Ponte sullo Stretto, in 300 chiedono risposte sugli espropri

Ponte sullo Stretto, in 300 chiedono risposte sugli espropri

Stefano Scibilia

Ponte sullo Stretto, in 300 chiedono risposte sugli espropri

Hermes Carbone  |
sabato 16 Marzo 2024

Grande partecipazione all'incontro di oggi a Messina per discutere delle criticità al progetto

Oltre 300 persone. Tanti sono stati i partecipanti all’incontro organizzato questo pomeriggio presso il resort Capo Peloro di Torre Faro dal Comitato Noponte Capo Peloro. Obiettivo era quello di riuscire a fare chiarezza sulle eventuali modalità di espropri che saranno attivate in tutta la città per la realizzazione del ponte sullo Stretto. Nonostante siano state rilevate 68 criticità nel progetto definitivo reso pubblico sul sito della società Stretto di Messina proprio nella giornata di ieri, l’approvazione dello stesso progetto conduce ora al passaggio successivo: la fase degli espropri.

Il comitato scientifico ha dato infatti l’ok all’aggiornamento proposto dalla società, ma ha segnalato 68 punti da rivedere. Si passa dai temi della sismicità a quelli che riguardano l’impatto dei venti. Dubbi anche sull’utilizzo dei materiali proposti e per le analisi strutturali. 

Ponte sullo Stretto, un mese per valutare gli elaborati

La palla passa  adesso all’amministrazione Basile, che dovrà approvare il piano espropri presentato dalla Stretto di Messina Spa. Il Comune di Messina si prenderà almeno un mese di tempo per poter valutare gli elaborati prodotti, come aveva confermato nelle scorse settimane ai microfoni del Quotidiano di Sicilia il vicesindaco Mondello.

Ma la paura in città cresce, soprattutto tra chi, nell’aggiornamento del progetto risalente al 2011, è stato adesso inserito nel nuovo piano espropri. Per fare chiarezza nel merito e arginare l’ondata di polemiche giunte dopo le analisi del comitato scientifico, lunedì mattina sarà ospite a palazzo Zanca l’amministratore delegato della società, Pietro Ciucci.

Ponte sullo Stretto, infopoint in Sicilia e Calabria

Saranno oltre 300 gli immobili da espropriare in città, circa la metà quelli presenti nel comune di Villa San Giovanni. Proprio in Calabria scende adesso in campo il Codacons chiedendo il piano particellare degli espropri e parlando di mortificazione del principio di trasparenza. Per comprendere tutte le eventualità modalità una volta che il piano espropri sarà reso esecutivo dal Comune di Messina, saranno attivati anche degli infopoint tra le due sponde dello Stretto.

Le risposte però servono subito. Ed è per questa ragione che l’incontro di Capo Peloro ha avuto una così ampia partecipazione. Una assemblea che è stata fortemente voluta dal portavoce del movimento, l’ex assessore comunale in quota Accorinti, Daniele Ialacqua. «Quest’oggi vogliamo tentare di chiarire cosa potrebbe accadere nella zona nord della città – ha spiegato Ialacqua ai microfoni del QdS – e a preoccuparci non sono solo gli espropri definitivi, ancora tutti da approvare, ma anche quelli momentanei, che di fatto porteranno a requisire interi terreni con la restituzione che avverrà chissà dopo quanti anni».

Ponte sullo Stretto, Ialacqua: “Comprendere i diritti dei cittadini”

Un incontro informativo e senza una precisa connotazione politica, come conferma ancora Ialacqua: «Ci sarà tempo per poter realizzare manifestazioni con i tre movimenti No ponte coinvolti, ma non è questa la giornata adatta. Oggi siamo qui con i nostri avvocati per far capire ai cittadini come possono muoversi legalmente per difendere i loro diritti. Intanto, invitiamo i cittadini a non firmare nulla di ciò che sarà proposto».

Sull’approvazione della relazione è intervenuto l’ex vicesindaco di Messina e ora portavoce del movimento Invece del ponte, Guido Signorino: «Eurolink ha lavorato un mese per realizzare questa relazione di aggiornamento e l’ha consegnata il 30 settembre: già questa è una tempistica irrisoria. Poi il Cda della Stretto di Messina avrebbe dovuto per legge approvarla in 30 giorni, ma di giorni ne sono trascorsi 135. Dov’è la vigilanza delle istituzioni?».

Ponte sullo Stretto, Germanà: “Basta con le strumentalizzazioni politiche”

Chi ritiene che questa possa essere un’opera epocale per restituire linfa vitale alla Sicilia e alla Calabria dal punto di vista economico, è il senatore della Lega Nino Germanà. Proprio l’esponente leghista ha una villa a Torre Faro, sempre nella stessa area è poi presente quella della famiglia della sua compagna. Case che però non saranno coinvolte nel piano espropri. «Comprendo chi è preoccupato per gli espropri. Se riguardassero casa mia e avessi un legame affettivo con quelle mura, sarebbe l’unico motivo per cui potrei essere un No ponte anche io. Dico però basta con le strumentalizzazioni politiche del progetto», ha spiegato l’onorevole ai microfoni del Qds.

«Le modifiche proposte dalla commissione scientifica rappresentano la  normalità in un progetto così importante», ha aggiunto Germanà, entrando nel merito della flora e della fauna del luogo. «Ha davvero senso mantenere lo status di riserva naturale nell’area di Capo Peloro? Si tratta di una zona di Messina cementificata fino all’ultimo centimetro e, considerando la vicinanza tra laghi e abitazioni, non sarebbe comunque per legge consentito cacciare». Lunedì mattina il prossimo passo, con il primo incontro pubblico di Ciucci a palazzo Zanca dopo la consegna del progetto definitivo del ponte sullo Stretto. Nel frattempo, però, la paura tra i cittadini resta.

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