Entrano nel vivo a Messina i lavori della commissione ponte sullo Stretto in merito al piano espropri e alla realizzazione delle opere compensative pensate nel progetto definitivo della Stretto di Messina Spa.
Sono stati avviati quest’oggi a palazzo Zanca una serie di incontri proprio tra i tecnici della società e i consiglieri della commissione presieduta da Pippo Trischitta per conoscere meglio gli aspetti legati all’opera.
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Nulla è ancora stato approvato e il progetto definitivo per la realizzazione del ponte sullo Stretto resta sotto il giudizio del Cipess e degli enti preposti alla verifica dell’impatto ambientale dell’opera, ma intanto a palazzo Zanca i tecnici della Stretto di Messina cominciano a muoversi per spiegare nel dettagli alla città la portata del progetto. Obiettivo degli incontri voluti soprattutto dalla giunta Basile e dall’amministratore delegato della società, Pietro Ciucci, è quello di permettere di fare chiarezza, fuori dalle possibili strumentalizzazioni politiche bipartisan, su quello che potrebbe essere il volto della città nei prossimi anni.
Nulla è ancora stato stabilito, occorre sottolinearlo. Il progetto definitivo del ponte, approvato dalla Stretto di Messina nonostante il parere della commissione scientifica che ha fatto emergere 68 gravi criticità, è infatti adesso passato sulla scrivania del Cipess e su quella degli enti preposti alla verifica dell’impatto ambientale. L’organo ministeriale che si occupa di approvare i singoli progetti del Programma delle Infrastrutture Strategiche per il Paese, avrà 90 giorni di tempo per esprimersi. Nel frattempo in città si tenta di accelerare il passo, con il dibattito che avanza a uno step successivo.
Le proteste della scorsa settimana e le contestazioni a palazzo Zanca e a Torre Faro nei confronti di Ciucci saranno messe da parte, con la parola che passerà ora agli esperti chiamati a entrare negli aspetti tecnici dell’attuale programma di costruzione del ponte presentato dalla Stretto di Messina. Spazio anche ai temi dell’occupazione, dei corsi di formazione sul territorio e della selezione dei lavoratori, che per legge dovranno provenire in maggioranza da Sicilia e Calabria.
Smentite dunque le dichiarazioni dello stesso ministro Matteo Salvini, che nei mesi scorsi aveva parlato di benefici a pioggia nella direzione di una maggioranza lombarda dei lavoratori.
Tra i temi che saranno affrontati di qui ai prossimi mesi proprio in commissione, anche quello relativo al piano espropri. Con la città che in questo caso è già pronta sul piede di guerra. Dopo l’incontro di sabato 16 marzo al resort Capo Peloro di Torre Faro al quale hanno partecipato oltre 300 persone, i comitati no ponte restano in prima fila e preannunciano battaglie legali a difesa dei diritti degli espropriandi e di quelli del territorio.
Dal canto loro, i tecnici incaricati dalla Stretto di Messina tenteranno di fare chiarezza anche sulla tenuta sismica e per l’interazione del vento con la struttura e il rischio flutter dell’impalcato, alcuni dei punti bocciati proprio dalla commissione scientifica. Il piano espropri non consentirà solo la realizzazione delle fondamenta per i pilastri del ponte ma servirà anche per l’apertura dell’area cantieri e per un miglior trasporto dei materiali, altri temi al centro del dibattito poiché altamente impattanti per il traffico cittadino. Nei prossimi mesi si discuterà invece delle gallerie ferroviarie e delle stazioni della metro-ferrovia che dovrebbero sorgere come opere connesse con il ponte sullo Stretto.
Nel frattempo, mani in tasca, il Ministero per le Infrastrutture, per tramite della Regione, sta intervenendo anche sul completamento di alcuni svincoli autostradali connessi con la mega opera. Tra le opere connesse, anche l’alta velocità e l’ammodernamento delle line ferroviarie siciliane, che sta procedendo tanto sul tratto Messina – Catania quanto sul triangolo tra Catania, Messina e Palermo. Infine, nel dibattitto della commissione, spazio alle opere compensative, a quelle connesse e all’analisi costi benefici e sostenibilità finanziaria dell’opera. Tutto in attesa di Cipess e verifica di sostenibilità ambientale, con sorprese che in questo caso potrebbero essere però dietro l’angolo.