questa documentazione potrebbe non essere dirimente per la redazione della consulenza sullo stato dell’arte e il possibile transito, richiesta da Pampalone, in attesa della realizzazione delle opere.
In ogni caso, discuterne ancora e senza risultato, dopo oltre un mese preoccupa sia i fruitori della strada che gli operatori economici dei Comuni di Castellana e Blufi, i quali accusano perdite che vanno dal 30 al 50 % di fatturato.

La beffa per tutti sarebbe quella di risultare essenziali per la definizione dell’incarico, che l’Università delegherà a un docente e di non riuscire a reperire il faldone, contenente tutto il carteggio,  negli archivi del Genio Civile, ove, al tempo, il progettista e la ditta esecutrice dei lavori avevano l’obbligo di depositarli.

Si dovrebbe procedere da capo, ora per allora, nella riformulazione dei calcoli e a quel punto non rimarrebbe altro da fare che gettare la spugna.

Eppure, come suggerisce Pietro Conoscenti, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Castellana Sicula, il professore incaricato dovrebbe accettare di trovarsi di fronte «a un opera realizzata prima dell’entrata in vigore delle norma antisismiche, un ponte romano, per esempio» e avvalersi della propria esperienza accademica, con l’ausilio della strumentazione in dotazione all’Università incaricata.

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