Sigilli su un’area a Punta Castelluccio, vicino Augusta - QdS

Sigilli su un’area a Punta Castelluccio, vicino Augusta

Luigi Solarino

Sigilli su un’area a Punta Castelluccio, vicino Augusta

sabato 04 Luglio 2020

Appurata la violazione delle prescrizioni di tutela ambientale da parte di un’impresa costruttrice. Italia Nostra: “La vastità degli sbancamenti e spianamenti ha modificato il paesaggio”

AUGUSTA – Posti i sigilli su un’area di 8.200 mq a Punta Castelluccio nel territorio di Augusta. Gli uomini della Guardia Costiera, nel corso di un sopralluogo, hanno appurato che una ditta esecutrice di alcuni lavori di movimentazione terra, non si sarebbe attenuta alle prescrizioni di tutela ambientale e naturalistica imposte dalla Soprintendenza e dal Comune di Augusta.

La presidente della sezione megarese di Italia Nostra, Jessica Di Venuta, in una nota esprime il proprio disappunto per quanto successo a Punta Castelluccio.

La vastità e la portata dei massicci sbancamenti e spianamenti sono così estesi da aver modificato il paesaggio, con danni irreparabili all’ambiente ed al patrimonio archeologico – scrive Di Venuta – . Una ferita insanabile in una fascia costiera con livello di tutela 3 a ridosso di una zona di conservazione speciale. Già più volte l’associazione aveva chiesto una maggiore attenzione e vigilanza per tutelare il territorio di Brucoli-Agnone; per questi motivi redigerà in collaborazione con il presidente Regionale di Italia Nostra Sicilia, Leandro Janni, un dettagliato dossier da consegnare all’assessorato regionale ed ai Ministeri competenti”. “L’opera di distruzione del paesaggio – prosegue – continua con metodo e con ritmo inarrestabili. I suoi risultati sono più gravi e più visibili nelle regioni dove la ristrettezza delle aree e la concentrazione degli abitati si accompagnano a caratteristiche ambientali incise; è il caso della costa tra Brucoli ed Agnone, singolarissima avendo una lunghezza di circa 40 chilometri ed una costa alta ed inaccessibile che in certi tratti ha la profondità utile a uno sfruttamento edilizio nascosto, ma è al tempo stesso ricca di bellezze naturali ed aree archeologiche”.

Si sta preparando – conclude Di Venuta – l’assalto a una delle parti più belle e meno note della Sicilia, già in passato devastata da abusi edilizi, in particolar modo la zona di Castelluccio così nascosta da essere meta di un turismo limitato, frequentata prevalentemente nei mesi estivi. Disgraziatamente, essendo la zona inaccessibile poco nota e pochissimo frequentata, i progetti maturano nel silenzio, lasciando agli speculatori la responsabilità di deturparla, come è stato fatto in tante altre parti della Sicilia”.

In precedenza su Facebook, il sindaco, Cettina Di Pietro, aveva scritto: “La Soprintendenza ai BB.CC. di Siracusa ha già stabilito la sorveglianza dei lavori da parte di personale specializzato. L’Amministrazione ha disposto presso gli Uffici Comunali ulteriori e approfonditi controlli. Rimane quindi alta l’attenzione su questa vicenda ed eventuali altri sviluppi saranno comunicati alla cittadinanza”.

Il consigliere comunale di Diem25, Giuseppe Schermi, ha commentato: “Quel che è accaduto a Punta Castelluccio è la punta di un iceberg che resta ancora in gran parte sommerso. Il metodo utilizzato è infatti sempre lo stesso: dalla necessità di intervenire per rimuovere veri o presunti rifiuti pericolosi scaricati da ignoti, al frazionamento del progetto in tanti singoli interventi in autocertificazione, sfruttando il silenzio assenso dell’Ente locale e la sostanziale assenza di controlli in cantiere per le deficienze organiche della polizia edilizia. Confido nelle indagini della Procura della Repubblica per scoperchiare definitivamente questo vaso di Pandora”.

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