La struttura è stata interessata dalla recente riclassificazione da parte della Regione. Adesso si attendono la consegna dei lavori e il successivo bando per la gestione ai fini turistici
SANT’AGATA DI MILITELLO (ME) – Una riclassificazione che certifica una situazione di fatto più che rivoluzionare un sistema. Il Governo regionale retto da Nello Musumeci, con la modifica del decreto del 2004, ha ridisegnato l’offerta dei servizi in quattro porti siciliani, di cui tre nel messinese, dove già da tempo, si lavora su nuove opportunità di sviluppo puntando a una riorganizzazione strategica per il turismo e le attività commerciali.
Per il porto dei Nebrodi di Sant’Agata Militello è stata riconosciuta l’attività turistica e da diporto insieme a quelle già previste. Ma che l’infrastruttura della cittadina tirrenica fosse di rilevanza turistica si sapeva fin da quando l’opera fu pensata e finanziata, con oltre 30 milioni di euro per un porto non ancora ultimato. Adesso si spera nella piena funzionalità nel 2023, ricordando che da progetto la struttura doveva comprendere la parte dedicata al trasporto passeggeri, la zona pescherecci, quella commerciale e quella per i diportisti. Sulla banchina di riva si prevedono i servizi a corredo dell’attività nautica, un’officina da diporto, gli edifici per le attività commerciali di settore, un punto ristoro e la biglietteria aliscafi.
“Ho dato sempre per scontato che fosse un porto turistico – spiega al QdS Bruno Mancuso, sindaco di Sant’Agata Militello – forse non lo era ufficialmente nelle carte. Che ben venga. Però è chiaro che la destinazione naturale non può non essere turistica, anche perché ci sono novecento posti barca. I pescatori non ne avranno più di cinquanta”.
Al di là del riconoscimento ufficiale da parte della Regione, adesso il porto sembra pronto a sviluppare la sua vocazione turistica. “La struttura – conferma Mancuso – è in fase di completamento. Tutte le barriere esterne e le banchine sono state fatte e si stanno portando a termine le opere a terra. La data di consegna doveva essere il 22 febbraio, però la ditta ha chiesto un’ulteriore proroga. Mi auguro che prima dell’estate possa essere consegnato almeno in parte. In corso d’opera ci siamo accorti che c’è un sifonamento, un passaggio d’acqua verso l’interno del porto sotto la banchina, un vuoto che crea instabilità a cui bisogna porre rimedio con delle iniezioni di cemento. Abbiamo avuto un finanziamento dalla Regione di dieci milioni di euro e i lavori dovrebbero iniziare tra febbraio e marzo. Questo inconveniente ha ritardato i tempi di consegna insieme al Covid e ai marosi. Mi auguro che entro quest’anno possa essere realizzato tutto”.
Da definire, poi, la questione della gestione. “È chiaro – dice il sindaco di Sant’Agata di Militello – che il Porto così come viene consegnato non è funzionale, soprattutto la gestione della parte turistica dovrà andare a gara. Dobbiamo coinvolgere i privati che lo renderanno funzionale con il posizionamento dei pontili galleggianti, perché abbiamo la messa in sicurezza, la chiusura però lo specchio d’acqua è sprovvisto di strumenti di utilizzo”.
Per quanto riguarda l’appalto, come sottolinea il sindaco, è stata già avviata un’interlocuzione con l’assessorato Territorio e Ambiente “perché il titolare dello specchio d’acqua è il Demanio marittimo. Per i pescatori la concessione è automatica, mentre per la parte turistica dobbiamo stabilire chi fa la gara, probabilmente sarà il Comune, ma questo va concordato con la Regione. Sono stato contattato da diversi gruppi però è chiaro che dovremo fare un bando europeo. L’interesse c’è perché è il porto più grande del Tirreno meridionale a parte Palermo e Messina, di fronte alle isole Eolie. Siamo fiduciosi che possa rappresentare un volano di sviluppo per tutto il territorio dei Nebrodi. Sant’Agata, grazie al porto, è stata inserita nella Zes Sicilia orientale, per cui è stato anche nominato il commissario che mi ha già contattato. Il valore aggiunto di questo porto è tutto lo spazio retroportuale, che è molto ampio e quindi c’è la possibilità di inserimento di attività industriali legate alla cantieristica, al rimessaggio, ai servizi”.
Servono però tempi certi, per cercare di sfruttare al meglio e quanto prima questa straordinaria risorsa per il territorio. “Dall’assessorato Territorio e Ambiente – conclude Mancuso – mi dicono che dobbiamo aspettare che finiscano i lavori, ma credo che intanto si potrebbe cominciare a predisporre il bando, in modo che quando avremo la disponibilità dell’area saremo già pronti a pubblicare in tempi brevi. Sto cercando di accelerare per evitare che il porto, dopo la consegna, stia magari fermo un anno prima che possa diventare funzionale”.