Multe e tasse: non esiste nulla che “tormenti” l’italiano/a medio/a come queste due cose. Quasi tutti i patentati si trovano almeno una volta nella vita a pagare una multa per un’infrazione al Codice della Strada. E anche quando la guida è ineccepibile e non arrivano multe, alle tasse non può sfuggire nessuno.
Ciò che molti non sanno è che multe, tasse e imposte non pagate e non accertate entro un certo periodo vanno in prescrizione. Cosa vuol dire? La prescrizione è uno strumento giuridico che permette l’estinzione del diritto delle autorità competenti a riscuotere una certa somma di denaro dovuta una volta trascorso un determinato lasso di tempo.
Ciascun ordine giuridico prevede leggi specifiche sulla prescrizione. Di seguito si propone un breve approfondimento della redazione di QdS.it sull’argomento, una “guida” per sapere quando tasse, multe e imposte vanno in prescrizione e, quindi, non vanno più pagate secondo la legge attuale.
La prescrizione delle multe è regolata dall’Articolo 129 del Codice della Strada, che fa a sua volta riferimento all’Articolo 28 della Legge 24 novembre 1981, n. 689. Quest’ultima conferma che: “Il diritto a riscuotere le somme dovute per le violazioni indicate dalla presente legge si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata commessa la violazione”.
Cosa significa? Se un automobilista ottiene una multa in seguito a violazione del Codice della Strada non dovrà pagare la somma richiesta se non riceve avvisi o intimazioni di pagamento entro 60 mesi (cioè 5 anni).
Quando si riceve una multa da pagare bisogna considerare anche i tempi di notifica della stessa. Affinché la multa sia valida, essa va notificata entro 90 giorni a partire dal giorno successivo a quello dell’accertamento dell’infrazione. Si specifica che il termine dei 90 giorni non si riferisce alla data di ricezione, ma a quella di spedizione della notifica.
Se le autorità competenti notificano la multa oltre il termine previsto di 90 giorni e/o qualora la notifica contenga vizi di forma o irregolarità evidenti, è possibile contestare la multa.
È importante tenere a mente una serie di considerazioni:
Non pagare le tasse è un reato, che può comportare pesanti sanzioni, conseguenze penali (in caso di evasione fiscale) e perfino il pignoramento dei beni. Esistono però casi in cui gli enti creditori perdono il diritto alla riscossione: un esempio è la prescrizione, che si verifica ogni volta che la notifica del pagamento viene effettuata oltre i termini stabiliti dalla legge.
L’Articolo 2948 del Codice Civile italiano stabilisce che si prescrivono in 5 anni:
1. Le annualità delle rendite perpetue o vitalizie;
2. (1-bis) il capitale nominale dei (titoli di Stato) emessi al portatore;
3. Le annualità delle pensioni alimentari;
4. Le pigioni delle case, i fitti dei beni rustici e ogni altro corrispettivo di locazioni;
5. Gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi;
6. Le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro.
Si specifica che la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità “costituzionale degli artt. 2948 n. 4, 2955, n. 2, e 2956, n. 1, del Codice civile limitatamente alla parte in cui consentono che la prescrizione del diritto alla retribuzione decorra durante il rapporto di lavoro”.
Per quanto riguarda le imposte, i termini di prescrizione in genere sono diversi da quelli delle multe e delle tasse. Nello specifico, una prescrizione di 5 anni è prevista per Imu, Tari, Tasi e Tosap: la notifica va effettuata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione o al tempo previsto per il versamento. Le stesse tempistiche esistono, oltre che per le sanzioni amministrative e le violazioni delle norme stradali, anche per il versamento dei contributi previdenziali Inps e Inail dichiarati.
Il termine di prescrizione per Iva, Irpef, Ires, Irap, canone Rai, imposta di bollo, imposta ipotecaria, imposta catastale e, infine, contributi alla Camera di Commercio è di 10 anni.
La prescrizione ordinaria di un credito avviene di norma dopo 10 anni. Questo vale, in particolare, per mutui, prestiti e cessioni del quinto, nonché capitale utilizzato con carta di credito. Per interessi contrattuali e moratori, invece, si prevede la prescrizione quinquennale.
Sono più brevi i tempi di prescrizione per le bollette di luce, acqua e gas. Come confermato dalla Legge di Bilancio, infatti, per le forniture di energia, gas e acqua la prescrizione è biennale (cioè avviene dopo soli 2 anni).
Chiude l’approfondimento sulla prescrizione di tasse, multe e imposte il caso del bollo auto. Il termine di prescrizione per un bollo auto è di appena 3 anni (calcolati a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui è previsto il versamento della tassa). Trascorso il termine senza aver presentato la richiesta di pagamento al cittadino, in genere non è più possibile pretendere il pagamento.
L’annullamento per prescrizione va richiesto tramite ricorso dal proprietario del veicolo interessato dall’imposta. Il ricorso si presenta tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC alla Regione di competenza o alla Agenzia delle Entrate.