Prende vita il Distretto del cibo Bio-mediterraneo Sikania - QdS

Prende vita il Distretto del cibo Bio-mediterraneo Sikania

Prende vita il Distretto del cibo Bio-mediterraneo Sikania

domenica 04 Agosto 2019

Iniziativa avviata in contesto ambientale che si sviluppa dai Monti Sicani sino al parco archeologico di Selinunte e Agrigento. L’obiettivo prefissato è lo sviluppo futuro dell’intera area, sia dal punto di vista alimentare che territoriale

PALERMO – È nato il “Distretto del cibo Bio–mediterraneo” Sikania con l’intenzione di uno sviluppo futuro dell’intera area, sia dal punto di vista alimentare che territoriale. Nel dettaglio, l’iniziativa è stata avviata in un contesto ambientale che si sviluppa dai Monti Sicani sino al parco archeologico di Selinunte e Agrigento. I Monti Sicani sono una catena montuosa che si estende su una superficie di circa 80 mila ettari nella Sicilia centro-occidentale.

In questa zona sono presenti cinque riserve naturali: Monte Cammarata, Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, Monte Carcaci, Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio. L’area è caratterizzata da una zona collinare di natura argillosa o arenacea ed una zona montana, costituita da rocce calcaree pelagiche del mesozoico. I comuni coinvolti nel Distretto sono ventotto: Corleone, Campofiorito, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana, Palazzo Adriano, Prizzi, Contessa Entellina, Partinico, Monreale, Agrigento, Burgio, Bivona, Santo Stefano Quisquina, Caltabellotta, Sambuca di Sicilia, Menfi, Santa Margherita di Belice, Montevago, Sciacca, Santa Elisabetta, Porto Empedocle, Raffadali, Cammarata, Licata, Caltanissetta, Riesi e San Cono.

Una combinazione completa tra città e territorio che integra il visitatore al prodotto locale. Dopo aver costituito la Ats Sikania, a svolgere il ruolo di rappresentanza è il Bio Distretto Borghi Sicani con sede a Sambuca di Sicilia, con a capo la presidente Antonella Murgia. “Gli obiettivi del Distretto del cibo Bio Mediterraneo – dichiara la presidente – sono lo sviluppo territoriale delle comunità rurali e costiere, garantire la coesione sociale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale, salvaguardare il territorio, il paesaggio rurale e marino ed anche ridurre lo spreco alimentare”. Un muoversi comune per promuovere l’eccellenza del territorio, vocato alle coltivazioni in biologico, ma anche alla qualità visiva naturale che un paesaggio siciliano riesce a trasmettere. Coltivare il biologico è il futuro dell’intera umanità perché permette di mangiare sano, valorizzare il territorio e far sviluppare le aziende in un mercato dove insistono prodotti di bassa qualità e prezzo.

“La pianificazione territoriale – afferma Giuseppe Oddo, direttore del Bio Distretto Borghi Sicani, ente capofila della circoscrizione – prevede un piano di integrazione che mette a sistema le filiere. Bisogna fare rete, creando sinergie attraverso azioni di coesione in stretta collaborazione tra realtà agricole, ittico-conserviere, turistiche, attività di prossimità ed enti pubblici, in una forma compiuta di applicazione del principio di sussidiarietà”.

Complessivamente sono circa 250 le aziende agricole delle diverse filiere coinvolte, con un volume di affari totale pari a 140 milioni di euro. Hanno aderito al Distretto importanti realtà agricole economiche di rilievo nazionale ed internazionale che vogliono sviluppare sempre più la loro realtà al motto di “qualità”. Stanno nascendo nuovi modelli di relazione tra territorio, azienda e consumatore.

In questo modo, verrà migliorata la competitività delle imprese, della zona e il benessere del consumatore in uno stato alimentare confuso da tanti prodotti non di buona qualità. Si sta puntando alla costruzione di un legame con il territorio d’origine, inteso come patrimonio di valenze naturali, culturali e sociali, in modo tale da attrarre il consumatore che diventa visitatore e cliente al tempo stesso.

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