Nuovo “no” dalla Corte dei Conti in merito al progetto del ponte sullo Stretto: la Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti, all’esito della Camera di consiglio seguita all’adunanza di lunedì 17 novembre 2025, infatti, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003 tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la società Stretto di Messina SpA.
Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione.
Ponte, no al visto di legittimità III atto aggiuntivo convenzione Mit-Sdm
Il provvedimento riguarda il il decreto del 1° agosto 2025, n. 190, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, adottato ai sensi dell’articolo 2, comma 8, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 58, recante “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria“. Approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la società Stretto di Messina spa.
Ci vorranno 30 giorni per conoscere le motivazioni della decisione. Lo comunica, in una nota, la stessa Corte dei Conti.
La dichiarazione di Salvini
Al nuovo no della Corte dei Conti è arrivata immediata la risposta del ministro Salvini: “Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”, le sue parole.
“La mancata registrazione del decreto interministeriale che assentisce il III atto aggiuntivo del Ponte sullo stretto di Messina arriva alla fine di un’ampia discussione svoltasi oggi innanzi alla Corte dei conti nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna”, si legge invece in una nota del Mit.
Anche la Stretto di Messina ha commentato il nuovo no al visto di legittimità della Corte dei Conti, parte del percorso ordinario dei magistrati contabili per il controllo di legittimità sugli atti amministrativi relativi al progetto del ponte sullo Stretto. Il presidente della società Giuseppe Recchi, ha sottolineato che: “Non lo considero un atto nuovo in quanto gli argomenti trattati sono strettamente collegati. Abbiamo deciso di convocare un Consiglio di Amministrazione per il 25 novembre per esaminare la situazione in attesa delle motivazioni della Corte dei conti previste nei prossimi giorni”.
“Il mancato visto con la conseguente registrazione della Corte dei conti era prevedibile – aggiunge l’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci – perché l’atto convenzionale è funzionalmente collegato alla delibera di approvazione del progetto definitivo del ponte del CIPESS del 6 agosto, per la quale la Corte ha ricusato il visto in data 29 ottobre. Attendiamo le motivazioni per entrambi i provvedimenti, nella convinzione che verranno forniti – da parte delle Istituzioni competenti – tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione da parte della Stretto di Messina, al fine di proseguire nella realizzazione del ponte, opera strategica di preminente interesse nazionale, come definita per legge”.
Lo stop dello scorso 29 ottobre
Lo scorso 29 ottobre un altro freno al progetto di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria era arrivato sempre dalla Corte dei Conti. La sezione centrale di controllo di legittimità sugli atti del Governo ha deciso infatti di non ammettere al visto la delibera CIPESS n. 41/2025 che lo scorso agosto aveva dato il via alla fase esecutiva del progetto. Anche in questo caso, entro 30 giorni si avranno le motivazioni.
“Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti“, la risposta del vicepremier Matteo Salvini. Il Governo si è comunque riservato di scegliere la strada d’intervento solo dopo la pubblicazione delle motivazioni.
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