Visitando la rampa lato nord della cosiddetta “Porta Sud” di Palermo, il raccordo per il quale questa mattina l’amministrazione comunale ha consegnato i lavori, ci si accorge di una carcassa di scooter abbandonata appena oltre i new jersey che sbarrano la strada all’opera incompiuta.
Non si tratta di un comune rifiuto ingombrante abbandonato per inciviltà su una strada chiusa ma di un evidente avanzo di un furto, smontato e commercializzato nelle parti utili prima dell’abbandono in un angolo della città in cui forse non si teme di incorrere nella legge dello Stato. Sono forme diverse di abbandono e degrado, quella delle opere infrastrutturali incompiute e quella sociale che, là dove le amministrazioni della cosa pubblica sono poco presenti, colonizza e impera nel malaffare.
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La “porta sud” di Palermo è il raccordo tra la circonvallazione e il quartiere di Brancaccio, estrema periferia della città già nota alle cronache per la condizione sociale e per fatti di mafia tra i quali il più celebre omicidio di don Pino Puglisi. Questo raccordo è considerato importante arteria di accesso alla città di Palermo già da quaranta anni. Quattro decenni nei quali la storia è passata sopra questa parte troppo spesso dimenticata della città. Nel 1986 si svolse una gara d’appalto per la realizzazione dell’infrastruttura, ma andò deserta. Un anno più tardi si riproponeva l’opera con un piano di interventi per la Zona Industriale di Brancaccio e nel 1989 venivano appaltati i lavori, ma quattro anni dopo si interrompevano per via del coinvolgimento delle imprese esecutrici nelle ormai storiche vicende passate alla storia come “Tangentopoli”.
Altri sei anni e i lavori vennero rifinanziati, ma tra ricorsi per le attribuzioni in gara e modifiche al progetto relative alle previsioni di interventi ANAS in autostrada si arrivò al 2009. Nel frattempo Brancaccio era cambiata, la Zona Industriale di Palermo era agonizzante e il quartiere ospitava il primo grande centro commerciale cittadino: il Forum.
Poi ancora ripresa dei lavori ed interruzioni per infiltrazioni mafiose in una ditta esecutrice, il fallimento di un’altra ditta e le conseguenti rescissioni dei contratti da parte della stazione appaltante. Una sola parte delle opere venne completata, nel 2017, sotto la spinta – e la pressione – degli accordi previsti dall’impegno preso dall’amministrazione comunale con il privato investitore del centro commerciale Forum. Ed è già il 2017, ma lì ci si ferma ancora una volta.
Tra varianti d’opera e variazioni di costi, l’infrastruttura inizialmente prevista negli anni ’80 arriva al Piano Regolatore del 2003 e attende – assieme alla popolazione di Brancaccio, alla sua Zona Industriale e al centro commerciale – fino al maggio del 2022, quando, ancora una volta variata, in virtù di una contrattazione durata tre anni tra l’amministrazione comunale di Palermo e la ditta Multi Veste, si arriva alla variazione di progetto per la realizzazione di due rampe (da autostrada in direzione Palermo) e di un parcheggio.
L’importo complessivo degli interventi infrastrutturali concordati è di 3.208.239,56 euro. Ma anche qui, l’intoppo è dietro l’angolo. Tra il 2019 e il 2022 il mondo si è fermato e poi lentamente ripreso a causa della pandemia. I prezzi al listino in questo triennio sono cambiati e la cifra è aumentata di quasi il 50% arrivando a 4.408.972,63 euro.
Tutto da rifare, o quasi. Nel giugno dell’anno in corso è stato validato il progetto e a ottobre si è giunti a una ditta esecutrice in esito alla regolare gara d’appalto. L’importo degli interventi nel frattempo – come da ribasso d’offerta in gara – è sceso attestandosi a un’aggiudicazione di 3.390.964,32 euro. Nel frattempo, nel corso del 2022, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza consentiva all’amministrazione comunale di finanziare altre due rampe (da Palermo in direzione autostrada per Catania e Messina). Il soggetto attuatore, come per molte opere infrastrutturali a valere sui fondi del PNRR in tantissimi comuni italiani, è Invitalia e per le due rampe sono stati stanziati 5 milioni di euro.
Per entrambe le opere infrastrutturali è previsto l’inizio dei lavori entro la fine di gennaio e il completamento prima della fine del 2024. Ma il rischio di andare incontro al nuovo anno, e così all’esaurimento della “finestra” utile per impegnare le risorse, era ormai concreto. “Questo vale per più opere, soprattutto infrastrutturali, che abbiamo calato nella programmazione PNRR e che giungono alla loro definizione”, spiega il sindaco di Palermo Roberto Lagalla al Quotidiano di Sicilia.
“Per noi – prosegue il sindaco di Palermo – è molto importante acquisire in tempo la progettazione e la realizzazione, attraverso la puntuale aggiudicazione ovviamente, di questo svincolo sud, la cosiddetta ‘porta sud’ della circonvallazione, che contribuirà molto alla regolazione degli ingressi in città e alla modulazione del traffico, e poi tutti gli interventi di costa sud che siamo riusciti finalmente a mettere al riparo”. Interventi che, in alcuni casi, attendono appunto anche da quarant’anni.
Intanto, secondo l’ultima classifica annuale stilata dal Sole 24 Ore, Palermo è al 95esimo posto su 107 comuni per qualità della vita. L’emergenza “crack“ è oltre soglia di massimo allarme, la Regione Siciliana corre per attivare una struttura dedicata a chi è caduto nella dipendenza da tale sostanza e anche il livello di microcriminalità è a livelli d’allarme rosso. Due fenomeni strettamente correlati quello della diffusione dipendenza da crack e quello della microcriminalità urbana.
In questo momento storico per la città di Palermo arrivano prodigiosi interventi di riqualificazione che potrebbero contribuire ad affievolire il degrado sociale in alcune aree periferiche cittadine. Tra questi il progetto per la costa in località Bandita, i cui fondi sono stati inseriti in bilancio e approvati in Consiglio comunale, ed interventi di riqualificazione di quartieri come Borgo Nuovo, Sperone (costola del più esteso quartiere Brancaccio) e Zen 2.
“Il problema della microcriminalità urbana purtroppo interessa e affligge tutti i grandi centri metropolitani italiani; Palermo non è tra quelli più pericolosi, lo affermano le statistiche e lo documentano i dati”, afferma il sindaco Lagalla, ridimensionando così l’allarmismo dei commercianti della città dopo la sequenza di furti e le sparatorie stile Far West tra i locali notturni.
“Questo – spiega però il primo cittadino – non abbassa la guardia, né del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica né delle Forze dell’ordine né, per quanto ci riguarda, dei controlli presso gli esercizi commerciali nei luoghi della movida e ovviamente sulle strade”.